I moti di Gaza, l'ambasciata è un pretesto, il jihad è la causa
E' arrivato il momento della immolazione dei palestinesi, proclamata dai fondamentalisti islamici di Hamas, che dovrebbe segnare l’inizio della fine di Israele. Momento da essi fomentato, preparato e messo alla prova nel 70.mo anniversario della proclamazione dello Stato ebraico, avvenuta il 15 maggio 1948. Il pretesto è il trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti.
LA NUOVA EUROPA A GERUSALEMME di Stefano Magni
La "Nuova Europa" rappresentata a Gerusalemme
Chi c'era e chi non c'era alla cerimonia del trasferimento dell'ambasciata Usa a Gerusalemme: è importante per capire il posizionamento su Israele dei vari paesi. Fra gli invitati europei, c'erano anche 4 membri dell'Ue che sono andati contro alla linea dettata da Bruxelles: Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. Ecco perché.
Un'altra famiglia suicida, un'altra strage jihadista
Un’altra famiglia di terroristi suicidi ha condotto un altro attentato, a Surabaya, Indonesia. Padre, madre e la loro bambina di otto anni su una moto, gli altri due figli sull’altra, si sono lanciati sul posto di blocco di un commissariato di polizia della città indonesiana. Una bambina, otto anni, è sopravvissuta.
Attacco in Francia, l'ipotesi della "punizione"
Un giovane ceceno che aveva ottenuto la nazionalità francese è il responsabile dell'attentato terroristico di sabato sera a Parigi, rivendicato dall'Isis. Un modo per tenere alta la pressione, ma forse anche un messaggio per la posizione filo-iraniana assunta da Macron.
In Indonesia il terrorismo islamista è affare di famiglia
Padre, madre e quattro figli - tra cui due piccoline - si sono fatti saltare in aria in tre diverse chiese cristiane di Surabaya, nell'isola di Java. È la prima volta che un'intera famiglia si lancia in un'operazione kamikaze. Un ulteriore salto di qualità del jihadismo, in un paese che era noto per la sua tolleranza nei confronti di tutte le religioni.
- ATTACCO A PARIGI, IPOTESI "PUNIZIONE", di Gianandrea Gaiani
-UN'ALTRA FAMIGLIA SUICIDA, UN'ALTRA STRAGE JIHADISTA di Stefano Magni
Iraq, tanta sfiducia nel primo voto dopo l'Isis
Un paese diviso e sfiduciato torna alle urne nelle prime elezioni dopo la carneficina provocata dall'Isis. Nonostante la liberazione di un terzo del paese dall'incubo dei jihadisti, ora la popolazione prova sfiducia e stanchezza. Sciiti ancora in vantaggio, con tre candidati forti per la guida del governo. Strane alleanze fra le minoranze.
La crisi iraniana divide gli Usa dall'Europa.
La crisi iraniana determinata dalla decisione di Donald Trump di uscire dall’accordo sul programma nucleare iraniano non rischia solo di infiammare tutto il Medio Oriente dal Libano al Golfo Persico ma di allargare l’Atlantico determinando una decisa spaccatura tra gli Usa e gran parte dell’Europa.
La via di Xi per annientare la Chiesa cinese
L'eventuale firma di un accordo con la Cina, costituirebbe una complicità della Santa Sede con il progetto di annientamento della Chiesa in Cina, come dimostra la recente riorganizzazione dei rapporti fra Partito comunista e religioni.
Quel traffico di identità fra gli immigrati in Europa
Una falla in Europa: traffico di passaporti e permessi di soggiorno a Salonicco in Grecia. Gli immigrati in Germania che vogliono tornare a casa, passano dal porto greco, rivendono i loro documenti a nuovi emigranti e incassano migliaia di euro. Gli ultimi arrivati, acquistando la nuova identità, entrano senza problemi in Europa.
Ecco perché non è opportuno fare la guerra all'Iran
L'Arabia Saudita si doterà di armi atomiche se l'Iran riprenderà il suo programma nucleare. E' il primo passo verso l’escalation del confronto militare tra sauditi e iraniani e tra blocco sciita e blocco sunnita determinata dalla decisione del presidente Donald Trump di portare gli Usa fuori dall'accorso sul nucleare iraniano. A chi conviene?
La lunga mano dell'Iran (e del Qatar) sullo Yemen
Da tre anni i ribelli sciiti della milizia Houthi hanno scatenato una guerra civile nello Yemen. Prima hanno provato a prendere il controllo del paese con un golpe, poi lo stanno destabilizzando con la loro guerriglia. La mano che c'è dietro è evidente: è l'Iran che cerca di destabilizzare la regione, appoggiato dal Qatar.
HEZBOLLAH AI TROPICI di Lorenza Formicola
Hezbollah ai tropici: l'islamizzazione in America Latina
Da decenni l'Iran sta esportando la sua rivoluzione islamica anche in America Latina, dove Hezbollah è una realtà ben radicata. Il gruppo politico-terrorista jihadista si finanzia con il traffico di armi e droga. E fa proseliti. L'amministrazione Obama aveva ostruito le indagini per non innervosire Teheran e giungere all'accordo sul nucleare.