Il sessismo ipocrita del giornalismo italiano
La polemica innescata dal titolo di Libero verrà archiviata molto presto, ma ha offerto l’ennesima rappresentazione plastica dello stucchevole moralismo che pervade il mondo politico e quello giornalistico: guardare la pagliuzza nell’occhio dell’avversario dimenticando la trave che c’è nel proprio.
Immigrazione, quel che dovremmo sapere
Immigrazione, tutto quello che dovremmo sapere, scritto da Gian Carlo Blangiardo, Gianandrea Gaiani e Giuseppe Valditara è l'ultimo studio a tutto campo sull'immigrazione nel Mediterraneo. Dati alla mano, confuta tutti i luoghi comuni mediatici, sulla sicurezza, la prospettiva economica e quella demografica di un fenomeno su cui, di solito, si fa solo demagogia.
Tutte le occasioni che l'Italia non può perdere
Il 2017 ha un'agenda ricchissima di grandi scommesse internazionali per la politica estera italiana: il G7 di Taormina, il 60mo anniversario dei Trattati europei, la nostra presenza al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il governo Renzi non ha saputo dare un nuovo ruolo al paese. Gentiloni farà meglio?
Lo spread, stavolta, rafforza la tenuta del governo
L'aumento dello spread (differenziale fra i buoni del tesoro italiani e quelli tedeschi) travolse il governo Berlusconi nel 2011. Oggi, al contrario, sembra rafforzare la tenuta del governo Gentiloni. Perché? Perché tornare alle urne con elezioni anticipate darebbe l'idea di una maggiore instabilità. Renzi, in questo caso, è accantonato
Islam italiano, il nulla oltre le buone intenzioni
L'intesa fra lo Stato e le comunità islamiche è una costante, ormai, di tutti i governi italiani negli anni 2000. Il ministro Minniti pensa di aver raggiunto un accordo per la costruzione di nuove moschee, la trasparenza dei sermoni e dei fondi. Principale firmatario sarebbe l'Ucoii. Questo in teoria. In pratica è ancora tutto da vedere.
Il ritorno della Prima Repubblica
Il ritorno alla Prima Repubblica verrà formalizzato con le prossime elezioni politiche che, rebus sic stantibus, a giugno, in autunno o a scadenza naturale, ci consegneranno un Paese ancora più frammentato e ingovernabile di quello attuale, con una classe dirigente autoreferenziale.
Italia e Libia, un accordo che resterà sulla carta
L'accordo fra Italia e Libia per regolare l'immigrazione nel Mediterraneo è un vero libro dei sogni, cioè un progetto privo di ogni credibilità. “Visioni” a scadenza trimestrale hanno poco senso ma se non si comincerà già da oggi stesso i respingimenti allora vedremo nelle prossime settimane salpare migliaia di clandestini dalle coste libiche.
Lo strano caso dei trafficanti convertiti all'islam
La vicenda dei coniugi Di Leva arrestati a Napoli e incriminati per traffico internazionale di armi con l'Iran e la Libia suscita qualche perplessità. Convertiti all'islam, avrebbero venduto armi e pezzi di ricambio a Libia e Iran. Ma le attività di cui sono accusati parrebbero troppo grandi per poter essere gestite dai soli indagati.
Un problema inassimilabile chiamato Islam
Accogliere immigrati cristiani facilita l’integrazione ed evita problemi. Perché? Perché i musulmani sono inassimilabili, a meno che non facciano i “moderati”. Ebbene, la si giri come si vuole, ma il musulmano «moderato» è uno che ha deciso di vivere da non musulmano.
Il partito trasversale del voto anticipato
E’ trasversale il partito delle elezioni anticipate. Ne fanno parte l’ex premier Matteo Renzi, con, almeno a parole, la maggioranza del Pd; Salvini, Meloni e Toti, quindi gran parte del centrodestra; il Movimento Cinque Stelle. Avrebbe la maggioranza assoluta, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
La Consulta resuscita il proporzionale. E l'ingovernabilità
Il tanto atteso verdetto della Consulta sull’Italicum consegna l’Italia all'ingovernabilità, ripristinando di fatto alla Camera un sistema elettorale proporzionale, che si affianca a quello già in vigore al Senato. Sparisce il ballottaggio. Il premio di maggioranza scatta per quel partito che raggiunge un (improbabile) 40% dei voti.
Se Gentiloni arriva fino alla fine della legislatura
Subito dopo il referendum costituzionale del dicembre scorso nessuno avrebbe scommesso su un nuovo governo in grado di durare fino alla fine della legislatura; oggi il quadro è profondamente cambiato. Sono successe tante cose. E tutte portano a un unico esito: tutti, tranne Renzi, hanno interesse a tornare al voto nel 2018.