Aborto e Corte Suprema Usa: non basta la Costituzione
La storica sentenza americana, al di là dei meriti, non è (ancora?) una vittoria pro-life. Se il riferimento alla Costituzione non impone il diritto all'aborto, nemmeno lo proibisce, prestando così il fianco anche a chi vorrebbe costituzionalizzare il male chiamandolo «diritto». La Costituzione non basta se non si fonda sul diritto naturale.
Google, l’aiuto all'aborto e la tecnocrazia
In risposta alla Corte Suprema, la società di Mountain View cancellerà in automatico la geolocalizzazione per aiutare le donne che commettono il reato di aborto a cancellare le proprie tracce. Un fatto che mostra che oggi il vero potere non è quello democratico, bensì quello tecnocratico, che incide anche più di leggi e sentenze e non si cura se va contro esse.
C'è sempre meno rispetto per la nostra privacy
La relazione annuale del Presidente dell’Autorità garante della privacy non è rassicurante. Negli ultimi mesi sono cresciute vertiginosamente le violazioni dei nostri dati personali. Il Green Pass stesso è stata una violazione della nostra riservatezza. La digitalizzazione delle attività e funzioni ha anche causato un aumento di attacchi informatici. E i mass media non aiutano.
Se alla Commissione Cei piace il film pro-Lgbt
Lightyear, il film della Disney noto per il bacio lesbico e non solo, è definito «consigliabile, semplice, adatto per dibattiti» da una Commissione ad hoc della Cei. Nella scheda di valutazione nemmeno si avverte che la pellicola presenta diversi elementi di propaganda Lgbt. Una mancanza grave per un servizio pastorale, che espone a danni spirituali.
Il Papa e la Cina: un grave errore di prospettiva
Nell'intervista alla Reuters papa Francesco benedice l'accordo con la Cina per la nomina dei vescovi ed esalta l'Ostpolitik del cardinale Casaroli negli anni '60 e '70, prendendola a modello. Ma quella esperienza diplomatica è stata fallimentare per la Chiesa e lo stesso sta avvenendo con la Cina.
Marmolada, sulle vittime la danza degli ecologisti
Una tragedia come quella della Marmolada - oltre alla pietà e alla preghiera per le vittime - dovrebbe anzitutto ispirare qualche riflessione sul significato e sulla fragilità della vita umana. Invece, come al solito, si scatena la propaganda cambioclimatista, smentita dalla storia e vero pericolo per gli uomini.
La "laicità moderata" della Cartabia è una via al laicismo
Un saggio del ministro della Giustizia sulla rivista Teologia, propone per gli Stati un modello di "laicità positiva" che, di fronte alle asperità delle religioni, propone un "aggiustamento ragionevole" che risolverebbe i problemi di convivenza. In realtà questo modello, nel lungo periodo, corrode la vera laicità. Ecco perché...
Turci-Pascale, la prova che certi cattolici hanno sbagliato
Chi protesta oggi perché tutti parlano di matrimonio invece che di unione civile, è ingenuo o ipocrita. La legge sulle unioni civili è stata concepita fin dall'inizio come primo passo verso il matrimonio egualitario, e chi l'ha appoggiata porta la responsabilità di questa deriva.
Hong Kong, un'agonia che ci coinvolge
Le celebrazioni per il 25esimo anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina popolare mettono in evidenza l'aggressività e l'inaffidabilità della Cina, che ha di fatto stracciato gli accordi che regolavano il passaggio alla Cina dell'ex colonia britannica. Ed emerge anche la debolezza dell'Occidente, incapace di contrastare efficacemente certe derive.
Ius scholae, una proposta razzista
Lo ius scholae prevede che un immigrato acquisisca la cittadinanza italiana se è arrivato quando aveva meno di 12 anni e se ha frequentato almeno cinque anni di scuola italiana. In realtà i figli degli immigrati godono già di tutti i diritti. Piuttosto c'è dietro l'idea che la nazionalità italiana sia superiore a quella marocchina, albanese o nigeriana.
Pelosi, una comunione-sfida ai vescovi Usa (in Vaticano)
La speaker della Camera si reca in Vaticano e durante la Messa del Papa riceve la comunione, in aperta sfida col vescovo Cordileone che le aveva vietato personalmente la Comunione per il suo aperto sostegno all'aborto.
66.413 (e più) motivi per abrogare la Legge 194
Il Ministero della Salute ha presentato la Relazione sulla 194. Gli aborti ufficiali, nel 2020, si attestano sui 66.413, un dato in diminuzione, ma che non tiene conto dei potenziali aborti con i cosiddetti “contraccettivi di emergenza”, le cui vendite crescono. Aumenta il ricorso alla RU. E i dati sui colloqui confermano che la 194 è fatta per abortire, non per salvare. Va abrogata.