Dal comunismo alla libertà, la lezione di Balcerowicz
A 30 anni dalle rivoluzioni di velluto dell'Est Europa, il think tank Istituto Bruno Leoni ha assegnato il suo premio che celebra la libertà all’economista polacco Leszek Balcerowicz. Nel 1989 fu l'uomo chiave delle riforme in Polonia, primo Paese che passò dal comunismo al libero mercato. La NBQ gli ha chiesto come ha fatto.
L'ossessione per l'uguaglianza che livella tutti nella miseria/2
Paradossalmente, proprio a partire dalla caduta del muro di Berlino, il concetto di giustizia in Occidente è cambiato in senso marxiano. Dalla lotta alla povertà si è passati soprattutto alla lotta alla disuguaglianza. Ma i risultati sono controproducenti. Dove c'è più libertà e meno uguaglianza (Usa), al contrario, i poveri diventano più ricchi.
L'ossessione per l'uguaglianza che livella tutti nella miseria
Paradossalmente, proprio a partire dalla caduta del muro di Berlino, il concetto di giustizia in Occidente è cambiato in senso marxiano. Dalla lotta alla povertà si è passati soprattutto alla lotta alla disuguaglianza. Come se i poveri fossero poveri perché i ricchi sono ricchi. In realtà c'è ben poca correlazione fra i tassi di povertà e la disuguaglianza. E, nei casi concreti, si è visto che ridurre le disuguaglianze economiche non equivale a ridurre la povertà. Semmai si ottiene la riduzione delle risorse utilizzabili in una società, rendendo tutti un po' più poveri di prima.
Rivoluzione anti-industriale. Cosa c'è dietro lo scontro fra Mittal e il governo
Arcelor-Mittal la multinazionale franco-indiana che stava acquistando l’Ilva, ha annunciato ieri mattina il suo disimpegno. Addio Mittal? Non è detto. La Nuova Bussola Quotidiana ne ha parlato con Giuseppe Sabella, direttore del think tank Think-industry 4.0. Che ci spiega, prima di tutto che: "Qui c’è dell’altro: la volontà di restare in Italia rivedendo l’accordo complessivo fatto con il sistema-Italia". Dunque: riduzione dei posti di lavoro e soprattutto il rispetto dei patti sullo scudo penale. Perché la nuova proprietà che subentra non può rischiare il carcere per errori ereditati dal passato. Gravi le responsabilità del governo. Anche per un'ideologia anti-industriale completamente avulsa dalla realtà.
L'era glaciale delle Banche Centrali punisce il risparmio
Stiamo vivendo un paradosso: il risparmio non è più una virtù ma è divenuto un vizio. Chi è riuscito a risparmiare deve pagare per il servizio ricevuto. Chi invece si è pesantemente indebitato si può finanziare restituendo meno di quanto ottenuto in prestito. La cicala è premiata, la formica punita. Chi e perché lo vuole?
Penalizzare il risparmio, una folle idea che sa di usura
Se investimenti e crescita si fondano sul risparmio accumulato, buon senso vorrebbe che questo fosse incoraggiato e tutelato. In un mondo con rendimenti negativi, causati dalle politiche monetarie ultra-espansive delle principali Banche Centrali, ci troviamo invece nella situazione paradossale in cui è il creditore che “paga” il debitore per concedergli un prestito, un contro-senso finanziario. Una vera e propria ”usura” ai danni del risparmiatore: fino a quando?
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PENALIZAR EL AHORRO, UNA IDEA ABSURDA
Si la inversión y el crecimiento se basan en la acumulación del capital, es de sentido común pensar que el ahorro debería fomentarse y protegerse. En un mundo con rendimientos negativos provocados por las políticas monetarias ultra expansivas de los principales bancos centrales, nos encontramos en una paradójica situación en la que es el acreedor quien "paga" al deudor para concederle un préstamo, un sinsentido financiero. Una verdadera "usura" en detrimento del ahorrador: ¿Hasta cuándo?
Penalizing Saving: A Foolish Idea
If investments and growth are based on accumulated savings, common sense would say that saving should be encouraged and protected. In a world with negative returns caused by ultra-expansive monetary policies set in place by the principal Central Banks, we find ourselves instead in a paradoxical situation in which it is the creditor who “pays” the debtor in order to give him a loan, against all financial sense. It is a true penalizing of those who save: how long can this last?
Eliminare il contante, l'idea leninista per liquidare la libertà
L'eliminazione del contante, voluta da questo governo, significa pagare (al sistema bancario) per pagare ed essere pagati, ma soprattutto favorire il controllo di Stato sui movimenti di danaro costretti alla dimensione elettronica-virtuale, e cioè a ridurre la riservatezza, ch'è uno dei costitutivi della libertà. Già Lenin ci aveva pensato.
Guerra al contante, assalto alla nostra ultima libertà
Vessare il Paese con un’imposizione fiscale da far impallidire lo sceriffo di Nottingham, considerare l’evasione come la causa principale dei nostri problemi economici e poi additare il contante come lo strumento principale dell’evasione è solo moralismo. Non compete allo Stato decidere se i cittadini possano o meno detenere contante
Più soldi alle ferrovie? Più debiti che benefici
I treni sono nel complesso più convenienti per consumo di energia, sicurezza e spazio. Eppure, gli spostamenti su rotaia rappresentano una quota molto limitata del totale, e non per mancanza di fondi: circa 1.000 miliardi in vent’anni nei 28 Paesi Ue. Dare più soldi alle ferrovie si tradurrebbe in nuove tasse. Inoltre, le misure pensate per aumentare la tassazione sulle auto influiranno poco su scelte individuali ed emissioni.
Il j'accuse di Tremonti: come l'Italia fu "suicidata" nel 2011
Tremonti torna sulle vicende che a fine 2011 portarono a quello che è stato definito il “golpe bianco” contro l’ultimo governo Berlusconi. Pressione ed effetto panico indotti da Francia e Germania perché non volevamo salvare le loro banche dalla crisi greca.
-L'INCIUCIO GIALLOROSSO E' SERVITO di Ruben Razzante