Critica della ragion pandemica, una summa per capire
Pubblicato il libro con gli atti del convegno POLI-COVID-22. Una summa firmata da scienziati di altissimo profilo per conoscere davvero come sono andate le cose e mettersi in guardia rispetto alle prossime emergenze.

Nel novembre del 2022 si svolse a Torino un congresso internazionale, denominato POLI-COVID-22. Fu il primo in Italia concepito in ambito accademico, e dedicato alla gestione pandemica, alle sue implicazioni sanitarie, etiche e sociali, alla sua eredità. Non ebbe attenzione da parte della stampa, nonostante avesse ospitato un numero significativo di studiosi e specialisti italiani e stranieri, che misero a disposizione i risultati delle loro ricerche negli ambiti della medicina, del diritto e della bioetica, della sociologia e della comunicazione.
Un congresso di altissimo profilo, i cui esiti sono stati provvidenzialmente pubblicati ora in volume dal titolo Critica della ragione pandemica. COVID-19: ripensare la fenomenologia di un evento epocale, pubblicata da Meltemi Editore. Il libro è stato curato da Paolo Cesaretti, Federica Cappelluti, Francesco Laviano. Il primo è professore associato di Civiltà bizantina all’Università degli Studi di Bergamo, e nel volume ha analizzato il linguaggio della cosiddetta“emergenza pandemica”. Federica Cappelluti è professoressa associata di Ingegneria elettronica al Politecnico di Torino e Francesco Laviano è docente professore associato di Fisica sperimentale presso lo stesso Ateneo. Furono loro a organizzare il convegno del 2022.
Questo libro, che raccoglie gli interventi degli studiosi che vi intervennero, tutti nomi di docenti universitari, ricercatori, scienziati, tra cui Peter Doshi, Paolo Becchi, Paolo Bellavite, Patrizia Gentilini, Sunetra Gupta, John Ioannidis, rappresenta una vera e propria Summa del pensiero pandemico e delle ragioni critiche, un lavoro corale che documenta come l’emergenza epidemiologica da COVID-19, ben più che un evento medico, sia stata un fatto storico che ha segnato la società intera, travolgendo norme e consuetudini di scienza e comunicazione, di diritto e bioetica, di economia e politica, fino a toccare gli aspetti più profondi della sfera antropologica, dal lavoro al culto religioso.
Una riflessione di assoluta importanza, che rappresenta anche un prezioso tributo alla memoria di ciò che è accaduto, anche per evitare che gli orrori del triennio pandemico, con le perdite di libertà, le coercizioni, gli errori di tipo sanitario e la deriva autoritaria della politica abbiano a ripetersi.
Due anni fa Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, sentenziò che il Covid 19 era destinato a restare, e il mondo dovrà continuare ad aver bisogno di strumenti per prevenirlo, diagnosticarlo e curarlo. Da allora si sta intensificando nella narrazione mediatica mainstream il legame tra l’emergenza climatica e quella pandemica, che sostiene che il cambiamento climatico amplificherà le epidemie e darà origine a nuove pandemie. Inoltre, si vorrebbe che i sistemi sanitari si adattassero al cambiamento dei modelli di trasmissione delle malattie e alla mobilità globale di persone, animali e merci. Tutti questi sforzi richiedono finanziamenti diretti all’intersezione tra cambiamento climatico e prevenzione delle epidemie, e al cambio di mentalità della comunità internazionale. Sarà una grande operazione psicologica.
Una strategia colta perfettamente da questo libro, che denuncia il persistere di una diffusa mentalità tendente a suscitare paure globali, a vivere nel terrore delle pandemie prossime venture. Queste, dopo le attente disamine degli autori del volume su quanto avvenuto, rappresentano un vero stimolo alla riflessione e alla preparazione ai possibili prossimi eventi. L’eredità della “ragione pandemica” – come afferma il professor Cesaretti - va conosciuta anche per evitare nel futuro nuove abdicazioni della ragione critica.