Cure domiciliari, bugie e omissioni: l'Ordine fa il pesce in barile
Ascolta la versione audio dell'articolo
Commissione Covid, omissioni e bugie nell'audizione del presidente FNOMCeO, Anelli: «Tachipirina e vigile attesa solo una raccomandazione, ma il medico era libero di curare». Falso: i dottori che curavano a casa con successo sono stati vessati e sottoposti a procedimenti e processi. Buonguerrieri: «Emerge un quadro grave».
Nel corso dell’ultima seduta della Commissione Covid di martedì è stata data la parola a Filippo Anelli della Federazione degli ordini dei medici (FNOMCeO) e a Roberto Monaco della Federazione medici di medicina generale (FIMMG). Si è trattato di un’audizione con alcune reticenze, mezze verità, omissioni e occasioni sprecate.
L’onorevole Alice Buonguerrieri (FdI) ha parlato di una situazione «grave» che sta emergendo: «Molteplici – ha detto in un comunicato - sono state le denunce in Commissione: dalla mancanza dei dispositivi di protezione individuale, al mancato coinvolgimento dei medici di base nel Comitato Tecnico Scientifico, al mancato supporto della categoria da parte del Ministero della Salute. I nostri camici bianchi, nei giorni più difficili della pandemia, hanno dovuto trovare da soli soluzioni per gestire l’emergenza. Le uniche raccomandazioni ricevute dalle autorità competenti sono state quelle di somministrare Tachipirina e prevedere la vigile attesa; raccomandazioni utili per l'influenza, ma sprovviste di evidenze scientifiche per l'infezione da Covid. Indicazioni che si sono rivelate persino inattuabili, per via della dell’impossibilità, soprattutto in alcune zone d’Italia, di gestire contemporaneamente il monitoraggio di tanti pazienti colpiti dal virus. Il quadro che sta emergendo dalle audizioni è grave e rappresenta per noi un continuo stimolo alla ricerca della verità».
Effettivamente l’audizione di Anelli e Monaco ha fotografato questi aspetti.
Mentre Monaco è intervenuto per chiarire che cosa si intendeva con «vigile attesa», poco più che un «monitoraggio con saturimetro», Anelli ha preso la parola per illustrare il motivo per cui i medici di base non sono stati più di tanto coinvolti nella cura della pandemia: la carenza di dispositivi di protezione individuale che ha scoraggiato molti interventi.
Dato che sapeva che qualche commissario gli avrebbe chiesto del cosiddetto “Protocollo Tachipirina e vigile attesa”, il presidente dell’Ordine dei medici ha anticipato tutti e ha risolto così la cosa: «Quello del Ministero non era un protocollo perché non c’erano evidenze scientifiche di cura della Covid 19, ma solo una raccomandazione. Raccomandazione (parola su cui il 5 Stelle Colucci ha insistito affinché non lo si chiamasse protocollo ndr.) applicabile come prima misura di intervento e poi, sull’andamento della malattia, il medico era libero di decidere in scienza e coscienza sulla base delle sue convinzioni terapeutiche. Bisogna ricordare che l’approccio di cura alla Covid non era scientifico, ma empirico».
Purtroppo, questo non è vero. I medici non sono stati affatto liberi di curare in scienza e coscienza esercitando quella libertà prescrittiva che gli è concessa dalla stessa legge.
Prova ne è il fatto che centinaia di camici bianchi sono finiti nel mirino proprio dell’Ordine per aver esercitato quella libertà prescrittiva, anche su base empirica, che stava dando risultati eccellenti in termini di guarigione e mancati ricoveri. In alcuni casi sono stati persino sottoposti a procedimento disciplinare dell’Ordine e altri addirittura sono finiti a processo. Quasi tutte le esperienze di cura in forma associativa, nella totale assenza di un coordinamento sanitario promosso proprio dall’Ordine, sono state disincentivate, censurate e bollate come stregonerie.
