Iran: rappresaglia senza morti. Gli europei si ritirino
L'Iran ha lanciato la sua rappresaglia. Senza fare morti, avvertendo prima il governo iracheno, lasciando capire di non voler l'escalation. Resta il problema dei contingenti alleati (anche italiani) in Iraq, che non sono intesi per combattere una guerra asimmetrica contro l'Iran. È il caso di ritirarli.
CHI ERA SOLEIMANI di Laura Cianciarelli
Eroe martire o terrorista, chi era realmente Soleimani
Per gli iraniani è l'eroe e martire che ha sconfitto l'Isis ed espanso l'influenza dell'Iran in tutto il Medio Oriente. Era un personaggio carismatico la cui influenza era seconda solo a quella dell'ayatollah Khamenei. Per chi lo ha subito, però, era un terrorista sanguinario. Anche per i cristiani iracheni, che ora sperano in un po' di pace.
Da Charlie Hebdo a oggi: il terrorismo cambia, ma è vivo
Cinque anni fa l’attacco a Parigi che fece 17 morti e inaugurò la stagione delle stragi jihadiste dell’Isis. Oggi ci sono meno vittime, ma con la tecnica dell’accoltellamento è più facile colpire e proseguire una guerra che sta diventando infinita.
Iran contro gli Stati Uniti, dove avverranno le rappresaglie
Teheran ha annunciato una dura rappresaglia dopo l'uccisione del generale Soleimani, a Baghdad, per mano degli americani. Quale rappresaglia? La prima mossa è avvenuta nella notte, con un lancio di missili contro due basi americane in Iraq. Per i prossimi giorni? Non dobbiamo attenderci azioni troppo eclatanti, come attacchi ai pozzi sauditi o al traffico delle petroliere nel Golfo, ma azioni più selettive contro i comandi e le basi degli americani in Iraq. Infatti l'Iran ha d'ora in avanti tutto l'interesse di mostrarsi al mondo arabo e islamico come parte aggredita e un'escalation che coinvolga troppo gli alleati arabi degli Usa sarebbe controproducente.
L'IRAN PUO' COLPIRE IN SUD AMERICA di Marinellys Tremamunno
Come l'Iran può colpire gli Usa anche in America Latina
L'Iran potrebbe lanciare attacchi contro gli interessi statunitensi anche nei Paesi dell'America Latina, apparentemente agli antipodi. Per una serie di contatti prima commerciali, poi culturali, infine politici, l'Iran ha creato una vasta rete di contatti e simpatizzanti in Sud America e specialmente in Venezuela, con l'alleato Maduro.
Gas e prestigio: nel silenzio Ue la Turchia si fa sultanato
L’aver lasciato nelle sole mani di Russia, Iran e Turchia la reale soluzione dei problemi e dello Stato islamico in Siria, non ha solo rafforzato il loro prestigio in Medio Oriente ma ingolosito i loro appetiti, in particolare quelli legittimi di Russia e Turchia nel Mediterraneo. Dalla Turchia passano e passeranno miliardi di metri cubi di gas per i paesi europei.
Maduro ci riprova: tenta la via del golpe parlamentare
Maduro sta cercando di prendere il controllo del Parlamento, dominato da una maggioranza di partiti democratici. Ha provato a chiuderli fuori, con l'uso dell'esercito e nominare una nuova giunta direttiva di fedelissimi. Per ora il tentativo non è riuscito e ha attirato la condanna internazionale.
Nucleare iraniano, fine di un trattato che era già morto
L'Iran, come prima rappresaglia per l'uccisione del generale Soleimani, annuncia che non rispetterà più i vincoli del Jcpoa, il trattato sul nucleare di Teheran. Di fatto riprende la corsa all'atomica. Tuttavia si tratta dell'ultimo chiodo nella bara di un trattato internazionale (voluto da Obama e dall'Ue) già morto nel 2018.
Libia, arrivano i turchi. Per l'Europa non c'è più posto
In Libia si assiste a una preoccupante escalation militare. I primi reparti militari turchi sono già sbarcati in Libia a sostegno del premier di Tripoli al-Serraj, ma sull'altro fronte l'offensiva del generale Haftar gli fa guadagnare molti quartieri della città di Sirte. La crisi libica mette a nudo l'inconsistenza politica e diplomatica dell'Unione Europea (UE): il governo di Tripoli, che ormai si affida alla Turchia, ha cancellato la prevista missione diplomatica della UE, fatto che avrà drammatiche ricadute sull'Italia.
Croazia: vince il socialista Milanovic. Cattolici delusi
Presidenziali in Croazia: nel ballottaggio fra il socialdemocratico Milanovic e la conservatrice Grabar-Kitarovic, ha vinto il primo. La presidente uscente, cattolica, era troppo "adulta" sui temi etici per avere la fiducia dei cattolici. Che alla fine si sono astenuti in buona parte, non vedendo fra i due alcun "male minore".
Il raid Usa e l'assordante silenzio dell'Ue
Mike Pompeo, segretario di Stato americano, nella prima conferenza stampa rilasciata dopo l’uccisione del generale Soleimani, ha dichiarato di aver discusso il raid con gli alleati. E di non aver avuto soddisfazioni dagli alleati europei. L'Ue non parla con una sola voce. Soprattutto: non parla. Le cause del silenzio sono politiche.
Uccidere Soleimani? È moralmente lecito (a certe condizioni)
L'azione statunitense che ha portato all'uccisione a Baghdad del leader iraniano Qassem Soleimani solleva una questione morale, sulla sua liceità o meno. La dottrina cattolica offre dei criteri chiari: l'azione è lecita se è un'azione difensiva armata (e questo è il caso) e se le modalità dell'atto sono proporzionali al fine buono. È chiaro che l'uccisione manu militari deve rappresentare l’extrema ratio per difendere alcuni beni di alto pregio (pace sociale, eliminazione dell'oppressione, etc.). Ci deve essere inoltre proporzionalità tra bene difeso e bene leso. Infine si richiede la proporzione tra benefici sperati e danni prevedibili. È chiaro che alcune di queste valutazioni richiedono l'apporto di analisti militari, ma a quanto è dato conoscere si può ritenere che l'attacco a Soleimani abbia fondate ragioni.
IL SILENZIO DELL'UE di Stefano Magni