Mig31 alla Siria, Mosca mette in guardia Usa e arabi
Nella nuova fornitura di armi russe a Damasco, oltre ai missili anticarro, arrivano anche i primi Mig31, potenti caccia intercettori che finora non erano mai stati esportati al di fuori dello spazio ex sovietico. Si tratta di un avvertimento a Usa e alleati arabi, perché non violino lo spazio aereo siriano.
Che la Russia fornisca armi anche sofisticate al regime siriano di Bashar Assad non è certo una novità considerato che fin dagli anni ’60 Damasco è uno dei principali clienti dell’industria della Difesa di Mosca. Le ultime forniture, giunte in una base aerea nei pressi della capitale siriana il 18 agosto, suscitano però non poche perplessità.
Oltre a un migliaio di missili anticarro Kornet arrivati a bordo di un cargo Antonov 124, nell’aeroporto militare di Mezze sono atterrati 6 Mig 31, caccia intercettori che Damasco aveva già ordinato a Mosca nel 2007 in base a un contratto che prevedeva 8 velivoli di questo tipo ma che fino a oggi non erano mai stati consegnati. L’arrivo della piccola squadriglia fa della Siria il terzo utilizzatore del potente caccia intercettore dopo Russia (134 esemplari in servizio) e Kazakistan (29 esemplari). Fonti di stampa turche mettono in relazione la consegna dei velivoli con l’iniziativa diplomatica di Mosca tesa a mettere a punto una coalizione che combatta realmente lo Stato Islamico e che riunisca i governi di Siria e Iraq, Iran, il governo regionale del Kurdistan e altre nazioni della regione.
Un’iniziativa non gradita soprattutto a Stati Uniti e Turchia che vogliono mantenere nell’angolo il regime di Assad e non intendono coinvolgere l’Iran nella Coalizione anti-Isis per non irritare le monarchie arabe che considerano Teheran un nemico, ma che sono stati i principali sponsor dello Stato Islamico e di altri movimenti jihadisti.
Di certo la consegna di Mig 31 alla Siria ha poco a che fare con il contrasto alle forze ribelli, prive di aeronautica, e ha un senso solo in relazione alla difesa dello spazio aereo siriano da un anno violato ogni giorno dai cacciabombardieri arabi e statunitensi della Coalizione con la “scusa” delle operazioni contro l’Isis e che verrà presto violato ulteriormente con l’istituzione della cosiddetta “zona cuscinetto” che Ankara vuole imporre lungo 98 chilometri di fascia di frontiera per una profondità di almeno 40 in territorio siriano. La “zona cuscinetto” potrebbe essere abbinata a una “no-fly zone” ma in ogni caso Ankara e Washington hanno già ammonito le forze aeree siriane di tenersi alla larga da quella zona.
In termini giuridici non ci sono i margini per una simile violazione dello spazio aereo siriano in assenza di un’improbabile risoluzione delle Nazioni Unite, ma non c’è da dubitare della volontà di turchi, arabi e statunitensi di limitare progressivamente i margini di manovra delle forze armate siriane utilizzando il pretesto di attaccare l’Isis. I Mig 31 si inseriscono quindi come forte elemento di disturbo di questa strategia. Caccia pesanti molto veloci concepiti per intercettare i missili da crociera, i Mig 31 sono dotati di un radar in grado di individuare e seguire fino a 10 bersagli che volano anche sotto i 50 metri di quota e fino a una distanza di 200 chilometri, ingaggiandone 4 contemporaneamente con i missili a lungo raggio R-33 e R-37.
Armi che rendendo più difficile e pericolosa la penetrazione nello spazio aereo di Damasco dei jet turchi e alleati. Il numero limitato di velivoli consegnati ai siriani non sottrae nulla all’effetto deterrente di questo velivolo considerato che 4 Mig 31 sono in grado di tenere sotto controllo oltre 800 chilometri di fronte aereo colpendo fino a una trentina di velivoli asnche da una distanza molto elevata. Difficile valutare se i Mig 31 vengano gestititi esclusivamente da piloti e tecnici siriani, ma è quasi certo che il loro impiego venga assicurato da personale e piloti russi, tenuto conto che consulenti di Mosca sono presenti in tutti i settori e ad alti livelli della difesa siriana e soprattutto della rete radar, aerea e missilistica che assicura la difesa dello spazio aereo.
Con la consegna dei Mig 31, Mosca sembra lanciare un triplice messaggio ad arabi e occidentali. Innanzitutto ribadisce di voler continuare a sostenere Assad anche sul piano militare e con mezzi sofisticati e di tipo strategico (anche se datati, il Mig 31 è stato sviluppato negli anni ’80). Inoltre i russi esercitano una forte deterrenza nei confronti di Usa, Turchia e Coalizione mostrando i muscoli con un velivolo che di fatto conferma e rafforza la presenza di consiglieri militari russi in Siria. Consegnando a Damasco un aereo finora mai esportato fuori dai confini dell’ex Urss, la Russia ribadisce il valore attribuito all’alleanza con la Siria. Infine il Cremlino sottolinea che la guerra all’Isis deve essere una priorità e non un pretesto per colpire obiettivi diversi, quali Assad o i curdi, non a caso gli unici dimostratisi finora in grado di fermare sul campo di battaglia le milizie del Califfato.