Le cronache sono piene di questi casi e la Bussola ne raccontò una buona parte entrando nella trincea delle cure domiciliari, raccontando anche le tragedie di chi non ce la fece perché non ricevette cure in tempo. Ad esempio, l’esperienza di Ippocrateorg, crocifissa sulla pubblica piazza per alcune scelte terapeutiche empiriche, poi rivelatesi efficaci; oppure quella del Comitato Cure Domiciliari Precoci dell’avvocato Erich Grimaldi, il quale intavolò anche un braccio di ferro col Ministero perché venissero riconosciute le cure domiciliari precoci che i medici che si appoggiavano alla rete stavano portando avanti. Tutte esperienze soffocate dalla vulgata che il Covid non si curasse, che l’unica soluzione fosse l’ospedale fino a quando non si sarebbe presentato il vaccino.
Il dottor Andrea Mangiagalli di Pioltello con una semplice chat diede vita a una rete di soccorso che portò i suoi pazienti e quelli dei colleghi vicini a guarigioni e ricoveri pari allo zero, non risulta che abbia ricevuto encomi dall’Ordine, né che la sua esperienza sia stata presa a modello; il professore piacentino Luigi Cavanna per primo andò a casa a curare da subito i suoi pazienti – anche con l’idrossiclorochina – venne addirittura candidato al Nobel per il 2021, ma non ottenne nemmeno un posto nella Commissione Tecnico Scientifica del ministero; e che dire del dottor Gerardo Torre, “processato” dall’Ordine di Salerno per aver curato 3700 pazienti, alcuni addirittura provenienti da Brescia dove rischiavano di morire?
E il “nostro” Paolo Gulisano, che venne censurato da Youtube per aver raccontato pubblicamente la sua esperienza di cura di un’anziana che il sistema sanitario voleva lasciar andare? Non intervenne all’epoca Anelli per difendere la sua libertà prescrittiva dalle maglie di una censura che è stata sempre più totalizzante.
E la dottoressa Maria Grazia Dodini di Bologna? Denunciò la sistematica messa in quarantena dei dottori che si adoperavano per curare precocemente. Anche Stefano Manera di Milano disse che «si stanno aprendo dei procedimenti da parte dell’ordine per quei medici che ripetono che il covid si può curare». E pure lui finì puntualmente sotto procedimento.
È ancora aperto il processo a carico del dottor Alberto Dallari, accusato di omissione di soccorso (l’accusa di omicidio colposo è caduta) per la morte di un paziente “difficile” di cui lui si era preso cura più di ogni altro, addirittura informandosi personalmente delle sue condizioni quando finì intubato in ospedale. Anche lui sbattuto in prima pagina come “mostro” per aver prescritto dei farmaci, che poi si rivelarono efficaci.
Storie di trincea, di cui le testimonianze degli italiani sono piene; storie di medici letteralmente vessati per aver fatto il loro dovere proprio in assenza di un protocollo scientifico, in forza di quella empiricità ammessa dallo stesso Anelli, ma criminalizzata nei fatti.
Quella empiricità che poi divenne prova scientifica quando studi pubblicati su riviste prestigiose, come Lancet, accertarono che le cure domiciliari precoci a base di antinfiammatori, cortisone, cardioaspirina, avrebbero salvato molte vite. Quelle vite che si spensero nel più completo abbandono terapeutico, come le nostre inchieste hanno puntualmente documentato.
Anelli ha anche detto qualcosa a proposito dell’idrossiclorochina: «Per esempio «alcuni di noi l’hanno prescritta», ha spiegato. «Ma quando sono emerse le evidenze scientifiche che non c’erano miglioramenti significativi, allora è stata abbandonata». Un altro clamoroso abbaglio, dato che come abbiamo spiegato più volte la condanna dell’Idrossiclorochina nelle terapie Covid avvenne sulla base di uno studio di Lancet poi ritrattato e su pregiudiziali più politiche che mediche.
Giova ricordare un po’ la dolorosa historia di questo farmaco che, semplicemente, non piaceva perché costava poco ed era stato “sponsorizzato” da Donald Trump, guarda caso proprio ieri rieletto quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti.
Nel maggio 2020 dopo un articolo di Lancet che la dichiarava inefficace, l’Oms la bandì dalle cure Covid, ma dopo appena un mese la stessa Organizzazione Mondiale della sanità la riammise in campo: quello studio era stato ritrattato perché viziato da errori così grossolani da non essere “degni” della prestigiosa rivista scientifica.
