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l'ex ministro copre gli errori

Speranza mente: Tachipirina e vigile attesa raccomandate da lui

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Le bugie di Speranza per coprire il fallimento della raccomandazione "Tachipirina e vigile attesa", ammessa anche dall'Ordine. E che non poteva essre un'invenzione dei no vax, dato che si chiedeva un cambio di passo sulle linee guida ben prima del vaccino. Ecco come andarono le cose. 
- Medici di base più vicini ai pazienti, una riforma epocaledi Paolo Gulisano

Attualità 05_02_2025

Quando l’ex ministro della Salute Roberto Speranza dice che il protocollo Tachipirina & vigile attesa non esiste, ma è un’invenzione dei no vax (come fatto venerdì scorso a Villafranca di Verona rispondendo alla giornalista Angela Camuso), non dice semplicemente una bugia, ma dice due bugie grosse come una casa sapendo di mentire. Il protocollo invece esisteva sotto forma di raccomandazione stretta, come ammesso recentemente dall’Ordine dei medici in audizione in Commissione Covid. Ed è esistito almeno fino alla fine della seconda ondata pandemica quando sulla scia delle evidenze e delle proteste è stato lievemente modificato, per la verità solo con l’aggiunta dei FANS, ma rimanendo inalterato nello schema.

Ma la Tachipirina & vigile attesa sono sempre rimasti come metodo di approccio che sconsigliava un intervento di cura immediato e tempestivo, che avrebbe invece ridotto le ospedalizzazioni.

La seconda bugia è riferita all’aver attribuito ai no vax questa definizione, per il semplice motivo che del metodo Tachipirina & vigile attesa si parlava ben prima che arrivasse il vaccino e venisse somministrato. Dunque, molto prima della creazione mediatica del no vax come nemico pubblico numero uno al quale addossare tutte le colpe.

Andiamo con ordine.

L’approccio inerte e attendista di fronte al Covid 19, poi perfezionato successivamente nell’espressione “vigile attesa” è stato certificato fin da subito dalle prime circolari del ministero della Salute. Quella del 27 gennaio 2020 (la numero 2302) e quella del 22 febbraio 2020 (numero 5443) nelle quali Speranza raccomandava espressamente di «disincentivare iniziative di ricorso autonomo ai Servizi sanitari (P.S., MMG, medico di continuità assistenziale-CA)». Era l’inizio dell’approccio di inerzia che ha poi provocato i numerosi casi di abbandono terapeutico successivi.

Così scriveva la Bussola intervistando il medico Maria Grazia Dodini: «Il 22 febbraio di quest’anno è stata comunicata la circolazione di un nuovo coronavirus. Il Ministero della Salute ha mandato un’ordinanza a tutti noi medici del territorio, dicendoci sostanzialmente che eravamo di fronte a un nuovo virus, sconosciuto, per il quale non esisteva alcuna terapia. La cosa paradossale è che fino a quel giorno avevamo gestito i medesimi pazienti con successo, senza affollare ospedali e terapie intensive; ma da quel momento si è deciso che tutto quello che avevamo fatto fino ad allora non poteva più funzionare. Non era più possibile un approccio clinico/terapeutico».

Non curare, dunque. Soprattutto guai a curare a casa i pazienti ai primi sintomi.

Prova ne è che nell’analisi sistematica dei verbali del Cts, il comitato di scienziati di cui Speranza si è circondato per prendere ogni decisione, mai si parla di un approccio medico domiciliare nella cura del covid e mai si affronta il tema delle cure da somministrare subito da parte dei medici di medicina generale: tutto era orientato ad affrontare il Covid 19 come malattia ospedaliera, ma il Covid 19 diventava una malattia ospedaliera perché non si è intervenuto tempestivamente a casa come ammesso da molti rianimatori in terapia intensiva e medici.

Per trovare l’espressione “vigile attesa”, però, dobbiamo andare alle circolari successive che codificarono questo metodo sciagurato, oggi possiamo dirlo, come prassi medica di fronte al Covid 19.

