Censura, quando il bavaglio è usato dai social network
La Costituzione italiana protegge la libertà di stampa. Però un'altra forma di censura si sta facendo largo: quella praticata arbitrariamente dai social network che oscurano i contenuti. Anche se non sono editori. A farne le spese tutte le forme di pensiero non conformista. E Lino Banfi.
Ancora un cristiano accusato di blasfemia in Pakistan
Il ragazzo denunciato da un vicino per un post pubblicato su Facebook rischia un'ammenda e fino a dieci anni di reclusione
L'Ue bonifica il web: è in gioco la sovranità digitale
Una serie di vincoli alle principali piattaforme (da Facebook a YouTube) a tutela degli utenti e in particolare dei minori. Finita la pacchia, ma è presto per dire se questa svolta andrà a vantaggio dei cittadini europei o piuttosto del centralismo di Bruxelles.
Covid e vaccini, come la Casa Bianca censura
Dopo i Twitter Files i Facebook Files: una causa intentata dal Missouri permette di vedere le email che la Casa Bianca spediva ai vertici di Facebook. Durante la campagna vaccinale, con toni estremamente duri, i funzionari imponevano di oscurare gli utenti non allineati. Anche organi tecnici come il CDC partecipavano all'azione censoria.
Facebook può censurare. Lo dice la magistratura
Una sentenza dà ragione a Facebook. Una donna, che aveva postato un video di una parlamentare contraria al vaccino, dopo essere stata sospesa aveva fatto causa a Meta (proprietaria del social network). Il tribunale di Varese ha riconosciuto il diritto di Meta alla censura. Ma allora è un editore, con una sua linea? O solo un'autostrada virtuale?
Nei social network c'è la censura. Ecco le prove
Siamo liberi di parlare sui social network? Nella terra della libertà per eccellenza, gli Stati Uniti, pare proprio di no. Durante le elezioni del 2020 e per tutta la campagna vaccinale, il governo ha di fatto imposto la censura sui social. Lo ammettono gli stessi protagonisti, come Zuckerberg, ed emerge dalle loro email.
Meta, i rischi del mondo virtuale di Zuckerberg
Una vita parallela in un universo parallelo. Non è un film di fantascienza, ma il progetto di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook ed ora di Meta, compagnia che costruirà un nuovo "metaverso". Si potrà vivere in una realtà virtuale, con un avatar che agisce in nome e per conto nostro? I rischi (mentali), che corriamo oggi con i social network, verrebbero amplificati.
Blackout dei social network. È un problema di monopolio
Il 4 ottobre si è registrata la più lunga interruzione di servizio di Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger dal 2008. Sui social network non c'è solo divertimento, ma il nostro lavoro. Un blackout pone il problema della concentrazione in un solo proprietario, Mark Zuckerberg, che ormai possiede tutte le piattaforme più diffuse.
Non ci si può fidare di Facebook
Una ex dipendente di Facebook è uscita allo scoperto rivelando come il social più diffuso, contrariamente a quanto affermato, favorisca fake news e contenuti d'odio a puro scopo di profitto. Mentre da tempo sono a conoscenza che Instagram ha un effetto deleterio per le adolescenti.
Perché Facebook ci ha sospeso per tre giorni
Qualche attento lettore si sarà chiesto come mai non preghiamo più il Rosario da due giorni, in diretta su Facebook. Questa diretta non ci sarà nemmeno oggi, perché Facebook ci ha sospeso da due giorni. Torneremo, regolarmente, solo a partire da domani, per chi legge. Ma i motivi della sospensione sono quantomeno interessanti.
Critica il ddl Zan, insegnante di religione trasferito
Un insegnante di religione di una scuola superiore di Bra (Cuneo), Piergiorgio Dellagiulia, ha preso posizione contro il ddl Zan su un gruppo Facebook molto seguito. Prima il suo preside ha preso pubblicamente le distanze dal professore. Poi, convocato dalla diocesi di Torino, è stato trasferito in un altro istituto. Forse non è una coincidenza.
I social oscurano i "complottisti" ma favoriscono i pedo-criminali
La cronaca continua a segnalare la diffusione delle torture e degli abusi di bambini che si diffondono online. Nonostante questo i social sono impegnati ad oscurare i profili di chi condanna le atrocità sostenendo l'operato di Trump. La polizia inglese ha infatti accusato Facebook di favorire il dilagare dei pedo-criminali.