Nel frattempo, molti studi favorevoli si aggiunsero, anche in Italia, fino a quando, dopo le evidenze pubblicate su Sciencedirect, il Consiglio di Stato presieduto dal compianto Franco Frattini, la approvò bocciando il ricorso dell’Aifa. Ma nel frattempo la canea mediatica contro questo potente antinfiammatorio la bocciò definitivamente, complice anche alcuni studi finanziati, guarda caso dalla Fondazione Bill & Melinda Gates.
Completamente assente ogni riferimento alla terapia al plasma iperimmune i cui risultati erano straordinari. Ma non era un farmaco domiciliare perché il suo trattamento doveva essere effettuato in ospedale e quindi esula dal tema delle cure domiciliari, però è agli atti che il plasma ha curato e guarito con successo, ma è stato accantonato e bocciato da studi imperfetti e strumentali.
Insomma: a voler dare legittimità alle prove empiriche, ce n’era abbastanza per lasciare liberi i medici davvero e non mettere loro i bastoni tra le ruote, come invece accadde provocando come prima conseguenza l’intasamento degli ospedali.
Medici in piazza: la verità sul Covid VIDEO
Attesa per sabato 8 maggio la manifestazione dei medici in Piazza del Popolo (Roma) per protestare contro gli inefficaci protocolli di cura previsti dal Governo. L'avvocato Erich Grimaldi e il dottor Stefano Manera ci hanno raccontato dietro le quinte cosa sta accadendo...
Cure a casa nel caos, gli errori di Conte e le liti tra medici
Conte ammette errori nella gestione dei pazienti covid: «Ospedali pieni anche perché la medicina sul territorio non è stata rafforzata». Già, ma per colpa di chi? Il gruppo ministeriale lavora al protocollo per le terapie domiciliari solo da pochi giorni, ma non ha incluso nessun rappresentante dei medici di base, che ora protestano, contestando le terapie proposte. Il solito pasticcio all'italiana, col governo in difficoltà e incapace di trovare una soluzione che non sia il lockdown e i medici che litigano tra di loro per una compressa in più o in meno di azitromicina. Intanto il ritardo aumenta e gli ospedali continuano a riempirsi di pazienti che potrebbero essere curati con successo a casa. Come sta facendo nella sua abitazione il governatore emiliano-romagnolo Bonaccini.
- IL SESSO DI STATO AUTODISTRUTTIVO di Roberto Marchesini
- AL LUPO! AL LUPO! PLAGIO DI GOVERNO di Tommaso Scandroglio
Aspettando il vaccino... lockdown e cure a casa tabù
Anche ammesso che si vaccini con successo e sicurezza entro settembre il 40% della popolazione, rimane il problema di come gestire la pandemia in questi mesi. Il governo lascia intendere che la stagione del lockdown sarà ancora lunga, ma nessuno prende in considerazione la necessità di favorire il più possibile le cure domiciliari per evitare di intasare gli ospedali. La bocciatura dell'Aifa sull'idrossiclorochina non lascia presagire un cambio di strategia.
- LOCKDOWN ROSSO O ARANCIONE? di Stefano Magni
Un nuovo virus? Sarà ancora lockdown, niente cure a casa
La visione dettata dal Governo col nuovo piano pandemico non tiene conto della necessità di emanare prontamente linee guida per assistere i pazienti a casa, mentre ci si concentra ancora una volta a potenziare la rete ospedaliera puntando sulle politiche di lockdown.
- ILLUSIONI DI GREGGE di Paolo Gulisano
Niente cure, balzo dei ricoveri: «Ci sono altre priorità»
Aumentano i ricoveri perché i protocolli di cura domiciliare Covid sono ancora quelli insufficienti a base di paracetamolo. L'assurdo viaggio della Bussola tra scaricabarile e reticenze evidenzia il fallimento della gestione Speranza, che ha messo al centro gli ospedali e ora il vaccino, dimenticando che i malati non curati precocemente oggi, sono i morti di domani. Palù (Aifa): «Linee guida da cambiare, l'ho detto al ministero, ma dicono che ci sono altre priorità». L'Agenas: «Speranza non ci ha detto di lavorare sui protocolli domiciliari».
