Referendum giustizia, solo la Littizzetto ne parla (male)
La Rai non sta garantendo copertura sufficiente ai referendum che si svolgeranno il prossimo 12 giugno insieme alle elezioni amministrative. A dirlo non sono solo i promotori, ma la stessa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. L'unico accenno al voto, in prima serata, è quello della Littizzetto che "andrà al mare". Almeno ne parla.
Metodo Draghi: c'è puzza di inciucio post voto
Quand’anche Draghi decidesse di fare altro, le condizioni generali potrebbero imporre ancora una volta alleanze innaturali come quella che regge l’attuale esecutivo. Segnali inequivocabili di questo clima “inciucista” si colgono leggendo alcuni quotidiani nazionali, che non escludono una sorta di “compromesso storico” tra i primi due partiti più votati, che al momento sarebbero Fratelli d’Italia e Pd.
Boom di immigrati illegali. L'Italia, in crisi, tiene le porte aperte
I confini marittimi della Penisola tornano ad essere un colabrodo per l’immigrazione illegale. Come sempre, l'Italia non cambia la sua politica dei porti aperti. Il confronto con il 2019 è incredibile: quando erano in vigore i decreti sulla sicurezza voluti da Salvini, gli sbarchi illegali erano stati 1.561, nello stesso periodo di quest'anno sono già 17.863. Quindi, si tratta di una decisione politica. E già ci sta dando una mano la Libia, la cui guardia costiera ferma le carrette del mare. Così come la Turchia, che attua una politica di rimpatri. Come vogliamo assistere tutti i nuovi arrivati, considerando la crisi economica in corso e i più di centomila profughi dall'Ucraina già ospitati?
La ricreazione è finita: l'Europa presenta il conto
Limitare la spesa corrente, riduzione del debito, investimenti su verde e digitale, revisione delle aliquote e allineamento dei valori catastali ai valori di mercato. Dopo l'emergenza l'Ue presenta il conto e rimanda l'Italia a settembre. Manovre lacrime e sangue all'orizzonte.
Mario Draghi tiene in pugno i partiti con l'arma del Pnrr
Draghi perde la pazienza per le continue ambiguità, liti e scissioni fra i partiti che compongono la sua maggioranza di governo. Così il 31 maggio verrà posta la fiducia in aula sul Ddl Concorrenza. Se dovesse mancare, il governo andrà a casa e si tornerà alle urne. Il governo serve a ottenere il Pnrr, senza quello non ha senso.
Che fine faranno le armi fornite all'Ucraina
Il Washington Post, con ben tre mesi di ritardo, si fa una domanda che noi, su queste colonne, ci ponevamo fin da subito: che fine faranno le armi fornite all'Ucraina? I precedenti, in Mali, in Siria e in Afghanistan, non sono incoraggianti. Armi fornite agli alleati di allora sono finite nelle mani dei nemici dell'Occidente. Il rischio è grande.
Sugli aiuti militari all'Ucraina Draghi decide da solo
Tutti i sondaggi sono concordi nel registrare l’incremento del numero di italiani che si dicono contrari all’invio di armi in Ucraina. Il governo italiano, però, tira dritto senza tentennamenti e oggi il premier riferirà in Parlamento. Deputati e senatori sono ormai ridotti a spettatori di una politica estera che sembra avere un copione già scritto.
Armi all'Ucraina: così l'Italia si esclude dal ruolo di mediatore
La visita di Mario Draghi a Washington non cambia la sostanza del ruolo italiano. Anche l'Italia continuerà a mandare armi all'Ucraina. Si tratta di armamenti obsoleti che non faranno la differenza sul campo di battaglia. In compenso, il loro invio ci preclude il ruolo di mediatore fra Russia e Nato, cioè quel che facevamo da 20 anni.
Draghi torna dagli Usa più atlantista. Ma a chi giova?
Draghi torna a casa con un vincolo rinsaldato, non solo sulla gestione del conflitto russo-ucraino ma anche sulle altre questioni sul tappeto. Ma non essendo l’Europa minimamente compatta, ben difficilmente l’imprimatur statunitense potrà consentire a Draghi di ottenere quell’investitura alla quale forse ambisce dopo la sua esperienza a Palazzo Chigi.
Un editto bulgaro di Draghi contro la Berlinguer
Nell’aprile 2002, sotto il governo Berlusconi, venne coniata l’espressione “editto bulgaro”, per indicare i suoi tentativi di epurazione. Non fecero altrettanto scandalo le epurazioni di Renzi. Oggi Draghi torna a questi metodi, se è vero che verrà chiusa la trasmissione Cartabianca, di Bianca Berlinguer, accusata di ospitare troppi filo-russi.
Retorica da regime, il vero virus che infesta il Paese
Quante volte è cambiato il messaggio martellante dei media, senza che noi ce ne accorgessimo? La pandemia avrebbe dovuto creare una nuova normalità, poi col Pnrr è nuovo boom. Nel 2011 lo spread ha fatto cadere Berlusconi, oggi è alto ma Draghi è in sella. L'inflazione e il debito? Non sono più un problema. È retorica da regime.
Mascherina, regole vecchie e nuove contraddizioni
Non si capisce perché la mascherina sia ancora obbligatoria nei luoghi di lavoro privati. Mentre nell'amministrazione pubblica è solo raccomandata. Sul luogo di lavoro vige ancora il protocollo approvato dalle parti sociali un anno fa, quando la pandemia era ancora ben altra cosa. Il confronto con gli altri Paesi è impietoso. Non ci liberiamo più.