Nella circolare del 30/11/2020 (la numero 24970), dunque durante la seconda ondata e prima dell’arrivo del vaccino, a pagina 10 troviamo: «In particolare, nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, sulla base delle informazioni e dei dati attualmente disponibili, si forniscono le seguenti indicazioni di gestione clinica: vigile attesa; misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria; trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo)». Il claim Tachipirina & vigile attesa nasce così. Infatti, solo nella successiva circolare del 26 aprile 2021 venivano aggiunti i FANS, che stavano dando buoni risultati di cura come evidenziato da numerosi studi. Ma anche qui l’impianto terapeutico iniziale non cambiava. Il concetto che il virus non andasse aggredito da subito, ad esempio con il cortisone, non è mai passato, anzi è stato sconsigliato, tanto che l’uso dei corticosteroidi veniva raccomandato solo in ambito ospedaliero, quando ormai per molti era troppo tardi mentre il suo uso domiciliare veniva sconsigliato almeno entro le prime 72 ore.

Numerosi però furono gli interventi dei medici per chiedere al Ministero di modificare questo approccio e non certo durante la campagna vaccinale; dunque, nessuno di loro poteva essere accusato di essere no vax.

Così il dottor Stefano Manera («usare solo il paracetamolo contro il Covid è un clamoroso errore perché il problema non è la febbre, a meno che non resti elevata per molto tempo, bensì l’infiammazione»), il dottor Andrea Mangiagalli che creò una vasta rete di medici in prima linea disposti a curare tempestivamente con eccellenti risultati in termini di mancate ospedalizzazioni e decessi («dire a uno di aspettare e prendere solo il paracetamolo è criminale»). E ancora i professori Cavanna, Capucci, Varese, non c’era medico impegnato nella cura precoce del covid che non definisse sciagurato l’approccio della vigile attesa con paracetamolo.

O come Fredy Suter, autore con il professor Remuzzi dell’Istituto Mario Negri del primo protocollo di cura domiciliare precoce basato su antinfiammatori e eparine poi pubblicato su Lancet, che mise una pietra tombale sulla vigile attesa e fece poi correre ai ripari senza sprezzo del ridicolo Speranza, alla Bussola si lasciò sfuggire: «La vigile attesa con Tachipirina si è dimostrata dannosa». Anche lui no vax?

Per non dimenticare le tante associazioni di medici come Ippocrate.org e il Comitato terapie domiciliari precoci dell’avvocato Erich Grimaldi che ingaggiò una lunga battaglia al Consiglio di Stato e al Tar per chiedere l’annullamento delle circolari attendiste.

Anche Giorgio Palù, poi divenuto presidente dell’Aifa si scagliava in quei giorni contro la Tachipirina & la vigile attesa tanto che nel 2023 ai microfoni di Porta a Porta ammise: «I medici finalmente capirono che si soffocava per tromboembolia e quando si è capito che bisognava usare gli antinfiammatori che sono stati un aiuto importantissimo. Non serviva certo la Tachipirina e la vigile attesa». Ma due anni prima in un’intervista alla Bussola, lo stesso disse: «Ho sollecitato da tempo il ministro Speranza sulla revisione dei protocolli di cura domiciliare, da quello che so ha incaricato l’Agenas di occuparsene». Ma l’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, per bocca del suo direttore interpellato dalla Bussola disse: «Non abbiamo avuto ancora incarico dal Ministero della Salute di lavorare su protocolli di cure domiciliari Covid. Abbiamo appena concluso linee giuda su setting assistenziali sui ricoveri ospedalieri e strutture intermedie covid».

Molti medici scrissero al viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri, che provò inutilmente ad adoperarsi per una revisione di quelle raccomandazioni ministeriali. E mentre sempre più medici chiedevano un intervento di Speranza, la Regione Piemonte decise di fare da sola licenziando un protocollo autonomo e indipendente da quello del Ministero: «La vigile attesa? Assolutamente no, non la consideriamo proprio come una buona pratica», spiegava alla Bussola Claudio Sasso, coordinatore area medicina territoriale del Dirmei, il Dipartimento interaziendale per le malattie infettive che è il braccio esecutivo dell’assessorato alla Sanita piemontese. «Il protocollo è incentrato sull’intervento immediato, tempestivo, sia diagnostico che terapeutico».

Un nuovo appello dei medici il 15 dicembre 2020 aveva fatto da anticamera alla decisione del Consiglio di Stato di riabilitare le cure precoci a base di idrossiclorochina, mentre dopo la decisione del Tar del marzo 2021, il Governo si oppose, mostrando chiaramente che il vero nemico delle cure domiciliari era proprio Speranza e la vigile attesa una comoda scorciatoia per attendere il salvifico vaccino a cui sottoporre poi tutta la popolazione.

