L'Ue piange, ma Atene ha poco da ridere
Grecia in festa. Al referendum ha vinto, anzi stravinto, la causa del NO alle condizioni poste dai creditori internazionali. Il governo Tsipras celebra la vittoria della democrazia sull'austerity. Per l'Ue, comunque la si guardi, è una sconfitta grave. Il futuro della Grecia, però, dipende sempre da aiuti internazionali.
Tra sole e petrolio, il gioco sporco degli eco-imperialisti
Quasi 19 miliardi di dollari, il risarcimento più alto mai pagato per i danni di un disastro ambientale. Quello provocato cinque anni fa dall’esplosione di una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico. Colpevole la BP, multinazionale del petrolio, ma anche una delle principali società nel campo delle energie rinnovabili.
Beretta: "Urge una ricostruzione umana della Grecia"
"L’unico modo in cui si può aiutare la Grecia è liberare le sue forze produttive. Una cosa difficilissima da fare, perché richiede il coraggio di scommettere sulla capacità delle persone di assumersi responsabilmente la gestione della loro vita. Di assistenzialismo si muore, alla lunga". Parla Simona Beretta (Università Cattolica di Milano) alla vigilia del voto al referendum greco.
A cosa porta il referendum in Grecia
Dopodomani i greci andranno alle urne per decidere se accettare o meno le condizioni poste dai creditori internazionali. Si tratta di un voto rischioso che i sondaggi (veri e presunti) danno come testa-a-testa e su cui si gioca il futuro del governo Tsipras, prima ancora che quello della Grecia.
Germania, capro espiatorio della crisi greca
In questi giorni in cui la Grecia è colpita da una bufera che sembra non finire mai è fin troppo facile, per alcuni, puntare il dito contro la Germania. Una nazione definita come egoista, immorale, dedita solo agli affari e senza alcun senso di pietà. E' veramente così? Non proprio. Dipingere la Germania come l'origine di tutti i mali è quantomeno riduttivo.
Grecia, la breve strada verso il default
La Grecia si avvicina concretamente al default. Saltate le trattative con l'Eurogruppo, finito il piano di aiuti, non si riuscirà a pagare tutto il credito (1,6 miliardi) al Fmi. E per la prima volta un membro dell'Ue che fa parte anche della zona euro, potrà risultare insolvente. Come si è giunti fino a questo punto?
Tfta, la più grande area di libero scambio dell'Africa
Sharm El Sheikh, Egitto: i capi di Stato di 26 paesi africani hanno firmato l'accordo Tfta, la più vasta area di libero scambio finora creata nel continente nero. Finora uno dei maggiori freni allo sviluppo di quei paesi era proprio costituito dai dazi doganali, fra i più alti del mondo.
Se Atene lascia l'euro, sarà una tragedia greca
Se Tsipras insistesse ancora a non obbedire alle condizioni dettate dai suoi creditori, la Grecia potrebbe anche abbandonare l'euro, come minaccia da anni. Per l'Ue sarebbe un brutto colpo, per la perdita di credibilità dell'eurozona. Ma sarebbe una tragedia per i greci, soprattutto quelli più poveri. Il Pil potrebbe addirittura dimezzarsi e la svalutazione arrivare al 60%.
Giornalismo online, la gratuità non rende
Se l'editoria tradizionale è in affanno e quella online non decolla, una delle ragioni è che negli ultimi venti anni abbiamo assistito a una progressiva svalutazione dei contenuti giornalistici. La gratuità del Web, col potenziamento dei motori di ricerca, non regge più alla prova dell'economia.
Quelle ricette terzomondiste che aumentano la fame
Si chiama Elisabeth Mpofu, arriva dallo Zimbabwe. Dice di essere una contadina: è lecito dubitarne visto il tempo che trascorre in giro per il mondo in veste di segretaria generale di La Via Campesina, un movimento di contadini. La le sue ricette per combattere la fame risultano alquanto discutibili.
Una fabbrica di cioccolato, speranza per l'Africa
Una fabbrica di cioccolato in Costa D’Avorio, primo produttore di cacao al mondo. La produzione servirà 350 milioni di potenziali consumatori e la fabbrica darà lavoro a 350 persone. Un esempio di come i Paesi della fame possono cominciare a sfruttare le proprie ricchezze naturali a favore dello sviluppo interno.
Le nostre tasse rendono i poveri ancora più poveri
Credete forse che la tassazione progressiva italiana prenda i soldi ai ricchi per darli ai poveri? Sbagliato. Più crescono le tasse italiane, più aumentano le disparità sociali. Confrontando i nostri dati con quelli dei paesi in cui le tasse sono più basse, noi italiani registriamo dei livelli di disuguaglianza sociale molto maggiori.