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Il rapporto

Le accuse di Amnesty all’Italia, un concentrato di ideologia

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Dall’aborto all’ambiente, dalla libertà di riunione pacifica alle violazioni dei «diritti dei rifugiati e dei migranti». Nel suo ultimo rapporto annuale, Amnesty International lancia varie accuse contro l’Italia, nella gran parte dei casi ideologicamente motivate.

Attualità 10_05_2025
Agnes Callamard, di Amnesty International, nel 2024 (Ap via LaPresse)

C’era un tempo in cui se Amnesty International denunciava delle violazioni dei diritti umani tutti le credevano. La correttezza e l’imparzialità delle sue documentazioni erano indiscusse. Anche adesso i suoi responsabili assicurano che è indipendente «dai governi, da qualsiasi ideologia politica, interesse economico o credo religioso» e che tutte le loro azioni «sono basate su fatti documentati grazie ai nostri ricercatori sul campo, che verificano e segnalano le violazioni dei diritti umani». Lo hanno ribadito anche il 23 aprile scorso quando hanno presentato a Bruxelles il loro ultimo rapporto annuale, Lo stato dei diritti umani nel mondo, relativo al 2024. Solo che decenni di relativismo culturale e morale, di ideologie anti-occidentali, di campagne di avversione all’Occidente hanno lasciato il segno anche su Amnesty International. La sezione del rapporto dedicata all’Italia, da pagina 216 a pagina 219, ne è la prova.

Al nostro Paese sono imputate da Amnesty diverse violazioni dei diritti umani, per le quali l’Italia è anche più volte citata, insieme ad altri Paesi, nel resto del documento. Eccole. Il nostro Paese, secondo AI, viola i diritti sessuali e riproduttivi. In sostanza, l’accusa è che continuano a esserci molti ostacoli alla possibilità di abortire e che troppi medici e operatori sanitari rifiutano di procurare l’aborto. Come se non bastasse, sostiene l’Ong, il Parlamento nell’aprile del 2024 ha persino consentito ai gruppi antiabortisti di operare nei consultori familiari. Per “gruppi antiabortisti” AI intende quelli pro vita che, senza violare alcun diritto, forniscono assistenza e supporto alla maternità. C’è da domandarsi a quali fonti attinge l’Ong perché rispetto agli anni precedenti gli aborti sono aumentati (vedi la relazione pubblicata dal Ministero della Salute il 5 dicembre 2024, con i dati ufficiali del 2022, gli ultimi disponibili), i tempi di attesa per eseguire un intervento si sono ridotti a un massimo di 14 giorni, è scesa da 66,3% a 60,5% la percentuale di medici obiettori e, dato molto indicativo, il 92,9% delle interruzioni di gravidanza vengono effettuate nella regione di residenza delle donne.

In Italia è compromesso anche il diritto a un ambiente sano, dice AI, che evidenzia a conferma la modifica, decisa nel luglio del 2024, del Piano nazionale per l’energia e il clima, posticipando dal 2025 al 2030 il termine per la graduale eliminazione del carbone: questo – osserva AI, che dà per certa la controversa teoria di un riscaldamento globale antropico in atto – proprio nel mese in cui il Paese soffriva per una ondata di caldo estremo «che gli scienziati hanno attribuito ai cambiamenti climatici provocati dall’uomo». Il global warming ha avuto un impatto economico catastrofico soprattutto per gli allevatori in Sicilia e Sardegna, sostiene AI, citando uno studio di World Weather Attribution, un’associazione che studia la correlazione tra riscaldamento globale ed eventi meteorologici estremi.

AI chiede conto al governo italiano anche delle difficoltà economiche in cui versa il 10% della popolazione. Sono violati i diritti economici, sociali e culturali di 2,2 milioni di famiglie, 5,7 milioni di persone, che vivono in condizione di povertà assoluta, afferma l’Ong, insistendo sulle responsabilità del governo soprattutto in considerazione del fatto che il 30% delle famiglie in povertà assoluta sono composte da almeno una persona di origine straniera. Inoltre AI, facendo proprie le preoccupazioni espresse dal CEDAW (Comitato per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne), ritiene che esisterebbe una disparità di accesso ai servizi sanitari legata allo status sociale ed economico, al genere e alla posizione geografica.

