Governabilità contro rappresentanza
I governi nazionali sono ormai esecutori materiali di politiche decise altrove, e la riforma proposta da Renzi obbedisce alla necessità di dare attuazioni pratica a queste decisioni, evitando discussioni parlamentari. La vittoria del "sì" accelererebbe la fine di un mondo che fa dell'Italia un'eccezione.
- NAPOLITANO A GAMBA TESA, UNO SCANDALO, di Ruben Razzante
L'inaccettabile gamba tesa di Napolitano
L'ex presidente della Repubblica invade il campo con dichiarazioni pesanti chiedendo di votare "sì" per rendere il Parlamento un «luogo degno». Ma chi ha passato più di mezzo secolo in quel Parlamento e da quel parlamento è stato eletto due volte capo di Stato, dov'era quando quelo luogo è diventato «indegno»?
Anche dopo Bratislava, la Difesa Europea stenta a decollare
Dopo il vertice di Bratislava dei ministri della Difesa, Federica Mogherini si è detta "molto soddisfatta" per "le tre proposte molto concrete e costruttive" sulla difesa comune europea. Ma il progetto stenta ancora a decollare. Per la volontà di Francia e Germania di monopolizzarlo, per le resistenze di Londra, per troppe divergenze di interessi nazionali.
Questa riforma non produce vera partecipazione
Preannunciata dal governo come strumento da offrire al Paese nell’ottica di allinearsi alle più avanzate democrazie occidentali, la riforma costituzionale si presenta, in realtà, frammentaria, contraddittoria ed in alcuni passi equivoca. Come nel caso del nuovo art. 71 della Costituzione. Ecco perché.
TRA I SI E I NO UNA IMPOSSIBILE PAR CONDICIO di Ruben Razzante
“Si” e “No”: l’impossibile par condicio
Sul referendum costituzionale i risvolti mediatici delle contrapposizioni saranno decisivi per la prevalenza dei “Si” o dei “No”. E qui si riapre la querelle sulla par condicio e sul pluralismo dei media durante i periodi pre-elettorali. Le incognite nell'applicazione della par condicio sono diverse.
Inizia la partita del referendum. In gioco c’è il governo
Quello che per mesi veniva definito “il referendum di ottobre” ora si chiamerà “il referendum di dicembre”. Il consiglio dei ministri ieri ha infatti stabilito la data di quell’appuntamento con le urne: domenica 4 dicembre. Si vota per il “Si” o il “No” alla riforma costituzionale, ma anche per il futuro o la caduta del governo.
Il modello Roma olimpica è morto da un pezzo
I lavori vanno fatti non per le Olimpiadi, ma in occasione delle Olimpiadi. E il controllo tolto alle cricche locali. Si fece così per i Giochi del '60 e fu un successo di efficienza, che trasformò la Capitale in una città moderna. Modello replicato da Barcellona. Con questa candidatura i soliti noti avevano già organizzato tutto: uomini giusti ai posti giusti in un sistema trasversale di interessi e lucrosi affari. Giusto fermarsi.
Olimpiadi e Italicum, le furbate dei Cinque Stelle
Nel week-end ci sarà il maxi-raduno pentastellato a Palermo e in quella sede le diverse anime del Movimento, che sul gradimento o meno al sindaco Raggi si sono divise aspramente, cercheranno nuovi collanti, oltre a quello legato al "No" al referendum costituzionale, che continua a funzionare molto bene.
Questa riforma consegnerà l’Italia alle lobby
«La modifica della Costituzione serve alle multinazionali, alle banche, alla finanza», a scapito degli interessi dei cittadini italiani. Lo ha detto il presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, invitando gli elettori a respingere la riforma con un “No” al referendum. Ha davvero ragione? Sì, e in questo articolo dedicato alla riforma, l'avvocato Francesco Farri, del Centro Studi Livatino, spiega il perché.
La sindaca Raggi, gli antichi romani e sant’Agostino
«Vi auguro di superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti (…) andate avanti a testa alta con forza e divertitevi, il segreto è divertirsi». Con queste parole il sindaco Virginia Raggi ha unito in matrimonio due omosessuali. In tempi lontani anni luce i criteri che guidavano la vita di uomini e donne erano altri.
Renzi urla in Europa per spuntarla sul referendum
Quali le motivazioni della brusca sterzata della politica estera italiana verso posizioni euroscettiche e autonomiste e verso una marcata presa di distanza da Berlino? Come mai il clima collaborativo tra Italia e Germania si è interrotto? Dall'armonia di Ventotene alle tensioni di Bratislava. Tutto in pochissimo tempo.
Nella lotta al bullismo rispunta il reato di omofobia
La Camera sta discutendo la legge volta inizialmente a contrastare il cyberbullismo, già approvata al Senato. Ma il nuovo testo rischia di far rientrare dalla finestra quelle limitazioni alla libertà d’espressione che i parlamentari pro-Lgbt hanno tentato di far passare con il ddl Scalfarotto sull’omofobia.