Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
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Gli jihadisti preoccupati dal Covid. Ma dilagano in Africa
CONTINENTE NERO

Gli jihadisti preoccupati dal Covid. Ma dilagano in Africa

Esteri 14_03_2020 Anna Bono

Anche i più radicali imam jihadisti sono preoccupati dalla diffusione del nuovo coronavirus Covid-19 e danno disposizioni conformi alla dottrina islamica per evitare il contagio. Fra cui evitare i Paesi colpiti dall'epidemia. Ma non l'Africa, evidentemente, che sta diventando sempre più un terreno di coltura dei movimenti armati jihadisti


L'europeismo di facciata dei burocrati Ue
LA CRISI

L'europeismo di facciata dei burocrati Ue

I fatti di queste ore dimostrano però che la coscienza solidarista, base fondamentale e imprescindibile del vincolo di appartenenza a un’Unione di Stati, si scioglie come neve al sole tutte le volte in cui ad avere bisogno non sono la Germania e la Francia ma altri Stati come l’Italia.


Il crollo delle false certezze
DIETRO AL CORONAVIRUS

Il crollo delle false certezze

Il tempo che viviamo fa crollare tutte le vuote certezze, le illusorie presunzioni di potenza, la speranza di poter contare sulle forze dell'uomo. Questo è il momento giusto per affidarsi veramente a Gesù.


Mandiamo a casa la Lagarde
BCE

Mandiamo a casa la Lagarde

“Non siamo qui per chiudere gli spread”. È bastata questa frase della presidente della Banca Centrale Europea per mandare a picco le Borse di tutta Europa. Parole irresponsabili e misure inadeguate per fronteggiare la crisi. È già ora che torni a casa.


«Le chiese a Roma riaprono». Papa e cardinale vicario, accuse reciproche
CONTRORDINE, COMPAGNI

«Le chiese a Roma riaprono». Papa e cardinale vicario, accuse reciproche

Un nuovo decreto del cardinale vicario di Roma, De Donatis, torna indietro sulla decisione di poche ore prima, dopo che anche il Papa aveva tuonato stamattina alla messa in Santa Marta contro le «misure drastiche». Le chiese a Roma riaprono dunque, ma il cardinale De Donatis scrive ai parroci romani e rivela che la decisione di chiuderle era del Papa. Le proteste di tanti fedeli e le telefonate allarmate di vescovi e cardinali lo hanno convinto a fare dietrofront. Uno spettacolo sconcertante di una gerarchia ecclesiastica in stato confusionale. E adesso i vescovi prendano coraggio e ristabiliscano le messe con popolo (pur nell'obbedienza alle disposizioni di sicurezza).
- ROMA, CHIESE CHIUSE. VOGLIONO UCCIDERE LA SPERANZA, di Luisella Scrosati
- IL BENE COMUNE HA BISOGNO DI DIO, di Stefano Fontana
- SOLI E SENZA CONFORTI: LA MORTE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS, di Andrea Zambrano
- DA CITTA' ETERNA A CITTA' DELLA PAURA, di Michael Severance II ANCHE IL CROCIFISSO DI DON CAMILLO..., di Rino Cammilleri II LA PESTE E SAN CARLO, UN ESEMPIO, di Ermes Dovico


Cari vescovi, alzatevi e dite no alle chiese chiuse
APPELLO

Cari vescovi, alzatevi e dite no alle chiese chiuse

La decisione di chiudere le chiese a Roma, suggerita dalla CEI anche alle altre diocesi italiane, è senza senso, sia dal punto di vista della ragione che della fede. Decisioni dettate dalla paura di chi non pensa ci sia un futuro. Ci auguriamo che tale gesto scriteriato risvegli la coscienza di altri vescovi: si rifiutino di chiudere le chiese e anzi, davanti all'aggravarsi dell'epidemia, riprendano le Messe con il popolo.


Soli e senza Conforti: la morte al tempo del Coronavirus
EMERGENZA CAPPELLANI

Soli e senza Conforti: la morte al tempo del Coronavirus

Con le regole ferree imposte dagli ospedali e l'assenza dei famigliari, spesso per i malati delle terapie intensive mancano i conforti religiosi necessari. «Si muore soli». Il viaggio della Nuova BQ tra i cappellani lombardi: «Spesso arriviamo a benedire le salme dopo il decesso. Ci dicono di non andare nei reparti dei contagiosi, ma è surreale perché il prete dovrebbe stare là dove c’è la sofferenza. Medici e infermieri straordinari: anche loro hanno bisogno di noi». 


Donazione del corpo, una legge “figlia” dell’eutanasia
UTILITARISMO

Donazione del corpo, una legge “figlia” dell’eutanasia

Entrerà in vigore il 19 marzo la legge in materia di disposizione del proprio corpo post mortem a fini di ricerca. Primo problema: il criterio adottato è quello della «morte cerebrale», che però non coincide necessariamente con la morte. Secondo: non c’è garanzia che il consenso sia informato. Nel complesso, è una legge impregnata dello stesso spirito utilitarista delle Dat.


Onu: una "libertà religiosa" che aggredisce le religioni
ACCUSA DELLA SANTA SEDE

Onu: una "libertà religiosa" che aggredisce le religioni

Un documento sulla libertà religiosa che aggredisce la libertà religiosa. È questo il giudizio senz’appello che la Santa Sede pronuncia di fronte al rapporto annuale, ufficialmente identificato con la sigla A/HRC/43/48, che è stato presentato alla 43esima sessione del Consiglio per i diritti umani dell’Onu.


Pell, sentenza rinviata. L’accusa in difficoltà
IL PROCESSO PER ABUSI

Pell, sentenza rinviata. L’accusa in difficoltà

L’Alta Corte di Canberra ha rinviato il giudizio sul ricorso di George Pell contro la condanna a sei anni per presunti abusi. Nel dibattimento l’accusa ha dovuto ammettere l’esistenza di un ragionevole dubbio sulla colpevolezza del cardinale. Per le domande fatte, i giudici sembrerebbero propendere per l’assoluzione. Ma visto il clima anticattolico che ha accompagnato fin qui il processo, gli amici del cardinale si mantengono cauti e chiedono preghiere.


Toh, anche il crocifisso di Don Camillo contro l’epidemia
L’INIZIATIVA DI UN PARROCO

Toh, anche il crocifisso di Don Camillo contro l’epidemia

La storia del cristianesimo è piena di miracoli legati a processioni di immagini e oggetti sacri. Ma non era mai successo che qualcuno si affidasse a un’immagine di origine cinematografica. Lo ha fatto in questi giorni (e non è la prima volta) don Evandro Gherardi, parroco di Brescello, che ha esposto sul sagrato il crocifisso di Don Camillo contro il coronavirus


La peste e san Carlo, i vescovi prendano esempio
MODELLO DI PASTORE

La peste e san Carlo, i vescovi prendano esempio

Le Messe con popolo sospese dalla Cei per il coronavirus? Non così fece san Carlo Borromeo, patrono dei vescovi, di fronte alla terribile peste del 1576-77. Rimproverò le autorità civili perché non cercavano i soccorsi divini, visitò i malati, chiamò sacerdoti da fuori città per amministrare i Sacramenti, organizzò processioni pubbliche, Messe all’aperto. Fu segno di fede, speranza e carità, arrecando sollievo corporale e mettendo la salvezza delle anime al primo posto.