Noi, a casa senza cure. Storie di abbandono terapeutico
Sono la maggioranza dei pazienti covid e hanno tutti una storia comune: sono rimasti a casa senza terapie e con il solo paracetamolo prima di essere ricoverati in ospedale. Storie di abbandoni terapeutici da covid. Pazienti che con una terapia precoce non sarebbero stati ricoverati e non avrebbero rischiato la vita. L'appello del medico di Ippocrate: «Cambiare subito le linee guida, ora i medici sono vaccinati e non hanno più scuse: devono visitare i loro pazienti».
- LA MAMMA SPIEGA AI POLITICI I DISAGI DELLA DAD
Basta attesa senza cure: il Piemonte sfida le linee guida
Il Piemonte è la prima regione a sconfessare le linee guida ministeriali sulle cure a domicilio covid che prevedono vigile attesa e paracetamolo. Nel nuovo protocollo licenziato dal Cts regionale entrano l'obbligo del medico di visitare il paziente positivo e le cure tempestive per evitare il ricovero in ospedale. Sdoganata anche l'idrossiclorochina. L'assessore Icardi: «La gente deve essere curata a casa, il Governo deve farsene carico».
COVAX, SOLIDARIETA' E SENSI DI COLPA di Anna Bono
Il mio covid: le cure domiciliari salvano, non il fai da te
Non vaccinato, ma con piena fiducia negli uomini di scienza tanto da partecipare a una sperimentazione terapeutica. Non solo il trivaccinato Galli può guarire: il covid si vince con le cure domiciliari purché ci sia un medico che si prenda cura di te e il paziente faccia tutte le cure senza sospenderle alla scomparsa dei primi sintomi. La cronaca di una guarigione e il pensiero per chi invece è stato abbandonato e si è buttato sul fai da te, insieme alla Tachipirina e vigile attesa la strada migliore per complicanze e ricovero.
- IL SEGRETO PER GUARIRE: CURARSI PRESTO E BENE di Paolo Gulisano
- DRAGHI IN RETROMARCIA, TORNA UN LOCKDOWN DI FATTO di Ruben Razzante
TAR contro il governo, riabilitate le cure domiciliari
L'annullamento da parte del TAR della circolare ministeriale che imponeva ai medici di base "tachipirina e vigile attesa" è di grande importanza perché si riconosce finalmente ai medici di poter utilizzare tutte le possibilità terapeutiche offerte dalla Farmacologia. Ma c'è anche l'indignazione di tante famiglie che hanno perso i loro cari per quello che è corretto definire abbandono terapeutico.
- STORIA DI UNO STUPRO FARMACOLOGICO, di Silvana De Mari
Noi, pionieri delle cure domiciliari e i nostri studi sorprendenti
«I risultati dei nostri studi, provenienti da realtà differenti, col 5% di ricoveri hanno dato grande forza al gruppo nel perseguire una politica sanitaria derivante da dati raccolti nella pratica clinica e non da teorie elaborate a tavolino e mai modificate». La testimonianza di uno dei primi medici che ha curato a casa e ha prodotto risultati poi utilizzati nella causa col Ministero al Tar.
Cure a casa ok, fu omissione di soccorso di Stato
Lancet approva gli studi sulle terapie domiciliari precoci a base di antinfiammatori, tra i quali svetta l'indometacina: «Riducono il 90% delle ospedalizzazioni». Corriere e media esultano solo ora, per la Bussola è una notizia "vecchia" di due anni. Anni segnati da cure negate nel nome della vigile attesa di Speranza & Co e nell'imposizione dogmatica del vaccino. Ora chi pagherà per le migliaia di morti curati tardi, per gli ospedali collassati e per i medici sospesi o indagati?
Vogliono processare le cure domiciliari
La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini sul caso di Alberto Dallari, ora le strade sono due: o il giudizio o l'archiviazione. L'avvocato del medico di Ippocrateorg indagato per aver curato un paziente di Covid: "È caduta anche l'accusa di omicidio colposo, resta l'omissione di soccorso". Una beffa, dato che Dallari intervenne per curare proprio perché il paziente non era assistito dal curante. Se ci sarà un rinvio a giudizio si profilerebbe un processo politico: cure precoci contro vigile attesa.