Quelle di Speranza sono due bugie gravi per coprire l’atteggiamento attendista del Ministero che ha provocato l’eccessiva ospedalizzazione dove i malati arrivano ormai troppo tardi per ricevere le cure che si potevano somministrare prima se i medici non fossero stati disincentivasti da quelle circolari che sconsigliavano un approccio diretto e immediato di cura.



IL MINISTERO SI OPPONE

Ora è chiaro: il nemico delle cure a casa è Speranza

23_04_2021 Andrea Zambrano

Nonostante il Senato abbia impegnato il Governo a rivedere i protocolli di cura domiciliare, il Ministero ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che lascia libertà di cura ai medici di non utilizzare il protocollo della vigile attesa. È ormai chiaro che Speranza avversa le terapie domiciliari. Infatti nel suo libro "fantasma" non c'è alcuna traccia di Covid at home, ma c'è molto dell'utopismo e del paternalismo della Sinistra green. 

IL NUOVO PROTOCOLLO

Cure a casa: tanti veti, restano Tachipirina e vigile attesa

28_04_2021 Paolo Gulisano

Il Ministero della Salute ha aggiornato le linee guida per la terapia domiciliare, ma le novità sono poche e il documento appare insufficiente: è evidente che Speranza vuole il controllo di questa partita, di importanza fondamentale. Molti i veti: su idrossiclorochina, cortisone, antibiotico, eparina, vitamine. Che cosa resta al "povero" medico? Ancora vigile attesa e Tachipirina. 
- REMUZZI: «CAPISCO I MEDICI, IL MINISTERO HA LE SUE REGOLE» di Andrea Zambrano

- GREAT BARRINGTON DECLARATION, SEI MESI DI LINCIAGGIO MEDIATICO di S. Magni

IL PIANO DEL MINISTERO

Cure domiciliari per tutti, tranne che per i malati covid

17_08_2021 Andrea Zambrano

Speranza scopre i vantaggi delle cure a casa e stanzia 4 miliardi per un sistema sanitario pubblico/privato per assistere i malati da casa e ridurre le ospedalizzazioni. Eppure nella lotta al covid il protocollo terapeutico è ancora Tachipirina & vigile attesa mentre il comitato cure domiciliari viene ignorato dal ministro ma riceve migliaia di richieste anche di contagiati vaccinati. Il problema sta solo nella volontà politica di curare. 

COVID

TAR contro il governo, riabilitate le cure domiciliari

17_01_2022 Paolo Gulisano

L'annullamento da parte del TAR della circolare ministeriale che imponeva ai medici di base "tachipirina e vigile attesa" è di grande importanza perché si riconosce finalmente ai medici di poter utilizzare tutte le possibilità terapeutiche offerte dalla Farmacologia. Ma c'è anche l'indignazione di tante famiglie che hanno perso i loro cari per quello che è corretto definire abbandono terapeutico. 
- STORIA DI UNO STUPRO FARMACOLOGICO, di Silvana De Mari

LO STUDIO

Cure a casa ok, fu omissione di soccorso di Stato

27_08_2022 Andrea Zambrano

Lancet approva gli studi sulle terapie domiciliari precoci a base di antinfiammatori, tra i quali svetta l'indometacina: «Riducono il 90% delle ospedalizzazioni». Corriere e media esultano solo ora, per la Bussola è una notizia "vecchia" di due anni. Anni segnati da cure negate nel nome della vigile attesa di Speranza & Co e nell'imposizione dogmatica del vaccino. Ora chi pagherà per le migliaia di morti curati tardi, per gli ospedali collassati e per i medici sospesi o indagati? 

CLOROCHINA, APPELLO DEI MEDICI

«Vogliamo curare, chiediamo ad Aifa un cambio di passo»

15_12_2020 Andrea Zambrano

«Siamo medici del servizio sanitario nazionale, abbiamo passato la vita a curare e vogliamo continuare a farlo». Dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato sull'idrossiclorochina parlano i medici che hanno condotto la battaglia per l'utilizzo off label dell'antimalarico. L'oncologa Paola Varese: «Ho passato le notti a studiare 600 lavori sull'HCQ e non sono mai stata così turbata dalla totale dissonanza tra ciò che abbiamo visto nella pratica clinica e la narrazione dei mezzi di stampa. Per questo chiediamo ad Aifa l'attivazione di un registro apposito». 
- LOCKDOWN, CI TRATTANO COME POLLI DI ALLEVAMENTO, di Riccardo Cascioli

In commissione covid

Cure domiciliari, bugie e omissioni: l'Ordine fa il pesce in barile

07_11_2024 Andrea Zambrano

Commissione Covid, omissioni e bugie nell'audizione del presidente FNOMCeO, Anelli: «Tachipirina e vigile attesa solo una raccomandazione, ma il medico era libero di curare». Falso: i dottori che curavano a casa con successo sono stati vessati e sottoposti a procedimenti e processi. Buonguerrieri: «Emerge un quadro grave».

