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GALLES E GABON

Dove la polizia blocca le Messe e i preti vengono arrestati

In Gabon dove le celebrazioni eucaristiche sono vietate dallo scorso marzo, parecchie settimane dopo la riapertura dei mercati e delle università, i Vescovi avevano annunciato la ripresa delle Messe, ma file di poliziotti hanno impedito ai fedeli di entrare nelle chiese: un vescovo è stato persino brutalizzato. Non da meno è il Galles.

Libertà religiosa 29_10_2020

Galles e Gabon, due facce della stessa medaglia di Cesari che pretendono il posto di Dio. Due esempi di una ferma reazione di fedeli, vescovi e leaders cristiani contro persecutorie decisioni di governi che impediscono, limitano e assediano il culto cristiano.

In Gabon dove le celebrazioni eucaristiche ed ogni altro rito è vietato dallo scorso marzo e parecchie settimane dopo la riapertura dei mercati e delle università, i Vescovi avevano annunciato la ripresa delle messe pubbliche per domenica 25 ottobre, ma file di poliziotti hanno impedito ai fedeli di entrare nelle chiese che sono state circondate dalla forze dell’ordine e dai militari. Lo scorso 16 ottobre il governo aveva annunciato che i luoghi di culto avrebbero potuto riaprire il 30 ottobre invece del 25 ottobre, rispettando un protocollo sanitario molto restrittivo: divieto di ricevere la Santa Comunione, 30 fedeli al massimo per ogni messa, obbligo di presentare un test negativo all'ingresso della chiesa... In Gabon, i test di screening non sono rimborsati e costano tra i 10 e 30 euro, un prezzo troppo alto per moltissimi fedeli.

Di fronte alla "violazione della libertà di culto" imposta dal governo, la Conferenza Episcopale aveva ribadito la decisione di riprendere le celebrazioni il 25 ottobre. Il giorno 20 Ottobre l'Arcivescovo di Libreville Jean Patrick Iba Ba, a nome della Conferenza episcopale del Gabon (CEG), aveva ribadito che :”Nessuna porta delle nostre parrocchie rimarrà chiusa il 25 ottobre…Celebreremo il Dio vivo e vero…celebreremo la Passione del Signore come un grande atto penitenziale in ciascuna delle nostre Cattedrali con il ‘Rito di apertura della Porta Santa’”.

Successivamente il 24 Ottobre lo stesso Arcivescovo aveva preso atto “con grande rammarico dello spiegamento di forze di sicurezza e di difesa nelle vicinanze delle nostre varie parrocchie, segno della manifesta volontà dei nostri leader di violare ancora una volta la nostra libertà religiosa”, proponendo a tutti i parroci del paese di accogliere i fedeli sul sagrato delle loro chiese, di recitare una decina di "Ave Maria", di proclamare il Vangelo e poi di benedirli con il Santissimo Sacramento.

Nonostante questa proposta, esercito e polizia sono intervenuti per circondare le chiese del paese per tutta la giornata di domenica scorsa: nella parrocchia di San Giovanni Battista a Nzeng-Ayong, gli agenti di polizia hanno usato gas lacrimogeni ed “il vescovo è stato brutalizzato per costringerlo a lasciare il Santissimo Sacramento e i sacerdoti sono stati picchiati", mentre un gruppo di 40 fedeli davanti alla Cattedrale di Libreville è stato rapidamente disperso dalla polizia. Secondo La Croix, almeno due sacerdoti sono stati arrestati nel paese nella mattinata di domenica per impedir loro qualunque tipo di celebrazione religiosa. In Galles non siamo ancora questo punto, ma già la Chiesa di tutto il Galles ed alcuni leaders religiosi d’Inghilterra hanno promosso una azione legale, sostenuta dai giuristi di Christian Concern, contro l’Assemblea Nazionale ed il Primo Ministro Laburista in Tribunale.

Mai era accaduto, dopo il martirio di San Thomas Beckett che lo Stato avesse tentato di chiudere le con la forza delle armi o della legge. In Galles come in tutta l’Inghilterra i grandi supermercati, le catene di ipermercati, come altri servizi, sono aperti al pubblico, mentre ogni celebrazione religiosa è vietata dalla scorsa domenica 25 Ottobre. In una lettera pubblica, la Chiesa del Galles ha spiegato le proprie ragioni e la denuncia legale: ”Una vita umana non è solo un corpo, da sostenere con il cibo, da proteggere con la ricerca e da curare con la medicina. Siamo sia corpi sia anime. Non occorre essere cristiani per crederlo, anche se è il cristianesimo che l'ha insegnato al mondo…C'è una ragione per cui gli ospedali erano originariamente un'idea cristiana: è la convinzione cristiana del valore di una persona umana, un'immagine di Dio formata da corpo e anima, che rende un ospedale degno di essere costruito….Il che significa che la vita che dobbiamo conservare non è solo quella del corpo, ma anche quella dell'anima. Se dobbiamo sostenere il corpo è perché dobbiamo sostenere anche l'anima. E il culto cristiano è fare entrambe le cose…La natura unica ed essenziale della chiesa, come fonte di vita che né lo Stato né la sanità né i supermercati possono dare, è stata riconosciuta e protetta in Gran Bretagna almeno dai tempi della Magna Carta. Con tutte le loro differenze, le nazioni del Regno Unito sono state unite nel riconoscere che, affinché la vita umana sia veramente umana, l'incontro con Dio che la chiesa cristiana fornisce è essenziale e deve essere sempre preservato”.

E’ stato così fino al 2020, quando dopo una serie di brevi chiusure, lunedì 19 Ottobre il Primo Ministro Gallese (Laburista) ha stabilito nuovi divieti totali al culto da domenica 25 Ottobre. Naturalmente gli ospedali, gli asili, le scuole, gli uffici postale, le banche, i meccanici d’auto, i supermercati possono essere frequentati liberalmente. Eppure le chiese, che rispondono a un bisogno umano molto più profondo e sono molto più essenziali per la vita reale di qualsiasi altra di queste cose, hanno ricevuto l'ordine di chiudere. Il dato è tratto, dal Gabon al Galles man mano si fa più chiara la persecuzione verso la Chiesa e le Celebrazioni Eucaristiche, laddove Cristo si fa presente e reale. Una parola è troppo, due sono poche.