- SCHIAFFO DI BASSETTI AI DANNEGGIATI
«Danneggiati e cure: la Commissione Covid indagherà a 360°»
«La Commissione Covid avrà gli stessi poteri della magistratura e indagherà anche su cure domiciliari e sulle reazioni avverse al vaccino. Nessun processo, ma dobbiamo capire se i governi di allora fossero in possesso di tutti gli elementi per decidere con trasparenza e conoscenza». Intervista al viceministro Bignami sulla bicamerale dedicata alla gestione della pandemia: «Se il Pd dovesse buttarla in rissa, pronti a varare una monocamerale al Senato».
Vaccini, lockdown e cure: sfida a due anni di pandemia
Nel testo approvato dalla Camera che istituisce la Commissione Covid si indagherà anche sugli effetti avversi del vaccino, sulle mancate cure domiciliari e sulla legittimità costituzionale dei lockdown. Avrà lo stesso potere delle Procure e potrà acquisire dati e informazioni scomode sull'occultamento delle reazioni avverse, come il caso Aifa leaks sta delineando. Il raggio d'azione fa ben sperare. Ora la volontà di riuscita è tutta politica perché dipenderà da chi si deciderà di ascoltare.
“Allarmi ingiustificati sul Covid, ora abbiamo le cure”
Governo e media diffondono l'informazione che la situazione stia tornando ai livelli di aprile per spaventare. Ma a smentirli è il lavoro quotidiano di chi il Covid lo cura in corsia. Come l'ospedale San Matteo di Pavia, leader nella cura al plasma che in questi mesi ha continuato a studiare il virus: «Qualche caso c'è, ma niente di paragonabile ad aprile. Rispetto a quest'inverno abbiamo due vantaggi: l'esperienza medica e le cure». Plasma, Remdesivir, Eparina e adesso anche il Desametasone: «Ecco quando usarli con efficacia. La ripresa di questi mesi è fisiologica, ma non finiremo come con la Spagnola».
- L'ICONA DI SANTO STEFANO CON IL VACCINO, di Miguel Cuartero
Covid, tra minacce fantasma e cure: "L'antipolio ci salverà"
L’epidemia di Covid-19 in Italia si sta spegnendo: casi e mortalità praticamente azzerati, ma Conte vuole una proroga dello stato di emergenza per mantenere alta la pressione psicologica sulla popolazione. Intanto la scienza va avanti e una risposta alla cura potrebbe arrivare dal vaccino antipolio. Ne è convinto il virologo americano Gallo, che è pronto a giocarsi la carriera. E anche lo scienziato Matteo Bertelli che in questa intervista alla Bussola spiega perché.
Zero ricoveri nella trincea delle cure domiciliari precoci
L'andamento dei contagi dimostra che il vaccino non basta e le cure sono indispensabili. Dall'esperienza sul campo dei medici per le terapie domiciliari anti-Covid nasce uno studio che smentisce la vulgata Tachipirina & vigile attesa. «Indometacina, Cardioaspirina ed esperidina nei pazienti trattati: zero ricoveri se assunte nei primi 3 giorni». Parla alla Bussola il professor Fazio, uno degli autori che, con il professor Bellavite, ha messo a punto uno schema terapeutico incoraggiante a disposizione della comunità scientifica.
Migliaia i medici in piazza, mentre l'Ordine apre procedimenti
Riuscita la manifestazione del comitato per le cure domiciliari precoci che ha portato in Piazza del Popolo a Roma migliaia tra medici e pazienti guariti per testimoniare la bontà delle cure precoci e chiedere ascolto al Ministero per la revisione del protocollo. Intanto però l'Ordine dei medici ha aperto un procedimento verso alcuni medici colpevoli di aver detto che il Covid si cura.
Siete medici, non Schettino: rimettetevi quei camici
La vera emergenza sanitaria è la "diserzione" dei medici di base che non curano i sintomi dei pazienti Covid i quali devono poi ricorrere al fai da te rischiando l'ospedale. Oppure scrivono alla Bussola, che non può fare nulla. Le realtà sussidiarie di medici in rete sono state demolite da campagne denigratorie oppure intasate perché non possono sostituirsi allo Stato. Storture di una rete di medicina territoriale che ha detto ai professionisti di non curare il virus, ma di occuparsi di burocrazia. Però se si mettono a vaccinare ricevono subito 80 euro in più di diaria.
