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TEMPI MODERNI

Il contante conta... ecco perché è ormai vietato

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Prosegue la guerra al contante. Ma dietro si celano inquietanti manovre di limitazione della libertà per punire il dissenso. Qualche caso esemplificativo.

Editoriali 19_07_2023

Si moltiplicano le storielle che vedono protagonisti i giornalisti italiani e il denaro contante, o meglio: il provinciale rifiuto da parte degli italiani di abbandonare il denaro contante (fisico, quello che si tiene in mano) per quello elettronico e virtuale. Che arretratezza, questi peninsulari, i soliti provincialotti ignoranti, timorosi del nuovo. Eppure, è così comodo il denaro elttronico, così sicuro, così veloce... «di cosa avete paura, italiani», è la solita chiosa: perché, dietro ogni atteggiamento critico e diffidente deve per forza nascondersi una fobia, una patologia irrazionale e, chissà, patologica.

E questo nonostante l’esperienza quotidiana insegni che capita che il POS (come tutti gli strumenti tecnologici) a volte non funzioni e soffra le interruzioni di corrente; che capita, ai boomer come me, di avere un vuoto di memoria e dimenticarsi il pin; che le carte di credito possono essere clonate in un attimo e che questo non è nulla rispetto all’inferno che segue (annullare transazioni, denunciare, aspettare la carta nuova…); che si formino code infinite alla cassa del supermercato perché il lettore ottico non legge, la carta va strisciata anzi-no-inserita, «signora riprovi», transazione rifiutata «e io adesso come faccio...?».

Gli illuminati, i moderni, pagano con la carta anche il caffè e non importa se tutto l’importo se lo prende la banca come compenso per il servizio: si provi, il barista, a suggerire l’uso della monetina fisica. Per quanto possa sembrare assurdo, le Aziende Sanitarie Locali – cioè la sanità pubblica - non accettano il pagamento del ticket con denaro di stato in corso legale (cioè il denaro contante) ma vogliono essere pagate con una moneta privata, inesistente (cioè con il bancomat). Il tutto condito con la costante beatificazione della moneta elettronica provata e alla demonizzazione del denaro contante di Stato. Follia? Oppure…

Torniamo con la memoria al febbraio dell’anno scorso, quando i camionisti canadesi sono confluiti a Ottawa per protestare contro le vessatorie misure «per il contrasto alla pandemia». Il Canada è un paese occidentale, democratico, libero, dove il popolo può esprimere liberamente il suo pensiero anche tramite manifestazioni pubbliche. Che strano, dunque, che si siano visti maltrattamenti e arresti; e persino la misteriosa morte, durante la detenzione, di una leader delle proteste. Sarà stata una drogata, figurati. Però abbiamo anche assistito a qualcosa di nuovo che mi ha causato un leggero brivido: il governo ha bloccato i conti dei camionisti che protestavano contro il governo.

Avanziamo fino a un mesetto fa: ricordate l’istrionico Nigel Farage, leader dell’UKIP e protagonista della Brexit? Bene: a quanto pare ha dichiarato che la sua banca gli ha chiuso il conto corrente e, poiché nessun altro istituto ha mostrato l’intenzione di aprirne un altro, è costretto a espatriare. Se questa cosa vi ricorda vagamente il confino fascista o l’esilio dantesco o l’ostracismo dell’antica Grecia… beh, stiamo pensando le stesse cose. Ma non è possibile, l’Occidente è il faro della democrazia, noi siamo tolleranti, tutti hanno il diritto di opinione e di parola.

Infine, nei giorni scorsi: un blogger tedesco ha scritto che la leader dei Verdi, Ricarda Lang, è una «cicciona». Indovinate? Conto corrente bloccato. I suoi follower (maledizione a questa lingua barbarica) hanno tentato di fare una colletta elettronica: bloccata anche quella. Cosa farà, adesso, il giovane blogger? Morirà di fame? Espatrierà? Di sicuro, non esprimerà mai più pubblicamente la sua opinione nei confronti di un leader di una maggioranza politica in un paese occidentale libero e democratico.

Sarò paranoico, ma a me sta venendo il leggerissimo sospetto che il denaro privato (cioè delle banche), virtuale (cioè inesistente), abbia come scopo quello di punire il dissenso. E adesso il pensiero corre a Il mondo nuovo di Huxley, nel quale il selvaggio (cioè chi non si adegua al mondo nuovo), non riuscendo a viverci nonostante, anzi, proprio perché disgustato da soma e dall’orgy-porgy , non ha altra scelta che il suicidio.

A pensar male si fa peccato? Certo, rispondeva Andreotti, però...