Governo contro regioni. Speranza che le cose cambino
L'ordine dato all'ultimo minuto dal ministro Speranza per la chiusura delle piste da sci è un brutto segnale di continuità con il precedente governo. Ma la presenza di ministri sensibili agli interessi delle regioni del Nord, come Giorgetti allo Sviluppo economico, Garavaglia al Turismo e la Gelmini agli Affari regionali fa sperare in un cambiamento
Ambiente, famiglia, scuola, digitale: questo governo è pericoloso
Solidarietà nazionale e retorica delle competenze mascherano una visione ideologica non diversa dal governo precedente, ma addirittura più determinata. Alla conferma di ministri - Speranza, Lamorgese, Bonetti - che già hanno fatto male con Conte in settori chiave, si somma l'ingresso di tecnici che promettono un'agenda ben lontana dalle nostre istanze: scuola, famiglia e le transizioni digitale ed ecologica, sono le materie più preoccupanti.
Draghi col freno: contentino ai partiti con vista Quirinale
Con un Parlamento a maggioranza grillina e una frammentazione molto elevata tra i partiti, Draghi applica il Manuale Cencelli: tanto a uno tanto all’altro per evitare di scontentare i partiti che lo sostengono. Le responsabilità del Ministero della salute nella gestione della pandemia sono sempre più evidenti, ma Speranza viene riconfermato. E così Di Maio. L'impressione è che sarà un governo breve, giusto il tempo di approvare il Recovery. Con uno sguardo al prossimo obiettivo: il Quirinale
- GIUSTIZIA DA RECOVERY: APPUNTI PER LA CARTABIA di Andrea Zambrano
Su Draghi, anche la destra è divisa e in cerca di un ruolo
Se la sinistra piange, la destra non ride. Formalmente è divisa, con Lega e FI che sostengono il governo Draghi e Fratelli d'Italia da soli all'opposizione. La Meloni si erge a rappresentante unica degli scontenti e intanto occupa più poltrone degli altri. Riuscirà il centrodestra a ritrovare la quadra su candidati sindaci in primavera, nuovo Presidente nel 2022 ed elezioni del 2023?
I grillini vogliono Draghi e fingono di consultare gli iscritti
Il voto sulla piattaforma Rousseau segna per i grillini l'ultima residua credibilità che hanno faticosamente mantenuto presso il loro elettorato e che uscirebbe inevitabilmente compromessa in caso di appoggio a quello che da molti viene considerato il governo dei poteri forti.
Il governo non c'è ancora, ma è già scontro sui migranti
L'esempio di poche navi delle Ong, la Ocean Viking e le navi di Open Arms, ha spinto una nuova ondata di emigranti nel Mediterraneo. La Lega non pone l'immigrazione clandestina (in crescita durante il governo Conte 2) come pregiudiziale, ma il Pd cerca lo scontro su questo tema.
Avanti con Draghi, ma tutti hanno il mal di pancia
Tutte le forze politiche cercano di salire sul carro del futuro Presidente del Consiglio per evitare di lasciarlo nelle mani dei rivali e devono gestire parecchi mal di pancia: da Leu, che non vuole il Carroccio, ai 5 Stelle, che sono in ebollizione anche perché dovrebbero governare con l'odiato Cavaliere.
La sovranità del popolo è morta. E nessuno dice nulla
A prescindere da quello che vorrà e saprà fare, è un dato di fatto che per l'ennesima volta abbiamo con Mario Draghi un capo del governo non eletto dal popolo. Gli italiani vanno a votare ma poi si trovano governati da personaggi calati dall'alto. Ancora una volta si tratta di operazioni parlamentariste guidate dal presidente della Repubblica. L'articolo 1 della Costituzione viene fortemente indebolito. Ma il paradosso è che il tutto avviene nel rispetto formale della Costituzione.
- CHE VINCA O PERDA, IL PD GOVERNA di Stefano Magni
Psi: la sinistra che aveva ragione, ma perse
Turati aveva avvertito i primi comunisti, appena usciti dal Psi, che sarebbero stati delusi dall'Urss. Era vero, ma i fatti gli diedero ragione solo 70 anni dopo. Lo stesso avvenne con Bettino Craxi, ma fu lui lo sconfitto di Tangentopoli. Gennaro Acquaviva, già capo della segreteria di Craxi, ripercorre questo pezzo importante di storia italiana
- ADDIO MILANO BELLA di R. Cammilleri
Che vinca o perda, il Pd governa
Chi farà parte del prossimo esecutivo? Quale sarà il partito che se ne avvantaggerà? Finora, dal 2011 ad oggi, il Pd è sempre stato al governo, indipendentemente dai suoi risultati elettorali. E le poche volte che non lo è, si scatena l'inferno mediatico-giudiziario contro i suoi avversari.
Draghi parte in salita, i partiti non scoprono le carte
I primi segnali non sono tutti positivi per Draghi. Solo Renzi si dice entusiasta, i grillini rischiano di spaccarsi, mentre dal Pd ci sono sfumature anche se prevale la linea della collaborazione con il premier incaricato. La situazione più fluida è nel centrodestra, diviso tra favorevoli (Forza Italia) e contrari (Fratelli d'Italia) anche se non del tutto. La Lega alla prova di tenuta, che rischia una lacerazione profonda. Ma l'unica alternativa sarebbe il voto, quindi...
- UN DRAGHI IN VATICANO di Nico Spuntoni
- OCCASIONE PER FERMARE IL DDL ZAN, di Gianfranco Amato
Un Draghi in Vaticano, il sostegno di Oltretevere al banchiere laico
Benché successore laico del cattolico Fazio alla guida di Bankitalia, Mario Draghi è molto stimato in Vaticano. Nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze sociali da Papa Francesco, già con Benedetto XVI il banchiere, allievo dei gesuiti, godeva di ottima fama nella Santa Sede.