Per salvare il pianeta buttiamo il televisore
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Vogliono farci rinunciare a tutto pur di ridurre le emissioni di Co2: all'auto, alla carne, persino ai vestiti. Ma nessuno osa svelare l'azione decisiva per la salute della terra... e del cervello.
Avvertenza: questo è il tipico articolo estivo d’intrattenimento. Ha solo lo scopo di divertire e non va preso sul serio; nulla di ciò che vi è riportato va considerato vero. Restate dunque sereni e godetevi l’estate più calda della storia.
Il Vice Presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha recentemente tenuto un discorso a una platea di giovani universitari, ricordando che «l’orologio» che segna il collasso del nostro pianeta «non ticchetta, ma batte». La causa è il cambiamento climatico di origine antropica, cioè causata da noi, gli esseri umani: «abbiamo visto, in tutto il nostro paese, comunità soffocate dalla siccità, spazzate via dalle inondazioni e decimate dagli uragani. Qui a Baltimora, abbiamo visto cieli oscurati dal fumo degli incendi. E abbiamo visto le acque della baia di Chesapeake salire, minacciando case e aziende che hanno resistito per generazioni». Tranquilli, niente panico: il Vice Presidente, insieme al Presidente Biden, ha organizzato un poderoso piano per «azzerare le emissioni nette [di gas serra] entro il 2050». In cosa consiste questo piano? «Investiamo in energia pulita e veicoli elettrici e riduciamo la popolazione». Con quali criteri e modalità intendano ridurre la popolazione, non ci è stato ancora detto, ma lo scopriremo.
I vertici USA raggiungeranno il loro scopo (azzeramento delle emissioni, cioè della vita, entro il 2050) perché non sono soli. L’Unione Europea, ad esempio, ha appena deciso di ridurre al minimo l’agricoltura del nostro continente e in diversi paesi si stanno sterminando i bovini, colpevoli di emettere pericolosissime flatulenze, senza dimenticare ovini e pollame.
Il sindaco di Milano ha deciso che resteremo senza auto; e tra poco – sempre per salvare l’ambiente – rinunceremo con gioia a carne e vestiti. Ricordate? Non avremo nulla, ma saremo tanto felici. Insomma: siamo in buone mani.
Ma c’è qualcos’altro che possiamo fare, per salvare l’ambiente, qualcosa di cui nessuno parla. Lo facciamo volentieri noi, sulla Nuova Bussola Quotidiana, per dare il nostro contributo per salvare l’ambiente. Partiamo da qualche dato, perché crediamo nella scienza.
La Aalborg University ha calcolato che un televisore a schermo piatto da 32 pollici produce, nel corso della sua esistenza, 386 chilogrammi della pericolosissima CO2; che salgono a 1.334 chilogrammi nel caso di un 41 pollici. Tenete presente che, solo in Italia, ci sono ben 43 milioni di televisori; 300 milioni in Europa, un miliardo nel mondo.
Non è finita: guardare per un’ora la televisione produce 0,088 chilogrammi di CO2 per ogni singolo telespettatore. Ogni italiano passa, in media, 4 ore e 20 minuti al giorno guardando la televisione, producendo così circa 0,4 chili di anidride carbonica al giorno; 146 chilogrammi all’anno. Solo in Italia.
Ma i programmi televisivi devono anche essere prodotti. E quale sarà l’impronta ecologica della produzione di programmi televisivi? «Ogni ora di televisione prodotta lascia un'impronta di carbonio di 9,2 tonnellate», roba che le mucche, in confronto, sono delle dilettanti.
Qual è la morale di questo noioso articolo? Molto semplice. Volete salvare il pianeta, oltre al vostro tempo, alla vostra capacità critica e alla vostra serenità? Rinunciate al televisore.
"Promuovere aborti per salvare il pianeta"
Sessanta Ong abortiste internazionali lanciano un appello ai governi in vista della Conferenza sul clima del novembre prossimo a Glasgow: l'obiettivo è inserire i programmi per contraccezione e aborto tra le misure da finanziare contro i cambiamenti climatici. Una vecchia storia...
“Meno figli per il pianeta”. Follia climatista a Cremona
Un opuscolo distribuito nel punto informativo Spazio Comune invita a fare meno figli «per mitigare i cambiamenti climatici». Monta la polemica, e il sindaco si dissocia dal libretto. Tutto bene allora? No, perché quello di Cremona non è un caso isolato: perfino alcune riviste scientifiche oggi diffondono un’ideologia anti-procreazione. Un’ideologia suicida, per il buonsenso e i dati.
Per salvare il pianeta adesso ci vieteranno la carne
Il nuovo rapporto dell'Ipcc, l'agenzia Onu per il clima, si dedica all'uso dei suoli ma per arrivare sempre alle solite conclusioni: i paesi ricchi sono i responsabili del cambiamento climatico, che colpisce soprattutto i paesi poveri. Da qui la necessità di cambiare stili di vita e pagare il tributo al Sud del mondo. E tra gli stili di vita, si lancia in grande stile la guerra alla carne, soprattutto quella rossa, perché richiederebbe troppi terreni coltivati per alimentare gli animali, che a loro volta sono responsabili di una grande quantità di gas serra. L'ossessione continua.
- ALLARMISMO CLIMATICO, È PIU' POLITICA CHE SCIENZA, di Riccardo Cascioli