Cure precoci

Speranza prende un brufen per coprire le sue bugie

30_08_2022 Andrea Zambrano

Dopo la pubblicazione di Lancet sugli antinfiammatori, Speranza cerca di correre ai ripari dicendo che «gli antinfiammatori li abbiamo sempre indicati». Ma non è vero e così mostra i suoi errori: nelle linee guida sono stati sempre indicati male, in ritardo e a vantaggio del paracetamolo, che è stato erroneamente accomunato ad un FANS. Si è trattato di due approcci opposti: vigile attesa contro cura precoce. Hanno scelto il primo, ma il vincente era il secondo. 
- VIDEO-EDITORIALE: LE BUGIE DI SPERANZA

CURARE IL COVID

Basta attesa senza cure: il Piemonte sfida le linee guida

03_03_2021 Andrea Zambrano

Il Piemonte è la prima regione a sconfessare le linee guida ministeriali sulle cure a domicilio covid che prevedono vigile attesa e paracetamolo. Nel nuovo protocollo licenziato dal Cts regionale entrano l'obbligo del medico di visitare il paziente positivo e le cure tempestive per evitare il ricovero in ospedale. Sdoganata anche l'idrossiclorochina. L'assessore Icardi: «La gente deve essere curata a casa, il Governo deve farsene carico».

COVAX, SOLIDARIETA' E SENSI DI COLPA di Anna Bono

CURARE IL COVID A CASA

«Linee guida inefficaci, così ospedali ancora intasati»

09_12_2020 Andrea Zambrano

«Nessun farmaco, impossibilità a riconoscere gli stadi del coronavirus, rifiuto di intervenire tempestivamente, mancanza di chiarezza sull'impiego dei medici di medicina generale». Le linee guida del Ministero della Salute per la cura domiciliare del Covid appena pubblicate suscitano perplessità. «Non ci si può limitare al solo paracetamolo nelle prime 72 ore, ignorate tutte le cure precoci». Il professor Capucci analizza per la Bussola il documento che dovrebbe essere di aiuto ai medici di famiglia. «E invece continunerà a intasare gli ospedali».

L'INCHIESTA/1

Noi, a casa senza cure. Storie di abbandono terapeutico

02_03_2021 Andrea Zambrano

Sono la maggioranza dei pazienti covid e hanno tutti una storia comune: sono rimasti a casa senza terapie e con il solo paracetamolo prima di essere ricoverati in ospedale. Storie di abbandoni terapeutici da covid. Pazienti che con una terapia precoce non sarebbero stati ricoverati e non avrebbero rischiato la vita. L'appello del medico di Ippocrate: «Cambiare subito le linee guida, ora i medici sono vaccinati e non hanno più scuse: devono visitare i loro pazienti».
- LA MAMMA SPIEGA AI POLITICI I DISAGI DELLA DAD

I DATI DEL MARIO NEGRI

«Le attese nelle cure si sono rivelate dannose»

02_04_2021 Andrea Zambrano

Lo studio del Mario Negri è la prima pubblicazione controllata sul trattamento precoce domiciliare del Covid: «Pochi, semplici trattamenti antinfiammatori e solo il 2,2% ricoverato». L'infettivologo Fredy Suter, coordinatore della ricerca guidata dal professor Remuzzi, alla Bussola. «La vigile attesa con Tachipirina non è stata vincente: si è rivelata dannosa». La soluzione era a portata di mano? «Serviva il coraggio di uscire dagli schemi».
- LA LEGA PUNTA SUL COVID AT HOME di Paolo Gulisano

L'INTERVISTA AL DOTTOR CAVANNA

«Il covid si cura e si cura a casa. Svuotate gli ospedali»

29_10_2020 Andrea Zambrano

In maggio conquistò la copertina del Time per la cura domiciliare del covid. Oggi il dottor Luigi Cavanna dell'ospedale di Piacenza è in prima linea per dire che «dobbiamo svuotare gli ospedali». «Prima capiamo che il coronavirus va curato a domicilio, prima risolveremo questa pandemia. La risposta ospedalo-centrica è sbagliata». La Bussola intervista l'oncoematologo: «I malati abbandonati chiamano il Pronto soccorso e gli ospedali si riempiono. È l’errore da evitare». I 5 stadi del covid e fin dove può spingersi il medico a casa. «Oggi si ricovera per polmoniti lievi, ma fino a livello tre si può gestire nelle abitazioni. Il governo ripensi l'assistenza sul territorio subito se non vuole trovarsi a curare nelle chiese». 
- GABON, MESSE VIETATE E PRETI ARRESTATI di Luca Volontè

