Le mani di Zuckerberg sul voto europeo: Meta censurerà la destra
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Meta, l'azienda proprietaria di Facebook e Instagram, prepara una rete di controllori (di sinistra) che modereranno i contenuti degli europei per le elezioni.
Meta, la società guidata da Mark Zuckerberg che governa Facebook, Instagram, WhatsApp e Threads, il social media rivale di X (ex Twitter), sta predisponendo la rete di controllori che modereranno i contenuti degli utenti europei, in vista delle prossime elezioni di giugno che, come descritto su LaBussola già nei giorni scorsi, stanno trasformandosi nel più imponente tentativo di influenzare l’esito della campagna elettorale, oggi favorevole ai partiti di centro destra. Cosa aspettano i governi conservatori degli Stati dell’Unione europea ad impedire la manipolazione e censura elettorale in atto?
Un dettagliato articolo pubblicato sul quotidiano on-line The European Conservative dei giorni scorsi rivelato la rete di collaboratori di Meta, dopo che il capo degli affari europei, Marco Pancini, ha annunciato come il gigante dei social si stia preparando già da un anno per le elezioni europee. Un investimento di «20 miliardi e 15mila revisori, sui 40mila totali, che si dedicano specificatamente ad esaminare i contenuti su Facebook, Instagram e Threads in più di 70 lingue, comprese tutte le 24 lingue ufficiali dell'Ue». I censori vigileranno secondo tre direttrici principali: lottare contro la disinformazione; limitare ed eliminare le operazioni di influenza; contrastare i «rischi legati all'abuso» delle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale. Nella stessa si scopre che i post che trattano delle elezioni, ma non violano queste norme, saranno revisionati e valutati da una rete di 29 organizzazioni e teams di partner "indipendenti" in tutta l'Ue, per tutte le lingue e nazioni europee.
I criteri di valutazione forniti da Meta indicheranno la pericolosità e dunque la censura di post o messaggi saranno indicati da Meta, attraverso strumenti di «rilevamento delle parole chiave», che aiuterà i partner insieme al nuovo strumento di ricerca, Meta Content Library. I nostri stessi articoli che da tempo mostrano oggettivi elementi di preoccupazione sulla manipolazione e l’imponente apparato che si sta preparando per influenzare l’esito elettorale del prossimo giugno, a favore della sinistra socialista e liberal, potrebbero cadere sotto la mannaia del censore di Meta e/o della stessa Ue.
Ma le 29 organizzazioni selezionate per sorvegliare la correttezza, oltre che la parità di accesso di tutti gli attori politici ed elettori, alla campagna elettorale, sono realmente imparziali? In Europa, Meta chiede che tutti i suoi partner abbiano la certificazione di IFCN (International Fact-Checking Network) che dovrebbe garantire imparzialità e trasparenza. Tuttavia, tutti coloro che hanno familiarità con il mondo a stelle e strisce, sanno che tale organizzazione è una suddivisione dell'oscuro “Poynter Institute”, i cui finanziamenti provengono da potenti sponsor della sinistra americana: i giganti di Silicon Valley, i filantropi liberal e promotori di aborto, ideologia gender e migrazionismo di massa e i finanziatori delle campagne politiche ed elettorali dei Democratici che siedono alla Casa Bianca dai tempi di Clinton, Obama e ora Biden. Tra essi, è certo che siedano la Open Society Foundation di Soros, la Bill & Melinda Gates Foundation, Google, Facebook, così come il National Endowment for Democracy gestito dal Dipartimento di Stato Usa, noto per interferire con gli affari interni delle nazioni sovrane.
Nessuno di loro è disinteressato a ciò che accadrà a Bruxelles. Infatti, in Germania il partner di Meta è Correctiv, che promuove la messa al bando dell’ AfD, in Francia c’è France24, in Irlanda l'Irish Journal o il tabloid belga in lingua olandese Knack promotore di un "liberalismo di sinistra", in Spagna Meta si affida a Newtral e in Italia a Pagella Politica, entrambi fortemente ispirati da PolitiFact e gestiti da personalità dei media di sinistra. In Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca sono impiegate tre organizzazioni, Demagog, legate alla Open Society Foundation di George Soros. Lo stesso vale per tutti gli altri paesi europei. La censura liberal mascherata da fact-checking si fa sempre più asfissiante, la burocrazia della Commissione, i Socialisti, Liberali, persino i Democratici Usa, le varie lobbies anticristiane e i poteri globalisti stanno lavorando per impedire un governo della coalizione centro destra a Bruxelles. Proprio questi partiti devono subito chiedere ed imporre alla Commissione il rispetto della libertà e della trasparenza in vista della prossima campagna elettorale europea.