Costituzione, tutti la invocano nessuno la difende
Le politiche governative anti-Covid stanno facendo a pezzi la Carta costituzionale, ma è la logica conseguenza di un cambiamento radicale del suo significato: da dichiarazione di princìpi e valori indisponibili a disposizioni interpretate alla luce della cultura dominante. Se la Costituzione è frutto di una “decisione” e non contempla più, come del resto la cultura diffusa, un ordine oggettivo, allora una decisione può anche sospendere le garanzie costituzionali e nessuno avrà nulla da dire. Come infatti avviene.
- OBBLIGO VACCINALE, TRE MOTIVI PER CUI È INCOSTITUZIONALE, di Alessandro Rimoldi
"Arieccolo": D'Alema guida la lobby filo-cinese contro Draghi
La partita per l'elezione del presidente della Repubblica entra nel vivo e l'ex segretario del Pd cerca di compattare il fronte filo-cinese che vorrebbe sbarrare la strada verso il Quirinale all'attuale presidente del Consiglio, simbolo dell'alleanza euro-atlantica.
Draghi, da 30 anni sempre al posto giusto al momento giusto
Direttore generale del Tesoro, poi presidente di Bankitalia, quindi della Banca Centrale Europea prima di essere paracadutato alla guida del governo italiano, e sempre si è trovato a gestire svolte importanti per l'Italia. Viene proprio da pensar male...
Mattarella lascia con un inno al vaccino
Gran parte del discorso di fine anno del presidente della Repubblica Mattarella è stato un inno al vaccino e alla scienza, con il ringraziamento agli italiani che si sono vaccinati e il rimbrotto nei confronti dei non vaccinati. Poi loda il recupero delle condizioni economiche e la ripresa della vita sociale. Dimenticandosi che le famiglie non arrivano a fine mese.
Passato il 2021, l'anno in cui l'Occidente si è smarrito
Se il 2020 aveva aperto una pericolosa breccia nel diritto, nelle libertà e in economia, il 2021 ha visto il sorgere di un nuovo modello, tecnocratico e paternalista, che si sta incancrenendo. La paura del Covid rischia di far perdere all'Occidente la sua identità.
Cabina di regia nel caos: Draghi non tiene più i partiti
Vertici su vertici. Poi il Comitato tecnico-scientifico che si spacca e non decide e la cabina di regia, che si incarta. È la riprova che la presa di Mario Draghi sui partiti è sempre più debole e che ormai le forze politiche cominciano a far valere le loro pretese.
Quirinale, gli intrecci che non favoriscono Draghi
Il voto con l'incognita delle defezioni a causa di Omicron potrebbe far saltare gli equilibri raggiunti. La figura di Draghi è ancora appesa al rischio fine legislatura. Ma sarà decisivo il metodo perché il voto potrebbe anche far emergere una nuova maggioranza.
Draghi for president: un copione già scritto
Draghi punta al Quirinale. Smontata l’argomentazione di quanti lo ritengono indispensabile a Palazzo Chigi. Ora la palla torna nel campo dei partiti, che però non reagiranno certo con entusiasmo.
A chi serve l'emergenza infinita? Non alla salute
Tutto come previsto: emergenza prorogata. Fino alla fine di marzo 2022. Anche se i dati epidemiologici non giustificano affatto questa ennesima forzatura. E allora perché? Per motivi politici: blindare la legislatura fino a dopo l'elezione del prossimo Presidente, vincolare Draghi al governo. E intanto nel Paese la crisi si approfondisce.
La politica dei Pass ecologici, il nuovo paternalismo
Nel nome di ecosostenibilità e digitalizzazione, si stanno introducendo sempre più forme di "pass", lasciapassare ad uso interno. Come la proposta della Commissione Ue (che si discute oggi) che mira a rendere invendibili le case che non rispettano le classi ecologiche più alte. Idem per i veicoli. Un nuovo rapporto fra Stato e cittadino.
Gli acquisti (low cost) della Cina nella politica italiana
Parlare dei rapporti fra l’Italia e la Cina è doppiamente difficile. Perché quasi mai sono trasparenti e perché avvengono tramite associazioni informali del Partito Comunista Cinese. Un rapporto di Sinopsis (progetto di ricerca ceco) svela gli arcana della politica di influenza cinese in Italia. Non fiumi di denaro, ma tanti "amici" da coltivare, anche gratis, per ideologia.
Lottizzazione Rai, la sterile protesta di Giuseppe Conte
Il nuovo amministratore delegato della Rai, Fuortes, aveva promesso di liberare la Tv pubblica dalle logiche partitiche. Invece, nei giorni scorsi, abbiamo assistito all'ennesima lottizzazione. I grandi esclusi, i pentastellati, per bocca di Conte boicotteranno la Rai eliminando le loro presenze televisive. Ma Di Maio è d'accordo?