Stravince il No. Il Paese non crede più a Renzi
Con una massiccia affluenza alle urne (quasi il 70%), gli italiani hanno respinto la riforma costituzionale fortemente voluta da Matteo Renzi con una maggioranza che sfiora il 60%. Renzi ne ha preso atto e ha annunciato le dimissioni. I due anni e mezzo impiegati dal Parlamento per molteplici letture di una riforma costituzionale, che ora non c'è più, si sarebbero potuti dedicare all’emanazione di norme urgenti per l’economia e la crescita.
- IL POPOLO C'È. MANCANO I CAPI, di Alfredo Mantovano
- UN REFERENDUM DEL GENERE, di Roberto Marchesini
Un referendum del genere
Ieri mattina, diligentemente, da bravo cittadino, mi sono recato a votare per il referendum costituzionale. Ma quale sorpresa nel vedere che gli elettori venivano identificati dividendoli tra uomini e donne. Per decisione dello Stato. ma non è lo stesso Stato che ci bombarda per superare le divisioni di genere?
Dico No, nel nome del padre
Perché mai dovrei rischiare la carriera e i contatti battendomi a favore del NO al referendum, quando dall'altra parte la potenza mediatica e politica è così forte? La risposta è in mio padre, che seppe resistere alla minaccia e poi alla tentazione del comunismo. E in San Giuseppe Moscati, il medico santo. "Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala".
Governo bocciato, non sa scrivere le leggi ordinarie
Il governo che vorrebbe addirittura cambiare la Costituzione, non sa scrivere le leggi ordinarie. Infatti ha preso due sonore sberla da Corte Costituzionale e Consiglio di Stato, dimostrando grande approssimazione nella stesura dei testi normativi. Bocciata la riforma dell'Amministrazione, adesso tocca a quella delle Banche Popolari.
Promemoria per votare sereni, senza farsi terrorizzare
Come larga parte degli italiani, vorrei votare senza la sgradevole sensazione del freddo di un revolver appoggiato alla tempia. I cui proiettili hanno il nome di spread, fallimento di banche, Italexit, giovani costretti a emigrare... Uno dopo l'altro, questi argomenti del terrorismo psicologico si rivelano delle grasse bufale.
Riforma Renzi-Boschi, perché No
Puntare sulla libertà responsabile della persona oppure sulla capacità di controllo dello Stato? Giocare quindi la carta della sussidiarietà oppure cercare salvezza in una sempre maggiore concentrazione del potere? Di fronte alla crisi dello Stato italiano la questione di fondo è questa. Tutto il resto viene di conseguenza.
Prodi cambia idea e vota SI. Dietro pressioni forti?
Dopo aver lasciato intendere per mesi di voler votare NO al referendum, l'ex premier Romano Prodi fa coming out e dichiara di votare SI. Delusione e freddezza sul fronte anti-Renzi. Come mai ha cambiato idea? Lo spiega la sua stessa storia, fatta di contatti molto altolocati e controversi. Pressioni internazionali possono aver influito.
PERCHE' NO di Robi Ronza
La democrazia svuotata del suo contenuto
La riforma costituzionale che voteremo nel referendum del 4 dicembre, rischia di far prevalere la tecnica sulla democrazia. Come avvertiva il filosofo Friedrich von Hayek nel 1944, è la condizione in cui il potere statale controlla tutti i mezzi per controllare i nostri fini. La democrazia non scompare, ma è svuotata dei suoi contenuti.
Sbarchi record, Italia terra di conquista
Il 2016 è già oggi, quando manca ancora tutto dicembre, l’anno record per gli sbarchi di immigrati illegali in Italia giunti a quota 171 mila superando quindi i 170 mila sbarcati nel 2014, fino ad oggi l’anno record per i flussi di clandestini. Solo pochi, fra loro, sono rifugiati. Ma l'Italia insiste con la politica dell'accoglienza.
Le mani dell'Ue sul nostro Parlamento
Con la riforma l’espressione “ordinamento comunitario” è sostituita da “ordinamento dell’Ue”: è la stessa cosa? Il rischio che si configura è di considerare come vincolante ogni atto dell’Unione facendo leva sul ritornello “l’Europa ce lo chiede”.
-UN PARLAMENTO PIU' FRAGILE di Aldo Ciappi*
Un Parlamento più fragile alle insidie delle lobby
L'Italicum rende il Parlamento “ratificatore” delle leggi imposte dal Governo. Un Governo che risponda sempre meno al Parlamento e sempre più a interessi e politiche di lobbismo di vario tipo - neo-malthusiana ed lgbt - porrebbe ben poco argine e freno all’invasione delle norme provenienti dalle istituzioni Ue.
La Consulta stoppa il centralismo
La riforma Madia della P.A. è stata bocciata dalla Corte costituzionale, la quale ha sancito che lo Stato non può entrare in ambiti riservati all’autonomia regionale. E' una svolta che il governo non si aspettava perché la centralizzazione è il “marchio di fabbrica” non solo della riforma costituzionale ma anche di ogni altro provvedimento-chiave del governo.