Uccidere Soleimani? È moralmente lecito (a certe condizioni)
L'azione statunitense che ha portato all'uccisione a Baghdad del leader iraniano Qassem Soleimani solleva una questione morale, sulla sua liceità o meno. La dottrina cattolica offre dei criteri chiari: l'azione è lecita se è un'azione difensiva armata (e questo è il caso) e se le modalità dell'atto sono proporzionali al fine buono. È chiaro che l'uccisione manu militari deve rappresentare l’extrema ratio per difendere alcuni beni di alto pregio (pace sociale, eliminazione dell'oppressione, etc.). Ci deve essere inoltre proporzionalità tra bene difeso e bene leso. Infine si richiede la proporzione tra benefici sperati e danni prevedibili. È chiaro che alcune di queste valutazioni richiedono l'apporto di analisti militari, ma a quanto è dato conoscere si può ritenere che l'attacco a Soleimani abbia fondate ragioni.
IL SILENZIO DELL'UE di Stefano Magni
Cambiamenti climatici e sanzioni tra i fattori che minacciano le foreste in Iran?
In un secolo in Iran le foreste si sono quasi dimezzate. Solo da poco classe dirigente e opinione pubblica hanno incominciato a preoccuparsene senza peraltro prendere i necessari provvedimenti
Secondo l’Unhcr l’Iran è un modello di accoglienza
L’Unhcr loda e porta a esempio il governo iraniano che offre ai rifugiati la possibilità di sottoscrivere una assicurazione sanitaria e usufruire così del sistema sanitario nazionale
Si svela il vero volto dell'Iran. E non è piacevole
Gli incidenti nel Golfo dell'Oman sono parte di una strategia offensiva guidata dal regime degli ayatollah volta a destabilizzare i paesi arabi. La politica muscolare di Trump semplicemente impedisce a Teheran di nascondere le sue vere intenzioni, come era al tempo di Obama e come è con la Ue.
Golfo di Oman, prove di guerra tra Iran e Stati Uniti
Un attacco militare contro due petroliere nello Stretto di Hormuz fa salire alle stelle la tensione tra Stati Uniti e Iran, che si rimpallano la responsabilità. Lo Stretto di Hormuz è di grande importanza strategica e i rischi di un "incidente" che possa far precipitare la situazione sono molto alti.
L’Unione Europea finanzia il ritorno a casa degli afghani emigrati, rifugiati e sfollati
Milioni di afghani tra il 2012 e il 2018 sono emigrati o hanno lasciato casa loro per motivi di sicurezza. Il ritorno a casa di milioni di essi pone gravi problemi di integrazione
Il cristianesimo non è una religione di pace, respinta una richiesta di asilo
Una richiesta di asilo è stata respinta in Gran Bretagna citando la Bibbia perché il richiedente diceva di essersi convertito al Cristianesimo avendo capito che è una religione di pace
"Per il bene di un pastore" si aggrava la crisi Usa-Turchia
“Per il bene di un pastore, stanno arrivando al punto di rompere le relazioni con la Turchia”, dice il portavoce del presidente turco Erdogan, Ibrahim Kalin. Già dice tutto sul diverso valore attribuito alla persona e alla sua libertà negli Usa e in Turchia e riassume bene l’origine di questa crisi, che è prima religiosa, poi politica infine economica.
Con l'Iran Trump prova una soluzione alla coreana
Dietro i duri scambi di accuse e minacce tra il presidente americano e i leader iraniani, c'è la strategia americana già realizzata con la Corea del Nord di arrivare a un patto per la denuclearizzazione. Con il progetto di arrivare a disinnescare gli altri conflitti nella regione.
Ecco perché non è opportuno fare la guerra all'Iran
L'Arabia Saudita si doterà di armi atomiche se l'Iran riprenderà il suo programma nucleare. E' il primo passo verso l’escalation del confronto militare tra sauditi e iraniani e tra blocco sciita e blocco sunnita determinata dalla decisione del presidente Donald Trump di portare gli Usa fuori dall'accorso sul nucleare iraniano. A chi conviene?
La lunga mano dell'Iran (e del Qatar) sullo Yemen
Da tre anni i ribelli sciiti della milizia Houthi hanno scatenato una guerra civile nello Yemen. Prima hanno provato a prendere il controllo del paese con un golpe, poi lo stanno destabilizzando con la loro guerriglia. La mano che c'è dietro è evidente: è l'Iran che cerca di destabilizzare la regione, appoggiato dal Qatar.
HEZBOLLAH AI TROPICI di Lorenza Formicola
Trump condanna l'Iran. Fuori dall'accordo, sì alle sanzioni
Fine di una breve storia: gli Usa si sono ritirati dall’accordo sul nucleare iraniano. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente Donald Trump, in una conferenza stampa in cui ha rispolverato la sua più aspra retorica per condannare il trattato multilaterale, voluto dall’Ue, promosso da Obama.