Cuba e Venezuela hanno bisogno di un miracolo
Papa Francesco, a Cuba, ha lasciato un messaggio di speranza. Ma è stato anche molto attento a non parlare direttamente di politica, in un regime comunista che dura da 50 anni. Si è parlato anche, a Cuba, di riconciliazione nel Venezuela, la "Siria del Sud America", con 260mila cristiani uccisi in tempo di pace.
L'Isis non basta. Altre disgrazie per la Libia
Come se non bastasse l'Isis e la presenza di due governi che si contendono la legittimità, in Libia sta nascendo un terzo parlamento. E' un consiglio tribale che si ripropone di rappresentare i clan libici. Il nuovo organismo finirà per rendere ancora più caotica la situazione. E renderà più facile il compito ai jihadisti.
Tsipras rivince, per la Grecia sono nuovi guai
Sembrava dovesse essere la sua Caporetto, e invece Alexis Tsipras ha finito per pareggiare. Non col centrodestra di Nea Demokratia, che i sondaggi davano a pari con Syriza e gli ultimi exit poll di ieri pomeriggio addirittura in vantaggio di tre punti, bensì col proprio risultato dello scorso gennaio: a metà dello scrutinio era a circa il 35,5%, poco sotto il 36,34% delle scorse elezioni.
La polveriera turca rischia di esplodere
La Turchia, da cui arriva il grosso dell'ultima ondata di profughi in Europa, è diventata una polveriera pronta a scoppiare. Nell'Est e nel Sud dell'Anatolia è scoppiata di nuovo la guerra contro i curdi. In questa situazione, Erdogan si appresta alle elezioni anticipate di novembre con un piglio sempre più autoritario.
Le Damas de blanco che il Papa non potrà vedere
Scendono ogni domenica in piazza in silenzio, vestite di bianco, e puntualmente vengono arrestate per essere rilasciate dopo qualche ora. Sono le cattoliche Damas de Blanco: mogli, figlie e sorelle di detenuti rei solo di non essere comunisti. E che ci ricordano che a Cuba sui diritti umani non si fa un passo avanti.
I russi intervengono in Siria pensando al Caucaso
I russi stanno aumentando la loro presenza nella Siria occidentale, anche con mezzi di terra. Potrebbe essere il preludio di un intervento più ampio. L'obiettivo principale di Mosca è quello di proteggere le basi nel Mediterraneo e salvare il regime di Assad. Ma c'è un altro motivo: la crescita della jihad caucasica.
Yemen, la tragedia che non si vede
La guerra civile yemenita è entrata nel suo settimo mese, ha già provocato 4500 morti, di cui la metà civili. Al Qaeda rialza la testa e a farne le spese è la piccola comunità cristiana. Ma nessuno ne parla. Perché è il "cortile di casa" dell'Arabia Saudita e Riad, nel suo braccio di ferro con l'Iran e le milizie sciite locali, ha l'autorizzazione a fare tutto ciò che vuole.
Rohingya, il popolo dei profughi che nessuno vuole
Nel momento in cui il tema “immigrazione” e “profughi” è all’attenzione internazionale la situazione dei boat people rohingya è davvero paradossale. Sono una minoranza musulmana di un Paese ufficialmente buddista (Myanmar) sono sempre stati oggetto di pogrom e persecuzioni da parte del regime.
Il presepe non è reato. Sconfitta (per ora) la laicité
Il Presepe raffigura quanto di più innocuo e inoffensivo ci sia al mondo. Eppure, la cronaca dice il contrario. Il tribunale di Montpellier, ad esempio, ha recentemente assolto il sindaco di Béziers, Robert Ménard. E di quale reato era accusato? Tenetevi: per Natale aveva fatto il presepe nell’ingresso del Comune. Appunto.
La Moldova scende in piazza sognando l'Ue
Decine di migliaia di persone accampate in piazza a Chisinau per chiedere le dimissioni di governo e presidente. La causa è un gigantesco furto: 1 miliardo di dollari sparito dalle tre principali banche del paese. I manifestanti chiedono trasparenza e garanzia dei diritti. Sognano l'Ue, ancora vista come una terra di diritti e opportunità.
I sauditi usano i Fratelli Musulmani per entrare in Europa
Il Kaiciid è un ente saudita presente a Vienna che, teoricamente, intende promuovere il dialogo interreligioso. Dialogo e tolleranza... dei sauditi? Soprattutto emerge la collaborazione con il centro dei Fratelli Musulmani, teoricamente banditi da Riad, ma evidentemente utili per parlare agli europei.
Il futuro di Israele dopo il ritiro degli Stati Uniti
Gli Usa stanno lanciando chiari segnali di volersi ritirare dall'area euro-mediterranea, come dimostra anche il recente accordo con l'Iran sul suo programma nucleare. Quale sarà il futuro per Israele senza la protezione di Washington? Il muro-contro-muro potrebbe portare alla sua estinzione, quindi deve cambiare strategia, verso una riconciliazione con i vicini. L'Ue dovrebbe lavorare su questo percorso.