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INTERVISTA A CASTELLI

«Dissi no alla Mafia: voleva trattare per togliere il 41 bis»

«È intollerabile il doppiopesismo della Sinistra, spieghi piuttosto perché è andata in carcere da quei detenuti al 41 bis e perché le sta così a cuore il caso di Cospito». Intervista all'ex ministro della Giustizia Castelli, artefice nel 2002 dell'inasprimento del carcere duro: «La Mafia da sempre tratta per toglierlo, perché per loro è vitale mantenere il cordone ombelicale con l'esterno». E rivela: «Ci provarono alcuni mafiosi anche con me, proponendo di dissociarsi dallo stragismo, ma fui inamovibile». 

Politica 04_02_2023

«La Mafia da sempre tratta per alleggerire il 41 bis, ci ha provato anche con me quando ero ministro. Quello che mi indigna è il doppiopesismo della Sinistra».

Roberto Castelli, lei è il “papà” dell’inasprimento del carcere duro. Nel 2002 quando era ministro della Giustizia, il 41 bis venne esteso anche ai terroristi e vennero introdotte misure di isolamento più dure per detenuti. Che cosa pensa dello scontro sul caso Cospito?
Che è intollerabile il doppiopesismo della Sinistra. Nel 2001 fui vittima di un episodio identico e non ricordo tutta questa indignazione dell’allora partito di opposizione. Parlano di senso dello Stato, ma allora nessuno mi disse nulla.

Ci spieghi.
Ero in Senato e presenziavo, venni attaccato da un senatore degli allora Ds, sventolava un foglietto e disse che era un documento partito da un qualche ufficio della direzione generale del Ministero rivolto a me. Solo che io non lo avevo mai ricevuto, era stato dato da una manina a quel senatore che lo usò politicamente contro di me.

Una cosa molto scorretta…
Altroché, eppure non ricordo che i Ds abbiano costretto questo senatore a dimettersi. Che adesso si straccino le vesti per nascondere quello che hanno fatto è intollerabile.

Si riferisce alla visita in carcere a Cospito?
A Cospito? Non solo. Il Pd vuole deviare l’attenzione dal fatto che sono stati presi con le mani nella marmellata; invece, devono giustificare il perché sono andati in quattro parlamentari a visitare questi detenuti al 41 bis. Finora non l’hanno fatto: spieghino perché gli sta così a cuore Cospito.

La Serracchiani si è indignata però quando si sospetta una sorta di fiancheggiamento del Pd per togliere il 41 bis…
Ma io non ho ancora sentito dire che il 41 bis non si tocca, è un doppiopesismo insopportabile.

Lei invece crede che si possa alleggerire?
No. Fui io durante il mio ministero a estenderlo ai terroristi, è stata farina del nostro sacco ed è la dimostrazione che non abbiamo mai ceduto di fronte a offerte della malavita.

Anche lei ha subito pressioni per un’attenuazione?
Sì, guardi: lo racconto per la prima volta. Ci fu un tentativo nei miei confronti da parte di mafiosi di alto livello di intavolare una trattativa.

Con lei?
Sì, si offrirono di dissociarsi dalla Mafia, in cambio proponevano di uscire dal trattamento del carcere duro.

E lei?
Io ovviamente rifiutai e tutto finì ancor prima di nascere.

Perché lo dice ora? Nessuno seppe nulla di questa trattativa?
Non venne resa pubblica, ma ci sono gli atti di questo tentativo, io riferì al Copasir regolarmente quindi si può trovare negli atti del comitato di controllo di allora.

Che argomenti utilizzarono quei mafiosi?
Erano mafiosi di Cosa nostra implicati nelle stragi di mafia dei primi anni ’90. Chiesero di dissociarsi, non di pentirsi, adducendo il fatto che lo stragismo mafioso era finito e non c’era più ragione per protrarre questa misura.

Quindi non è la prima volta che la Mafia si serve di un politico per cancellare il 41 bis?
È un tentativo costante, perché loro non lo sopportano il carcere duro, che impedisce qualunque contatto con l’esterno. Effettivamente è un trattamento molto duro.

Ma necessario?
Certamente, il 41 bis è una legge dello Stato che funziona, è la risposta dello Stato al bisogno che hanno i mafiosi – e anche i terroristi – di continuare a interagire e a imporre ordini ai loro sodali che sono fuori. Il cordone ombelicale con l’esterno va reciso e lo si recide con il carcere duro.

Anche ai suoi tempi la Sinistra voleva una cancellazione?
Sì, ma la Sinistra con cui avevo a che fare io era la Sinistra dei Manconi, che aveva un approccio più in buona fede, da “nessuno tocchi Caino”, animata da uno spirito umanitario che non si poteva certo tacciare di contiguità.

E invece questa Sinistra? Ieri a far visita a Cospito è stata la volta di Ilaria Cucchi…
Ora è più ambigua, vuole gettare fumo attaccando Delmastro e Donzelli, ma in realtà non vuole dire perché è andata in carcere, ha commesso una leggerezza ed è stata colta con le mani nella marmellata.

Crede che il governo ora rischi di cedere?
Se il Governo tocca il 41 bis di qualche centimetro è un cedimento, ma gli sviluppi di questi giorni vanificano ogni tipo di trattativa perché se volevano ottenere un qualche scopo, adesso l’hanno vanificato. Non si cambia una legge per la protesta di uno solo.

C’è anche da dire che l’opinione pubblica adesso è a conoscenza, indipendentemente da come la notizia della “trattativa” sia uscita, che dietro la battaglia dell’anarchico Cospito c’è anche l’interesse della malavita organizzata.
Sarebbe un cedimento. Tra l’altro, con Cospito non siamo mica di fronte a un perseguitato politico, il 41 bis non è una condanna aggiuntiva, ma un trattamento speciale di detenzione.

Ma le condizioni di vita sono dure, l’ha detto anche lei…
Lo Stato non può garantire la comodità, ma deve assicurarsi che siano rispettate tutte le norme di rispetto della dignità umana.

E secondo lei lo sono rispettate?
Tutto si può migliorare, ma attenzione: il 41 bis non nasce per punire ulteriormente, ma per impedire il passaggio di informazioni: andate a vedere come sono le carceri americane dove ci sono i detenuti in regime di sicurezza e capirete che l’Italia non può rimproverarsi molto.

Come sono?
Io le ho visitate dopo l’11 settembre 2001: un cubo di acciaio con 4 pareti e un water, senza finestre, con la luce accesa giorno e notte, un tavolo di cemento inamovibile e un Corano. E quando camminano hanno sempre le manette ai piedi.

E in Italia siamo lontani da questa situazione?
Fortunatamente sì.