Ucciso Soleimani: la dura risposta Usa all'espansionismo dell'Iran
Inizio anno veramente incandescente in Medio Oriente, con l'uccisione del generale Soleimani. In Iraq la ribellione contro le milizie sciite ha innescato un confronto diretto fra Usa e Iran. La rivolta è infatti scoppiata contro la corruzione del nuovo potere che gli iraniani hanno stabilito in Iraq, dopo la sua liberazione dall'Isis. Khamenei ha puntato il dito contro la solita cospirazione Usa e ha alzato il tiro contro il personale militare e diplomatico americano in Iraq. Fino all'assalto dell'ambasciata a Baghdad. Ma a questo punto la risposta Usa è stata durissima e inaspettata. Uccidendo il generale Soleimani, è stato colpito l'architetto dell'espansionismo iraniano in Iraq, Yemen, Siria e Libano.
- ATTENTATO CON COLTELLO, TOCCA ANCORA A PARIGI, di Lorenza Formicola
Attentato con coltello, tocca ancora a Parigi
Un morto e due feriti gravi sono stati provocati dall'ennesimo accoltellatore islamico, forse un convertito, a sua volta ucciso dalla polizia. L'attentato è avvenuto a Villejuif, periferia sud di Parigi, già teatro di precedenti attacchi di fondamentalisti islamici.
Spagna oscurantista, l'Ue sospetta del governo rosso
Per sete di potere Sanchez ha accelerato il patto mortale non solo con Podemos, la versione europea del populismo castro-chavista, ma anche con i più estremi movimenti secessionisti spagnoli. Il Primo Ministro ha visto calare le proprie quotazioni a Bruxelles. Il programma presentato da Socialisti e Podemos rappresenta una svolta oscurantista ineguagliabile.
L'esilio di Evo Morales, come la sinistra si mobilita
Dopo che l'ex presidente boliviano è andato in esilio, a seguito di elezioni fraudolente, la sinistra sudamericana è entrata in crisi e sta reagendo in modo anche scomposto. Prima il Messico (Lopez Obrador), poi l'Argentina (Fernandez) lo hanno ospitato e si rifiutano di collaborare con la giustizia boliviana. La Spagna fa un "blitz" per aiutare i suoi sodali.
Cile allo sbando, rivoluzione come "sacramento"
Cile, rivoluzione preparata dalle presidenze precedenti con l’avvelenamento ideologico. Piñera è complice, ma l’ex presidente Bachelet sogna di tornare come Chavez e la reazione della Chiesa è tiepida. Intervista a Guerra, docente venezuelano esule in Cile.
Iraq allo sbando, l'Isis torna ad essere forte
Con l'Iraq nel caos politico più completo, le milizie dell'Isis stanno tornando a colpire nel Nord del Paese, contando ancora sulla complicità di una popolazione sunnita che si sente emarginata da un governo sciita. L'annuncio del ritiro Usa non facilita.
Omicidio Khashoggi, 5 condanne a morte non fugano i dubbi
Cinque condanne a morte e tre a 24 anni di detenzione sono le condanne inflitte in primo grado per l'omicidio del giornalista Khashoggi nel consolato saudita in Turchia. Ma le condanne non fugano dubbi e sospetti sulla responsabilità del principe ereditario Mohammed Bin Salman.
Croazia, la destra divisa fa felice i socialisti
Come previsto, il voto di domenica ha premiato l'ex primo ministro socialdemocratico Zoran Milanović e la presidente uscente, Kolinda Grabar-Kitarović, candidata dell'HDZ di centro destra, che ha superato di poco l'altro candidato di centrodestra, Miroslav Škoro, grande novità di queste elezioni.
“Democrazie sotto attacco, colpa di Cuba e Venezuela”
“Le proteste antigovernative nei paesi sudamericani sono promosse da Cuba e Venezuela”. La tesi è confermata dal segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa), Luis Almagro. “Attraverso la tecnologia, i social network e azioni organizzate” il castrochavismo “destabilizza costringendo le democrazie del continente a difendersi”.
Vendetta ottomana: Erdogan umilia l'Italia in Libia
Il governo Conte cerca di metterci una pezza, ma Erdogan sta facendo passare l'Italia come alleata del generale Haftar e come tale sgradita dal governo di Al Sarraj a Tripoli. L'intento della Turchia è chiaro: estromettere l'Italia dalla Libia. Sarebbe una bella vendetta dopo 108 anni dalla sconfitta ottomana in Libia per mano dell'Italia.
Elezioni in Croazia, scelta fra sovranismo e laicismo
Domenica 22 dicembre la Croazia torna alle urne per scegliere il nuovo presidente. Sono tre i personaggi che si disputano la massima carica dello Stato. Kolinda Grabar-Kitarović, conservatrice moderata e cattolica "adulta", Zoran Milanović post-comunista e laicista. E il sovranista Miroslav Škoro, imprenditore e cantante patriottico, vera novità di questa tornata elettorale.
L'impeachment di Trump è realtà e divide gli americani
Impeachment: negli Usa l’incriminazione del presidente Donald Trump, da questa mattina (ora italiana) è anche ufficiale. L’ha votata la Camera dei Rappresentanti, camera bassa del Congresso (parlamento) degli Stati Uniti. Quattro defezioni fra i Democratici, i Repubblicani compatti in difesa del presidente. E l'America è divisa a metà.