All'origine della guerra fra l'islam e l'ebraismo
Il massacro compiuto da due palestinesi nella sinagoga di Har Nof, sobborgo di Gerusalemme, riporta la guerra alla sua antica origine. Gerusalemme è la sede del Tempio che gli ebrei hanno rinunciato a ricostruire. E la sede di Al Aqsa, sorta sulle rovine del Tempio, luogo santo dell'islam.
Nel solo 2013, quasi 18mila morti per atti di terrorismo
Nel 2013 il terrorismo ha ucciso 17.958 persone: 61% in più che nel 2012. È quanto emerge dall’Indice globale del terrorismo 2014, pubblicato dall’Institute for Economics and Peace. Lo studio, condotto su scala globale, non rintraccia alcuna correlazione fra terrorismo e povertà. L'islam è il maggior ispiratore.
Gerusalemme insanguinata un odio primordiale
Massacro palestinese in una sinagoga: quattro ebrei uccisi a sangue freddo all'arma bianca. Mai si era vista una violenza così gratuita e un odio primordiale, accanirsi soprattutto contro i simboli religiosi. È il frutto del tramonto della politica, ormai incapace di mediare.
La Russia nasconde i danni subiti con le sanzioni
Il presidente russo Vladimir Putin non credeva di trovare tanto gelo nell'estate australiana di Brisbane, in un vertice G20 in cui si è ritrovato completamente isolato. Ma nel frattempo non sappiamo quanti danni le sanzioni abbiano inflitto all'economia russa: il dato resta nascosto dietro a un velo di mistero.
Contrordine marines, il nemico è di nuovo Assad
Dopo tre mesi di inconcludente campagna aerea contro il Califfato, Barack Obama ha di nuovo cambiato idea: il nemico torna a essere il presidente siriano Bashar Assad. Come l’anno scorso quando le pressioni di Mosca impedirono a Washington di ”punire” il regime siriano per l’impiego del gas nervino contro i civili.
Albania e Serbia, dopo la partita è scontro sul Kosovo
La tensione fra Serbia e Albania non si limita solo ai campi di calcio e alle tifoserie violente. Anche la visita di Edi Rama, premier albanese, a Belgrado, ha creato un incidente diplomatico. L'Albania perora la causa del Kosovo e dialoga anche con le minoranze albanesi in Serbia. Belgrado non lo digerisce.
Cristiani iracheni, la persecuzione dimenticata
Se ne parla sempre meno, anche in Italia. Eppure la situazione delle popolazioni cristiane di Iraq e Siria è sempre più grave nei territori occupati dallo Stato Islamico. Pascal Esho Warda, ex ministro dell'Immigrazione iracheno, rilascia un'intervista che è anche un drammatico appello.
Messico, la Chiesa reagisce al dramma dei 43 desaparecidos
Un crimine sconcertante. La polizia, che avrebbe dovuto proteggere i suoi cittadini, ha contribuito al sequestro e alla (ormai quasi certa) uccisione di 43 studenti della Normal Rural de Ayotzinapa, nella città di Iguala. Mentre le autorità sono omertose e le indagini lente, la Chiesa reagisce con vigore.
Qaradawi, il "moderato" che incita a uccidere gli ebrei
Yusuf Qaradawi, teologo di riferimento dei Fratelli Musulmani, è uno dei predicatori più influenti nel mondo islamico sunnita, anche grazie alla sua finestra settimanale sulla Tv satellitare Al Jazeera. In questo periodo di tensione e violenza a Gerusalemme, Qaradawi istiga all'odio contro gli ebrei.
"Catalogna verso l'indipendenza, Madrid in crisi"
La Catalogna ha votato per la sua indipendenza, in un referendum che non è stato riconosciuto dal governo spagnolo, ma a cui ha partecipato gran parte della popolazione attiva. E la vittoria del Sì è schiacciante. Parla il professor Marco Bassani (Università degli Studi di Milano), osservatore volontario a Barcellona.
Il mistero sulla morte presunta del Califfo
Il Califfo al-Baghdadi è stato ucciso in un bombardamento americano. Anzi no, è rimasto ferito in un bombardamento iracheno. Oppure, non è neppure stato ferito. Le notizie si sono rincorse per tutta la giornata di ieri ed è impossibile verificarle. Ma una cosa è certa: non ci si deve illudere. La guerra continua.
La Nato trasloca, i russi pronti a tornare in Afghanistan
A 25 anni dal ritiro sovietico e a 13 dall’operazione Enduring Freedom che lo liberò dal regime talebano, l’Afghanistan potrebbe tornare presto sotto l’influenza di Mosca non tanto per una scelta politico strategica quanto per la necessità di Kabul di garantirsi un alleato solido e meno ambiguo degli Stati Uniti contro i talebani.