L'INTERVENTO

Noi, pionieri delle cure domiciliari e i nostri studi sorprendenti

«I risultati dei nostri studi, provenienti da realtà differenti, col 5% di ricoveri hanno dato grande forza al gruppo nel perseguire una politica sanitaria derivante da dati raccolti nella pratica clinica e non da teorie elaborate a tavolino e mai modificate». La testimonianza di uno dei primi medici che ha curato a casa e ha prodotto risultati poi utilizzati nella causa col Ministero al Tar. 

I VERBALI AI RAGGI X

Così il governo ha scelto di gestire il Covid senza curarlo

24_12_2020 Andrea Zambrano

Il vaccino è l'unico orizzonte del governo, che da subito ha affrontato la pandemia senza agevolare la cura a casa del Covid. Una linea fatalista, che si riscontra nei verbali del Cts, nei quali le cure precoci e il ruolo dei medici di base sono stati costantemente ignorati e minimizzati. I lockdown depressivi e l'intasamento degli ospedali con record di morti sono il frutto di questo indirizzo. 

IL CASO

Cure e vigile attesa: ammissioni choc di Palù

17_05_2023 Andrea Zambrano

In veste di virologo Giorgio Palù ammette gli errori nella gestione del Covid: lo sciagurato protocollo Tachipirina & vigile attesa e la guerra a idrossiclorochina e antinfiammatori per curare. Avremmo salvato molte vite umane. Ma da presidente Aifa non si è opposto alla guerra di Speranza alle cure domiciliari. Così abbiamo avuto morti e medici alla gogna. 

INTERVISTA A MANERA

“Covid, il paracetamolo un passo indietro. Serve la prevenzione”

21_11_2020 Luisella Scrosati

«Usare solo il paracetamolo contro il Covid è un clamoroso errore perché il problema non è la febbre, a meno che non resti elevata per molto tempo, bensì l’infiammazione». «Tutti i pazienti che hanno seguito le mie indicazioni, e su cui ho praticato una medicina di prevenzione e antinfiammatoria, non hanno avuto complicazioni». La Nuova Bussola intervista il dottor Stefano Manera, anestesista-rianimatore.

COVID

«Medici di base impotenti. Ma ho continuato a curare»

05_11_2020 Luisella Scrosati

«La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti, ma io ho continuato a curare e non ho avuto né un decesso, né un ricovero in terapia intensiva». La testimonianza di un medico di base di Bologna che rivela come il ministero «abbia disincentivato i pazienti dal ricorrere a noi medici di famiglia». Il mistero delle sovradiagnosi da Covid e dell'attendibilità dei tamponi. 

LE COLPE DI SPERANZA

Niente cure, balzo dei ricoveri: «Ci sono altre priorità»

24_02_2021 Andrea Zambrano

Aumentano i ricoveri perché i protocolli di cura domiciliare Covid sono ancora quelli insufficienti a base di paracetamolo. L'assurdo viaggio della Bussola tra scaricabarile e reticenze evidenzia il fallimento della gestione Speranza, che ha messo al centro gli ospedali e ora il vaccino, dimenticando che i malati non curati precocemente oggi, sono i morti di domani. Palù (Aifa): «Linee guida da cambiare, l'ho detto al ministero, ma dicono che ci sono altre priorità». L'Agenas: «Speranza non ci ha detto di lavorare sui protocolli domiciliari». 

INTERVISTA A MANGIAGALLI

Ci risiamo: ricoveri in crescita perché non si cura subito

27_02_2021 Andrea Zambrano

«I nostri colleghi di Brescia lo dicono da giorni: i ricoveri aumentano perché la gente non viene curata subito. Ho scritto a Sileri per cambiare i protocolli di cura. Da criminali puntare sull'attesa con Tachipirina». Il dottor Mangiagalli, della rete dei medici in prima linea, torna a chiedere la revisione dei protocolli terapeutici domiciliari: «Si sta ripetendo il film dello scorso anno. E in molti ormai non chiamano neanche più il medico perché sanno che non verranno visitati».