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Afghanistan

L’Unione Europea finanzia il ritorno a casa degli afghani emigrati, rifugiati e sfollati

Milioni di afghani tra il 2012 e il 2018 sono emigrati o hanno lasciato casa loro per motivi di sicurezza. Il ritorno a casa di milioni di essi pone gravi problemi di integrazione

Migrazioni 30_05_2019

L’Oim ha pubblicato i risultati di una indagine condotta in Afghanistan sui flussi di emigranti e profughi tra il 2012 e il 2018. Nel periodo considerato risulta che un afghano su sei (gli afghani sono 35,5 milioni) è emigrato o è stato costretto a fuggire, all’estero o in un’altra regione del paese. Circa 2,3 milioni di persone hanno lasciato l’Afghanistan. La maggior parte di esse, il 63%, si è trasferita in Iran; il 22% in Pakistan, soltanto il 12%, pari a 270.000, ha raggiunto la Turchia e l’Europa. Nello stesso periodo 3,5 milioni di afghani sono stati costretti a lasciare casa loro a causa di conflitti armati, violenza generalizzata, violazioni dei diritti umani o disastri naturali. Sempre tra il 2012 e il 2018 sono rientrati in patria 3,2 milioni di afghani, tra emigranti e rifugiati, il 95% dei quali dal Pakistan e dall’Iran. “Fornire a chi torna a casa opportunità economiche è fondamentale per il successo del loro reinserimento – spiega il direttore di Oim Afghanistan, Laurence Hart – ecco perché l’Oim con l’aiuto finanziario dell’Unione Europea, si è attivamente impegnato nella creazione di opportunità di lavoro autonomo e nel settore primato nelle aree in cui si concentrano i ritorni. Ma, a causa dell’elevato numero di sfollati in molte aree del paese, la capacità di assorbimento di nuovi arrivati da parte di molte province è già superata. Ci preoccupa quindi molto il potenziale ritorno in massa di afghani nella seconda metà del 2019, a causa del deterioramento dello spazio di protezione nei paesi ospiti.