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INTERVISTA A GRIMALDI

«Pazienti abbandonati e medici condizionati: tanti potevano salvarsi»

Dietro la sentenza del Tar che annulla la circolare del Ministero sulla vigilante attesa, c'è Erich Grimaldi, avvocato fondatore del Comitato per le Terapie domiciliari. Che alla Bussola accusa Speranza, ma non solo: «Responsabili anche Aifa e sindacati dei medici. Con l'indicazione della vigile attesa i medici sono stati condizionati, per evitare guai, nella loro libertà di cura. Così molti pazienti che potevano salvarsi sono stati abbandonati». Negligenza o malafede? «Di sicuro il sistema di cura territoriale è stato paralizzato e quello ospedaliero è collassato». 
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Attualità 18_01_2022

«Non solo Speranza. La vigile attesa è stata avallata dal sindacato dei medici e dall’Aifa. Senza la vigile attesa avremmo avuto molti meno morti».

Il giorno dopo la sentenza del Tar del Lazio, che annulla la circolare del Ministero della Salute del 26 aprile 2021 sulla gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars CoV2, per Erich Grimaldi non è il tempo dell’esultanza, ma dell’azione: l’attività dell'associazione UCDL, nata proprio nel giorno dell'emanazione delle linee guida a sostegno del Comitato per le cure domiciliari prosegue con una marcata «azione politica» che parte anzitutto dal fatto che questo è «diventato un movimento a tutti gli effetti».

Ma dietro c’è anche la revisione delle linee guida tenendo conto delle indicazioni del Senato. «Indicazioni colpevolmente disattese da Speranza», rimarca alla Bussola Grimaldi, vero padre del successo al Tar (con lui la collega Valentina Piraino del Foro di Roma) che sancisce per la prima volta che, sulla gestione di un aspetto decisivo della pandemia, il Governo di Draghi e prim’ancora di Conte hanno sbagliato sotto l’aspetto delle cure.

Grimaldi, ora tutti se la prendono con Speranza...
Resta il responsabile numero uno, ma tutto quello che è fatto dal Ministero è stato avallato dai sindacati tra cui anche la FIMMG con Silvestro Scotti che ha sottoscritto le annullate linee guida, confermando l’atteggiamento attendistico. Oggi mi fa ridere Anelli (Filippo, presidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici ndr), che minimizza la sentenza dicendo che la libertà prescrittiva dei medici non è mai venuta meno. 

E invece?
E invece i medici sono stati impediti nello svolgimento di una cura domiciliare proprio perché anche i sindacati in quota governativa hanno contrastato il concetto di cura domiciliare precoce, limitandosi alla vigilante attesa, con i danni che abbiamo visto. Chiunque può constatarlo.

La notizia è di oggi: un medico di Salerno ha curato 3000 pazienti andando a visitarli personalmente a casa. Nessuno è morto, ma ora subirà un procedimento dell’Ordine della sua città per aver trasgredito la circolare ministeriale. Rischia la sospensione.
Non mi dice nulla di nuovo: il medico fa parte del nostro comitato, tantissimi curati da lui sono insorti.  Se abbiamo ordini che si schierano contro questa esperienza di fatto non cambierà niente perché non daranno indicazioni agli iscritti. Se poi si mettono a fare la guerra a chi cura personalmente, allora…

Anche Aifa, però, è stata latente…
Altroché. Così come il Cts, cui Speranza ha demandato la paternità della circolare. Ma non è vero: è stata licenziata dal Dipartimento di prevenzione che è in capo a lui.

Perché è importante questa sentenza?
Perché il Tar ha stabilito che non puoi condizionare i medici di medicina generale dando linee guida così stringenti dove sono più le indicazioni delle cose da non fare rispetto a quella da fare. No antibiotico, no cortisone, no eparina. È il medico che decide quando e come questi farmaci devono entrare in campo. Queste sono state le premesse per decretare un vero e proprio abbandono terapeutico.

Non è un po’ esagerato?
Affatto. Di fronte alle linee il medico aveva due strade: o discostarsene e intervenire, col rischio di finire sotto procedimento come il caso che avete appena citato, o attenersi alla vigilante attesa anche in presenza di sintomi.

…E la Tachipirina…
Non è tanto il problema del paracetamolo, che pur riduce le scorte di glutatione, come emerso da numerose pubblicazioni, ma il fatto che si è scelto di attendere quando invece tutti i medici che non hanno mai smesso di curare dicevano che bisogna fare l’opposto, cioè intervenire decisamente con farmaci in grado di fermare l’infiammazione sul nascere.

Quali?
Questo sta alla valutazione in scienza e coscienza del medico.

Quindi i medici, in sostanza, hanno sposato la vigilante attesa per evitare guai?
Esattamente.

Il Ministero ha detto che si opporrà alla sentenza.
Non mi preoccupa. Lo diffiderò tenendo presente l’ordine del giorno approvato in Senato.

Che cosa hanno detto i medici del comitato?
Che finalmente un giudice ha riconosciuto la bontà del loro operato, ma la vera notizia è un’altra.

Quale?
Poche ore dopo la sentenza di sabato si sono aggiunti decine di medici disposti a far parte del Comitato terapie domiciliari.

Se ci fosse stato un approccio meno attendista si sarebbero potuti evitare molti morti?
Senza alcun dubbio.

Ora come proseguirete?
La battaglia è vinta, ma la guerra non è affatto finita. Chiediamo che vengano effettuati studi randomizzati sugli schemi terapeutici, come ad esempio lo schema Fazio-Bellavite. Ma per farlo ci deve essere il coinvolgimento delle istituzioni.

E sul versante giudiziario?
Andrà avanti l’esposto penale alle procure di Bergamo e Roma.

Perché, secondo lei, è accaduto tutto questo?
Negligenza? Incompetenza? Malafede? Guardi, dopo quasi due anni non saprei proprio che cosa dire. Di certo il risultato finale è stata la paralisi del sistema di cura territoriale e il collasso del sistema ospedaliero.

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