«Pazienti abbandonati e medici condizionati: tanti potevano salvarsi»
Dietro la sentenza del Tar che annulla la circolare del Ministero sulla vigilante attesa, c'è Erich Grimaldi, avvocato fondatore del Comitato per le Terapie domiciliari. Che alla Bussola accusa Speranza, ma non solo: «Responsabili anche Aifa e sindacati dei medici. Con l'indicazione della vigile attesa i medici sono stati condizionati, per evitare guai, nella loro libertà di cura. Così molti pazienti che potevano salvarsi sono stati abbandonati». Negligenza o malafede? «Di sicuro il sistema di cura territoriale è stato paralizzato e quello ospedaliero è collassato».
- NOI PIONIERI DELLE CURE E I NOSTRI STUDI di Alessandro Capucci
- VIRUS E BATTERI: LE VERITA' DI MONTAGNIER di Paolo Gulisano
«Medici di base impotenti. Ma ho continuato a curare»
«La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti, ma io ho continuato a curare e non ho avuto né un decesso, né un ricovero in terapia intensiva». La testimonianza di un medico di base di Bologna che rivela come il ministero «abbia disincentivato i pazienti dal ricorrere a noi medici di famiglia». Il mistero delle sovradiagnosi da Covid e dell'attendibilità dei tamponi.
Medici contro e protocolli rigidi, no. Più osservazione, sì
Ci sono diversi professionisti che hanno individuato i farmaci e le terapie più efficaci per curare a domicilio i malati di Coronavirus, grazie all’esperienza concreta e a un passaparola virtuoso. Non servono invece le rigidità di certi protocolli, né la guerra civile tra medici. Bisognerebbe impegnarsi ad abbassare i toni, che è un dovere innanzitutto verso i malati.
Clorochina, i medici smontano lo studio "negazionista"
Ennesimo studio, finanziato da Bill Gates, pretende di dimostrare che l'uso dell'idrossiclorochina in fase precoce sia inutile. Ma è pieno di limiti e gli scienziati che hanno condotto studi positivi scrivono alla rivista per confutarlo: «Una media di 6 giorni per l'inizio delle terapie non può essere considerata fase precoce». Sotto accusa anche l'esiguo numero di pazienti coinvolti e la mancanza di dati clinici sulle loro condizioni. «Il reclutamento è avvenuto via social e senza visite. Non può essere considerato attendibile».
Remuzzi: «Capisco i medici, ma il Ministero ha le sue regole»
«Il Ministero non poteva fare diversamente, molti dei farmaci che si vorrebbero usare nella cura domiciliare precoce non hanno indicazioni per quella patologia, anche il nostro studio sui FANS è assente perchè non è ancora pubblicato». Il professor Remuzzi dell'Istituto Mario Negri commenta la revisione delle linee guida: «Non avrei insistito così tanto sulla Tachipirina, positivo l'ingresso delle monoclonali».
Ultimatum dei medici in piazza: «Cambiate i protocolli»
Scenderanno in piazza in camice bianco. Con loro ci saranno i loro pazienti guariti che indosseranno la T-shirt per le cure domiciliari precoci. «Chiederemo a Speranza perché i medici del territorio non sono stati coinvolti nella revisione del protocollo. La vigilante attesa non è provata da nessuno studio. E se non otterremo risposte ricorreremo al Tar contro le nuove linee guida». L'avvocato dei medici per le cure domiciliari precoci, Erich Grimaldi, illustra alla Bussola la conferenza di Piazza del popolo di sabato 8 maggio. Un evento storico, in cui per la prima volta i medici protesteranno «col governo per cambiare i protocolli di cura per la tutela della salute pubblica».
-IL DOSSIER COVID AT HOME
Clorochina e cure: medici contro Burioni. Ma tifava per il farmaco
L'avvocato dei medici che conducono la battaglia del Covid at home denuncerà il virologo Roberto Burioni per le sue parole contro il protocollo domiciliare del Piemonte («piemontesi, ribellatevi») e l'uso della clorochina («da buttare nel water»): «Intimidazione inaccettabile, linee guida scientifiche». Oggi è contro il suo uso, ma anche lui faceva il tifo per le proprietà della clorochina contro il Covid, sbagliando però i tempi di somministrazione. E ora non ne riconosce i benefici in fase precoce.
