Gli jihadisti italiani arrivano in Siria già indottrinati
Decine di immigrati maghrebini in Italia, partono alla volta del Medio Oriente per combattere sotto le bandiere nere del Califfo. Lo rivela il curdo Fares Tammo alla stampa italiana. Il dettaglio più inquietante è che: i volontari "italiani" sono già indottrinati.
Bosnia, l'escalation dei nazionalisti e dell'islam
Le elezioni bosniache sono uno specchio delle tensioni che dividono tutti i Balcani. Vincono i nazionalisti serbi nella parte di Bosnia da loro controllata (anche se perdono la competizione per Sarajevo). Vincono i nazionalisti croati. E fra i musulmani vince il figlio di Izetbegović, che guarda a Erdogan come modello.
Kobane resiste nell'ingorgo delle alleanze
Kobane, nella regione del Kurdistan siriano (Siria settentrionale), è diventata, suo malgrado, una città simbolo. Simbolo della resistenza curda contro le milizie jihadiste dello Stato Islamico. Ma i turchi, invece di aiutare chi è sotto assedio, a 15 chilometri dal loro confine, lanciano attacchi aerei contro... i curdi.
Gli jihadisti sono già in mezzo a noi
Il sindaco di Londra, Boris Johnson, lancia l'allarme: nel Regno Unito sono già presenti "migliaia" di jihadisti, pronti a organizzare attentati per conto del Califfo e di Al Qaeda. E il Regno Unito non è il solo. I fondi degli jihadisti arrivano dal Qatar, lo stesso emirato che ha investito miliardi in Europa.
Così la Sicilia sta diventando un emirato di Valentina Colombo
Hong Kong, la protesta torna in piazza
La protesta di Hong Kong si è improvvisamente rivitalizzata, dopo che il governo ha interrotto il dialogo con le associazioni di studenti. La reazione della polizia, per ora discreta, potrebbe essere più violenta rispetto a quella di due settimane fa. Il cardinal Zen, vescovo emerito di Hong Kong, invita gli studenti alla prudenza.
La Coalizione abbandona i curdi. Il Califfato trionfa
Nonostante gli appelli e le manifestazioni attuate in tutto il mondo dalla diaspora curda nessuno sembra voler intervenire per impedire la caduta ormai imminente di Kobane, la cittadina della Siria settentrionale. Una sconfitta per l'Occidente e per la Coalizione guidata dagli Usa, un trionfo per il Califfato.
I giudici Usa danno il via ai matrimoni gay
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha espresso parere favorevole sui “matrimoni” gay. Più precisamente ha respinto i ricorsi di cinque Stati - Indiana, Oklahoma, Utah, Virginia e Wisconsin – che avevano a lei appellato alcune sentenze di giudici di grado inferiore.
Nemyria: Il futuro dell'Ucraina è in Europa
«Non posso che essere d’accordo con Giovanni Paolo II perché il destino dell’Ucraina non è quello di un Paese di frontiera, né quello di una nazione-ponte fra Europa e Asia, bensì quello di essere riconosciuta come nazione europea, parte integrante di un continente unificato». Parla Hryhoriy Nemyria, deputato ucraino.
Guerra all'Is, se 1 miliardo di dollari al mese son tanti
Sarà anche vero che la guerra contro il Califfato costa in media “solo” 8 milioni di dollari al giorno, ma i risultati militari sono fino ad oggi marginali e certo non risolutivi. Le stime più complete valutano che con le attuali forze in Iraq la guerra contro l’Is possa arrivare a costare almeno un miliardo di dollari al mese.
I raid aerei non bastano Il Califfo avanza
I raid aerei contro l'Isis, appena una decina al giorno, non impediscono alle truppe del Califfo di avanzare in Siria e di prendere d'assalto Kobane, roccaforte dei curdi. Solo un intervento militare dei turchi (che non sono in buoni rapporti coi curdi...) potrebbe salvare la situazione. E anche in Iraq l'Isis avanza nella provincia di Anbar.
Quelli che... "combattono" l'Isis e tifano per il Califfo
C'è uno strano silenzio sulle operazioni in Iraq e Siria contro l'Isis. E non è casuale. Infatti l'opinione pubblica dei cinque Paesi arabi sunniti che fanno parte della Coalizione, è a stragrande maggioranza dalla parte del Califfo. In Arabia Saudita, addirittura, il 92% della popolazione ritiene che l'Isis sia il vero islam.
Il profumo del Che ritirato per oltraggio alla rivoluzione
"Ernesto" e "Hugo": due profumi che l'azienda di Stato cubana si apprestava a lanciare sul mercato in onore di Che Guevara e del defunto presidente venezuelano Chavez. Mail regime di Raul Castro ha bloccato tutto, accusando di "tentata eresia" i vertici dell'azienda. Scherza con i santi ma lascia stare il Che.