Dopo il Nobel, serve una strategia per il Mediterraneo
Il premio Nobel alla Tunisia dimostra la lungimiranza degli accademici norvegesi, che per una volta si sono interessati dei problemi dall'altro capo dell'Europa. Il problema è che l'Ue è troppo sbilanciata verso il suo settentrione. E occorre lavorare pazientemente per ricorreggere il baricentro verso Sud.
Marino incapace Ma il colpevole è la burocrazia
Che Marino si sia rivelato inadeguato nel ruolo di sindaco è difficile negarlo. Ancor prima dello scoppio dello scandalo di Mafia Capitale, si era distinto per gaffe davvero imbarazzanti, dalle multe alla sua Panda che non aveva il permesso per circolare in centro, alla nomina di un capo dei vigili privo dei requisiti e quindi successivamente rimosso. Ma dello sfascio di Roma l'ex sindaco non è il vero colpevole.
Tunisia, un Nobel all'eccezione democratica araba
Il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato al "quartetto" nazionale tunisino. Cioè a quei quattro elementi della società civile organizzata che ha fatto da argine al dilagare dell'islamismo, dopo aver guidato la rivoluzione contro Ben Alì. Si tratta di un premio di incoraggiamento, perché la Tunisia resti un'isola democratica in un mare di jihadisti.
Una brutta notizia e tre buone per la scuola paritaria
Con i numeri non si discute, c’è poco da fare: nell’ultimo biennio ben 349 scuole paritarie hanno chiuso i battenti. Oltre 30mila alunni in meno solo nell’ultimo anno, a conferma di un il trend al ribasso che non accenna ad invertire la rotta. I soliti “vietcong” esulteranno, ma è una sconfitta per tutti. Anche per loro e per lo Stato.
Contro il fumo di Satana ci affidiamo a Maria
Gli scandali morali e le prese di posizione che giustificano l'allontanamento dalla Dottrina segnano un vantaggio della mentalità mondana nella Chiesa, che colpisce il popolo di Dio. Ma da duemila anni davanti a sfide del genere tutti i buoni cristiani si affidano alla Madonna.
Nel Rosario c'è il metodo perfetto della preghiera
Tra i mesi devozionalmente qualificati, ottobre è il mese del Rosario. L’origine è relativamente recente e si deve al domenicano spagnolo Giuseppe Moran († 1884). L’iniziativa ottenne il favore di Leone XIII, che nella lettera Supremi apostolatus del 1.9.1883 consacrò il mese di ottobre «alla celeste Regina del Rosario».
Statali: tanti e vecchi Impariamo dalla Svizzera
Secondo una ricerca fra i 3 milioni e 200mila dipendenti statali italiani solo 100mila hanno meno di trent’anni. Ma la vera domanda è: come mai abbiamo così tanti statali? Per un governo veramente riformatore cambiare l'amministrazione statale dovrebbe essere il primo obiettivo.
Quelli che: "l'omosessualità di un prete non è un problema"
Il coming out di monsignor Charamsa è una mossa eclatante. Le reazioni non sono all'altezza. Don Mauro Cozzoli, ordinario di Teologia Morale nella Pontificia Università Lateranense, scrive su Avvenire che l'omosessualità di un sacerdote, in sé, non è un problema. Ah no?
Riforma del Senato era meglio una Costituente
Il Senato è paralizzato dalla riforma che riguarda direttamente la sua trasformazione. Nonostante l'ottimismo mediatico e di governo, siamo solo all'approvazione del secondo articolo su 35 della nuova legge. Era meglio affidare la riforma costituzionale a un'apposita Assemblea Costituente.
Pregare per il Sinodo, testimoniare Cristo
Oggi è il giorno della veglia di preghiera in Piazza San Pietro e in tante chiese italiane, affinché lo Spirito Santo «illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito». È un gesto con cui riconosciamo che tutto è nelle Sue mani, e che Cristo non abbandona la sua Chiesa.
Un'altra Sanità è possibile Il modello Lombardia
Il decreto Lorenzin per il taglio della spesa sanitaria ha sollevato un coro di proteste. Ma lo Stato può continuare a basarsi sulla spesa pubblica? La Sanità rappresenta il 7% del Pil e solo la Lombardia ha il bilancio in pareggio. Perché è l'unica che offre un modello alternativo: competizione fra privati e pubblico.
La solita caccia ai cattolici, omofobi immaginari
La vicenda secondo una buona fetta di giornali è andata così. Siamo a Monza presso l’Istituto cattolico professionale Ecfop. C’è un sedicenne gay che posta su Instagram una foto in cui a petto nudo abbraccia un suo amico. Per questo viene sbattuto fuori dalla classe dal preside e deve seguire le lezioni in corridoio. Ma non è così.