«Basta ricoveri». La Lega punta sulle cure domiciliari
In assenza di risposte da parte del Ministero, la Lega ha messo attorno a un tavolo alcuni specialisti per mettere a sistema le esperienze di cura domiciliare del Covid con lo scopo di indirizzare l'azione del governo. Il persistere dei ricoveri e l’evidente fallimento delle politiche di lockdown, portano l’attenzione sul problema delle cure.
-IL DOSSIER: COVID AT HOME
«Le attese nelle cure si sono rivelate dannose»
Lo studio del Mario Negri è la prima pubblicazione controllata sul trattamento precoce domiciliare del Covid: «Pochi, semplici trattamenti antinfiammatori e solo il 2,2% ricoverato». L'infettivologo Fredy Suter, coordinatore della ricerca guidata dal professor Remuzzi, alla Bussola. «La vigile attesa con Tachipirina non è stata vincente: si è rivelata dannosa». La soluzione era a portata di mano? «Serviva il coraggio di uscire dagli schemi».
- LA LEGA PUNTA SUL COVID AT HOME di Paolo Gulisano
Cure domiciliari, un primo passo del Parlamento
Il Senato ha approvato con 212 sì (2 no e 2 astenuti) un ordine del giorno con primo firmatario il leghista Romeo che impegna il Governo ad aggiornare i protocolli per le cure domiciliari dei pazienti con Covid-19. Si chiede di superare la logica della “vigile attesa” e tenere conto dell’esperienza sul campo dei medici con l’uso di farmaci già esistenti. Un primo passo, che va oltre la strategia vaccinocentrica.
«Cure date tardi»: così uno tsunami abbatte il plasma
L'insuccesso di TSUNAMI, lo studio dell'Istituto Superiore di Sanità, è il risultato della solita somministrazione tardiva di plasma iperimmune su pazienti Covid già con polmonite e in ospedale. La denuncia arriva dagli stessi trasfusionisti che hanno lavorato su un protocollo nato "zoppo". «In Europa, Usa e Argentina il successo è in fase precoce a domicilio, lo studio italiano ha una colpa perché rischia di danneggiare il futuro delle terapie al plasma». Parlano alla Bussola Perotti (Pavia), Franchini (Mantova) e Focosi (Pisa).
- MASCHERINE E BAMBINI: C'È UN GIUDICE IN GERMANIA di Luisella Scrosati
Ora è chiaro: il nemico delle cure a casa è Speranza
Nonostante il Senato abbia impegnato il Governo a rivedere i protocolli di cura domiciliare, il Ministero ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che lascia libertà di cura ai medici di non utilizzare il protocollo della vigile attesa. È ormai chiaro che Speranza avversa le terapie domiciliari. Infatti nel suo libro "fantasma" non c'è alcuna traccia di Covid at home, ma c'è molto dell'utopismo e del paternalismo della Sinistra green.
Cure a casa: tanti veti, restano Tachipirina e vigile attesa
Il Ministero della Salute ha aggiornato le linee guida per la terapia domiciliare, ma le novità sono poche e il documento appare insufficiente: è evidente che Speranza vuole il controllo di questa partita, di importanza fondamentale. Molti i veti: su idrossiclorochina, cortisone, antibiotico, eparina, vitamine. Che cosa resta al "povero" medico? Ancora vigile attesa e Tachipirina.
- REMUZZI: «CAPISCO I MEDICI, IL MINISTERO HA LE SUE REGOLE» di Andrea Zambrano
- GREAT BARRINGTON DECLARATION, SEI MESI DI LINCIAGGIO MEDIATICO di S. Magni
Cure e medici: si doveva dare libertà, non criminalizzare
Piuttosto che interferire con le attività cliniche, il sistema sanitario avrebbe dovuto lasciare piena libertà ai medici di consigliare sani stili di vita e prescrivere in scienza e coscienza i farmaci. Invece sono stati ostacolati e ora vengono anche indagati come nel caso del medico accusato di omicidio colposo per aver curato. Eppure, intere schiere di malati sono state abbandonate senza assistenza e si sono rivolte a liste di medici resisi disponibili per via telematica, cosa del tutto lecita in caso di emergenza. Gli errori accertati della vigile attesa con paracetamolo. E il progresso sulla cura del paziente covid.