Sudan, la strage degli innocenti. Bambini lasciati morire di stenti
”Che Dio ci perdoni se non abbiamo fatto del nostro meglio”, sono le parole di una delle dottoresse che hanno cercato di assistere i bambini nell'orfanatrofio di Mygoma, a Khartoum, nel mezzo della guerra civile scoppiata in Sudan. Cinquanta bambini, quasi la metà dei quali neonati, sono morti di fame, malattia, mancanza di cure. L'orfanatrofio, dallo scoppio della guerra, è infatti rimasto privo di tutto: medicine, cibo, personale, corrente elettrica. Tutte le guerre portano il loro strascico di sofferenze. Ma si era impreparati all’orrore di quanto sta succedendo in Sudan.
Un anno di guerra: urge ripensare la pace, senza schematismi
La guerra è una cosa molto complessa, chi la semplifica non fa gli interessi della pace. Vale anche per la guerra in Ucraina a un anno esatto dal suo inizio: l’aggressione c’è stata, ma la situazione sembra tendente al peggio. Prevale l’idea sbagliata che l’unico modo di aiutare l’Ucraina sia fornirle armi sempre più potenti, ossia scendere in campo nel conflitto e quindi allargarlo. Urge una nuova opinione pubblica europea per la pace.
- L'EUROPA È GIÀ SCONFITTA di Gianandrea Gaiani
Ucraina, la prospettiva è una sconfitta per tutti
La visita a sorpresa di Biden a Kiev non è solo espressione di solidarietà, ma di un coinvolgimento di Usa e Nato in un conflitto che ha lo scopo di sconfiggere la Russia e Putin. Da nessuna parte si registra un'apertura al dialogo. L'unica alternativa a una disastrosa escalation, oggi appare soltanto un congelamento della situazione che creerebbe una nuova cortina di ferro in Europa.
Le armi non portano la pace, ma la strage
L’ebbrezza di una “pace armata fino ai denti” finisce sempre nel pianto, nella prostrazione e nella morte di intere generazioni. Per non schiantarsi contro l'iceberg di un conflitto destinato ad espandersi, occorre ascoltare i "segnali di pericolo" piuttosto che le sirene del pensiero unico.
Parlano di pace, ma promettono la guerra
Ci stanno trascinando in questa guerra assurda, che pare sempre più senza via d'uscita. La parola d'ordine di tutte le istituzioni è riarmare e vincere ad ogni costo malgrado le migliaia di morti già registrati. E cosa ci fa il presidente di un paese in guerra a Sanremo? Possibile che nessuno sia in grado di agire per fermare questa escalation?
Il Papa ai diplomatici: escalation nucleare e derive ideologiche
Ucraina, "terza guerra mondiale a pezzi", "paura della vita" e persecuzioni anticristiane, sono tra i punti toccati dal Santo Padre nel dicorso al Corpo diplomatico. Un cenno generico al "Caucaso meridionale" e un auspicio per la Cina, all'indomani dell'incontro con il card. Zen.
Ucraina: fase di stallo ma le armi non tacciono
In assenza di sviluppi significativi sui campi di battaglia, russi e ucraini continuano a combattersi. Questa fase del conflitto impone un intenso consumo di munizioni e una forte usura e distruzione di armamenti, puntando a logorare l'avversario ed escludendo i ngeoziati.
Il Natale, la certezza che i puri di cuore vinceranno in eterno
Con l’ingresso di Dio nella storia dell’uomo, attraverso la Santa Famiglia, «abbiamo la certezza che la storia sta camminando verso una vittoria sicura dei buoni, dei miti, dei misericordiosi, dei puri di cuore e degli operatori di pace. E questa vittoria già si vede nei santi». Il Natale è anche dono della pazienza di Dio, che ci chiama all'umiltà, per ottenere la gioia del Suo Regno. La Bussola intervista il cardinale Angelo Comastri.
Arrestati dai russi due sacerdoti Redentoristi ucraini
L’accusa nei loro confronti è di detenzione di armi ed esplosivi, ma si tratterebbe di un’accusa infondata
Censis: italiani tristi e rassegnati. È il sintomo dell'ateismo
Il 56° Rapporto Censis descrive il ripiegamento su sé stessi degli italiani, che per il 90% si dicono tristi per effetto di «pandemia, guerra e crisi ambientale». Malinconia, nichilismo e passività predominano – informa l’istituto – di fronte alla presa di coscienza dei propri limiti. Il fragilismo fotografato dal Censis ha una radice: la perdita della fede.
Ucraina, Polonia e Baltici vogliono spingere la Nato alla guerra
Dietro l'intenzione della Polonia di trasferire in Ucraina le batterie di missili Patriot ricevute dalla Germania, sta la volontà di coinvolgere direttamente la NATO nel conflitto contro la Russia. Il segretario Stoltenberg cerca di smarcarsi, ma la situazione diventa molto rischiosa e il passaggio dalla "belligeranza indiretta" all'impegno in prima linea sui campi di battaglia potrebbe essere breve.
La nuova strategia russa per paralizzare l’Ucraina
L’attacco con droni e missili da crociera sta causando gravi danni a rete elettrica, Internet e trasporti ucraini. Tre gli obiettivi di Mosca: mettere in crisi i rifornimenti delle truppe rivali, impedire a Kiev di esportare parte della sua produzione elettrica e minare il consenso verso Zelensky.