Anche la libertà di riunione pacifica in Italia è minacciata, secondo AI, che cita a conferma la norma introdotta di recente che criminalizza la deturpazione o il danneggiamento di edifici e manufatti storici, norma che può portare «a eccessive restrizioni al diritto di protesta pacifica». AI denuncia inoltre «l’uso eccessivo e non necessario della forza contro i manifestanti in numerose occasioni» da parte della polizia, in particolare «l’uso illegale dei manganelli». Mitiga il giudizio negativo, secondo AI, l’operato del Tribunale di Milano che a febbraio ha assolto otto attivisti per il clima accusati di aver ostacolato il traffico e deturpato la proprietà pubblica durante una protesta, sentenza emessa in ragione delle motivazioni – secondo AI condivisibili – dei manifestanti che volevano indurre i governi ad agire sul fronte dei cambiamenti climatici.

Ad AI risulta anche che in Italia molti detenuti, inclusi dei minori, abbiano subito torture e che migliaia, inclusi quelli rinchiusi nei centri per il rimpatrio, siano costretti a vivere in condizioni degradanti. Parla di persone rinchiuse in gabbie, «con mobili di cemento e servizi igienici inadeguati». Citando rapporti diffusi dal Meccanismo internazionale di esperti indipendenti dell’Onu per la promozione della giustizia razziale e dell’uguaglianza nell’applicazione della legge e la Commissione dell’Ue contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), l’ulteriore accusa rivolta all’Italia è che Rom, africani, persone di discendenza africana, migranti e persone Lgbtq continuano a essere oggetto di razzismo e discriminazione anche da parte di funzionari statali. AI parla di sistematica profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine e di applicazione della giustizia macchiata da «pervasiva presunzione di criminalità» nei confronti degli africani e delle persone di discendenza africana. Preoccupazione in particolare suscitano, secondo l’Ecri,  «i discorsi xenofobi, omofobi e transfobici anche da parte di politici e funzionari pubblici».

Per finire, numerose violazioni di cui l’Italia si è resa responsabile, secondo l’Ong, hanno a che vedere con i «diritti dei rifugiati e dei migranti». AI evita di dire che sono emigranti illegali ed esordisce dicendo che nel 2024 lunga la rotta del Mediterraneo centrale che porta in Italia ne sono annegati circa 1.700. Tanto basta per capire la sua prospettiva. Per AI sono profughi in cerca di salvezza e povera gente che spera in una vita migliore, eppure l’Italia rifiuta di soccorrerli e li lascia morire. Non è vero, è superfluo dirlo, tuttavia AI accusa l’Italia di lentezza o rifiuto di soccorso in mare, di detenzione ingiustificata nei centri per il rimpatrio (dove soggiornano in attesa di lasciare il Paese gli emigranti illegali a cui è negato il permesso di soggiorno nel nostro Paese, ovviamente per fondati motivi), di costringere le navi delle Ong a sbarcare in porti lontani prolungando il viaggio e le sofferenze delle persone a bordo. Inspiegabilmente persino gli accordi con l’Albania per esaminare nei centri allestiti dall’Italia i richiedenti asilo provenienti da Paesi in realtà sicuri e quelli con la Tunisia per il monitoraggio delle sue coste e acque allo scopo di ridurre le partenze sono classificati come violazioni dei diritti umani. L’ulteriore accusa, in relazione ai flussi migratori illegali, è di «criminalizzare la solidarietà» perseguendo le Ong che avrebbero l’unica colpa di prodigarsi per salvare vite umane soccorrendo chi si avventura in mare.

Nell’illustrare il rapporto che contiene tutte queste accuse all’Italia la segretaria generale di AI, Agnes Callamard, si è detta molto preoccupata per il futuro dei diritti umani che vede ulteriormente minacciati dai «continui attacchi degli stati, in particolare quelli più potenti, al sistema di regole internazionale», dal «collasso climatico», dalla trasformazione tecnologica, dall’«annichilimento del diritto internazionale» e dal «profondo disprezzo per i diritti umani universali» che caratterizza l’amministrazione Trump.



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