Il don lascia la parrocchia per entrare in politica
Nonostante gli avvertimenti dei superiori, don Franco di Donno lascia la parrocchia di cui è vice a Ostia per candidarsi in una civica sostenuta dal Pd. Sarà sospeso a divinis e potrà rientrare nei ranghi dopo l'esperienza politica. Intanto però il prete barricadero ha utilizzato la comunità ostiense come taxi per la sua avventura politica.
Mancette e non progetti: così la politica fallisce
La politica delle grandi scelte, dell’ampio respiro ha lasciato il posto alla politica politicante, alla provvisorietà che diventa la categoria dominante di ogni annuncio. Qualche esempio? I litorali inquinati, le auto blu elettriche e la digitalizzazione della PA. Tutti progetti ancora sulla carta.
La trama di Mattarella per sostituire Renzi
Se le elezioni in Sicilia dovessero concludersi con una nuova sconfitta del Pd, c'è chi sta lavorando di già per una sinistra post-Renzi. Pare che lo stesso presidente Mattarella sia il promotore di questa trama. I cavalli sui cui punterà sono l'attuale premier Gentiloni e i ministri Franceschini, Minniti e forse anche Padoan e Calenda.
La "ritirata" dell'Ong e le lezioni all'Italia dalla Libia
Save the Children ha sospeso le attività di soccorso dei migranti davanti alla Libia e potrebbe cessare le attività a causa della “mancata sicurezza o di restrizioni all'assistenza umanitaria". Uno “Stato fallito” impartisce lezioni di sovranità all’Italia. I libici hanno dimostrato all’Italia che le questioni strategiche non devonmo essere lasciati in balìa di privati che rispondono a lobby.
Voto-mercato, in Sicilia chi offre di più per i centristi
Più che mai in queste settimane la politica siciliana appare lo specchio della politica nazionale. Alfano alza il prezzo: i sondaggi lo accreditano di un 8-10% alle prossime regionali in Sicilia, percentuale in grado di far pendere la bilancia in favore del centrosinistra o del centrodestra e scongiurare una vittoria grillina.
La stampa ipocrita riabilita il berlusconismo
Berlusconi distrutto mediaticamente dal caso Ruby in poi oggi risorge sulle ceneri della mediocrità della classe politica e viene trattato, con deferente ossequio. Un gioco delle parti delle forze governative con l’evidente intento di eclissare e sminuire, agli occhi dell’opinione pubblica, l’alternativa pentastellata.
Marchionne al governo? Quasi quasi è un'idea sensata
Liquidare come uno scherzo d’estate la candidatura di Sergio Marchionne alla presidenza del Consiglio, lanciata da Berlusconi sarebbe un grosso errore. Eppure è italiano per quanto attiene alle scienze umane, ma nordamericano per quanto attiene all’economia, alla cultura d’impresa e alla sfera del sociale. Quasi quasi avremmo bisogno di uno proprio così.
Promesse balneari, i leader si creano i loro alibi
Fra dichiarazioni e libri di promesse, sotto l'ombrellone è iniziata la campagna elettorale. La politica balneare somiglia alla commedia degli inganni, alla politica delle ipocrisie e degli alibi, del “non mi hanno fatto lavorare”, dell’”avrei voluto ma non ho potuto”, della richiesta di un’altra investitura “per completare il lavoro avviato”.
Quando Napolitano ascoltava il grido di dolore
Napolitano non fece nulla per l'entrata in guerra dell'Italia contro la Libia? Leggete che cosa scriveva nel 2011 Angela Pellicciari: "Le “grida di dolore” che si levavano verso i Savoia dall’Italia centro-meridionale. "Hanno dell’incredibile gli accenti accorati con cui Napolitano ha rievocato le “grida di dolore” che si levavano verso i Savoia dall’Italia centro-meridionale".
A chi non piace la missione "coloniale" in Libia
La missione navale italiana contro il traffico di esseri umani dalla Libia ha tanti nemici. Prima di tutti il generale Haftar, che minaccia addirittura di attaccare le nostre navi. E poi anche il redivivo figlio di Gheddafi, Saif al Islam, che (pare abbia) definito la nostra politica come un retaggio del colonialismo. Esattamente come, in Italia, la definisce Filippo Miraglia, vicepresidente dell'Arci.
Battaglia sulle Ong, il governo perde la prima mano
Sulle Ong il governo Gentiloni si gioca la faccia. Per ora ha perso la prima mano perché solo tre organizzazioni su dieci, fra quelle che operano per il recupero immigrati nel Mediterraneo, hanno firmato l'accordo per accettare il nuovo codice di condotta. Ora sta al governo mostrare determinazione.
In Sicilia si fanno le prove del governo nazionale
Grandi manovre in vista delle elezioni regionali del prossimo 5 novembre. Per frenare i 5Stelle, centrodestra e centrosinistra corteggiano i centristi di Alfano che, nella sua regione, potrebbe essere l'ago della bilancia. Ma in gioco ci sono gli schieramenti per le prossime elezioni generali.