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IL RAPPORTO

Spending review? No, sussidiarietà Ecco la ricetta

Il debito pubblico è diventato la palla al piede dell’economia italiana e ogni tentativo di superare la crisi ha risentito inevitabilmente della voragine dei nostri conti pubblici. Che fare allora? Una risposta viene dal "Rapporto sulla sussidiarietà 2014-2015”, dal titolo Sussidiarietà e… spesa pubblica, appena dato alle stampe.

Economia 10_10_2015
La copertina del Rapporto sulla Sussidiarietà 2014-15

L’eccessivo debito pubblico è diventato la palla al piede dell’economia italiana. Ogni tentativo di superamento delle fasi di crisi che ciclicamente il nostro Paese ha vissuto negli ultimi decenni ha risentito inevitabilmente della voragine dei nostri conti pubblici. Gli interessi passivi sul debito hanno eroso gli effetti virtuosi di ogni sforzo creativo sulla finanza pubblica e frenato qualsivoglia azione risanatrice. Questa situazione trova puntuale e atroce riscontro dal 2009 a oggi, cioè da quando lo tsunami della recessione ha travolto anche l’Italia, imponendo scelte di politica fiscale rivelatesi tuttavia insufficienti a stimolare la crescita.

La tanto sbandierata spending review, peraltro attuata parzialmente e con criteri spesso discutibili, non ha impattato in modo rigenerante sulla nostra economia, lasciandola per converso in uno stato paludoso e piuttosto impacciato. L’incisività delle politiche economiche e finanziarie degli ultimi tempi si è rivelata scarsa, anche perché il modello di spesa pubblica basato sulla sussidiarietà non ha fatto sufficientemente breccia tra i decisori pubblici. Le tempeste sui mercati finanziari, che hanno prodotto risvolti nefasti su molte economie come la nostra, lungi dallo stimolare azioni di decentramento amministrativo e gestionale, hanno provocato una ri-centralizzazione delle funzioni e delle risorse. 

Il nostro Paese è stato in parte risucchiato nel vortice di quello statalismo che tante storture ha prodotto e perpetuato negli anni, tarpando le ali alla creatività delle imprese e dei corpi intermedi. Invertire la rotta e provare finalmente a declinare con convinzione il concetto di sussidiarietà, sia verticale sia orizzontale, potrebbe consentire al sistema Italia di ripartire sul serio, integrando il meglio del centralismo e il meglio del decentramento. In che modo?

A tracciare un percorso che possa dar vita a un modello innovativo di spesa pubblica imperniato su quell’equilibrio sono gli autori del "Rapporto sulla sussidiarietà 2014-2015”, dal titolo Sussidiarietà e… spesa pubblica, appena dato alle stampe dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dall’Università degli Studi di Bergamo, e ricco di contributi stimolanti di insigni economisti e docenti universitari, da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, a Piero Giarda, da Massimo Bordignon a Gianmaria Martini a Marta Trabucchi, da Gian Paolo Barbetta a Davide Scotti, da Gilberto Turati a Paola Garrone, vicepresidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Il leitmotiv che attraversa e lega tra loro i diversi saggi contenuti nel volume è quello di ottimizzare l’uso delle risorse e di incrementare il Prodotto interno lordo, separando con chiarezza la spesa pubblica centralizzata, che rimane essenziale nei settori tipici dell’intervento dello Stato (Difesa, giustizia, organi costituzionali, ecc.), e la spesa gestibile con criteri di sussidiarietà verticale, privilegiando cioè i livelli di governo più vicini al cittadino, e di sussidiarietà orizzontale, dando fiducia al privato sociale rispetto al pubblico, allo “Stato comunità” rispetto allo “Stato apparato”. 

Scrivono Paola Garrone e Giorgio Vittadini nell’introduzione al Rapporto: «Il trasferimento di competenze anche finanziarie e fiscali a Regioni ed enti locali (sussidiarietà verticale) e il riconoscimento concreto dell’iniziativa di cittadini, realtà sociali e imprese (sussidiarietà orizzontale) apporta non solo una maggiore efficacia alle attività di interesse generale ma anche una maggiore efficienza nello svolgimento di tali attività». Il pregio del Rapporto, che verrà presentato lunedì 12 ottobre alle ore 18 presso la Banca popolare di Milano, nella sede milanese di via San Paolo, 12, alla presenza del sindaco Giuliano Pisapia e del Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è quello di svolgere documentatissime riflessioni di natura scientifica, ma anche di fornire indicazioni pratiche su come agire per avvicinare i meccanismi di allocazione delle risorse pubbliche agli effettivi bisogni della gente, dunque rendendoli più efficienti.