Ted Cruz, l'anti-Trump che può sfidare la Clinton
E' conservatore, piace ai Tea Party, vuole abbassare le tasse ed è un duro sull'immigrazione clandestina. E non è Donald Trump, che farebbe perdere le elezioni ai Repubblicani. Stiamo parlando del senatore Ted Cruz, il candidato alle primarie che potrebbe essere il vero sfidante di Hillary Clinton.
Sceicchi in guerra contro l'Isis. Ma la posta è la Siria
La notizia che l’Arabia Saudita si è posta alla testa di una Coalizione araba tesa a distruggere lo Stato Islamico fa sorridere. Il vero l’obiettivo della grande coalzione sunnita, i fatti, sembra essere quello di prendersi la massima autonomia dagli statunitensi per intervenire in forze in territorio siriano.
A destra, ma non troppo. La Francia boccia la Le Pen
Francia, al secondo turno delle elezioni regionali vince la destra, ma non "quella" destra della Le Pen, uscita trionfante dal voto della settimana scorsa. La tattica dei socialisti, astenersi e lasciar correre in pace i gollisti, ha funzionato ancora. Il Fronte Nazionale ha perso ovunque. Ma non demorde.
Non solo povertà e dittatura: il Gambia ora è Stato islamico
Il 12 dicembre il Gambia, uno dei più piccoli stati africani, con una popolazione per circa il 90% di fede musulmana, è diventato una Repubblica islamica, come l’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan e la Mauritania. Lo ha stabilito il presidente Yahya Jammeh che, nel darne annuncio, ha spiegato di aver deciso il nuovo nome, Repubblica islamica del Gambia, nel rispetto «dell’identità e dei valori religiosi del Paese».
Venezuela, o il paese cambia rotta o collassa
Oggi la comunità venezuelana in Italia manifesta a Roma gioia e preoccupazione. Gioia per la vittoria dell'opposizione democratica, che pone fine al quasi-ventennio di chavismo. Ma anche preoccupazione, per il timore che il presidente Maduro possa licenziare il parlamento. E mandare il paese in bancarotta.
L’Isis avanza, ultima chance per salvare la Libia
Due scadenze consentiranno di chiarire se siamo ancora in tempo per “salvare” la Libia dal baratro. A Roma si apre oggi la Conferenza internazionale sulla Libia voluta dai governi italiano e statunitense. Poi c’è la presenza dell’Isis che la Coalizione ha lasciato crescere indisturbato tra Derna, Sirte e Sabratha.
Putin fa la voce grossa, ma è solo deterrenza
Vladimir Putin evoca le armi nucleari mentre i missili lanciati da lunga distanza da navi, sottomarini e bombardieri strategici russi colpiscono obiettivi in Siria che i miliziani jihadisti, dello Stato Islamico o di altri movimenti, non sono in grado di proteggere con sofisticate ed efficaci difese antiaeree. In realtà, Mosca però punta anche a mostrare i muscoli per esprimere una forte deterrenza nei confronti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Turchia e Nato.
Laicismo e statalismo: nulla di nuovo sotto il Front
Preferendo ricorrere a vecchi luoghi comuni per risparmiarsi lo sforzo di capire che cosa sta effettivamente accadendo in Francia, la stampa italiana ha per lo più descritto come un tenebroso mistero il successo del Front National al primo turno. Le cose non stanno così: forse sono ancora poeggiori.
Clima, ennesimo processo ai paesi "ricchi"
Quando si accusano dei cambiamenti climatici e dei conseguenti danni i “paesi ricchi” e i “leader mondiali”, sia chiaro che tutti intendono l’Occidente. A questa parte di mondo viene addossato il "debito ecologico" contratto, in particolare, con l'Africa.
Parigi, prove quotidiane di sottomissione all'islam
Nonostante le roboanti espressioni belliche dei governanti, contro l’islam in Francia non c’è proprio storia. La partita è persa prima di cominciare perché i francesi sono stati abituati a tollerare ogni tipo di insulto alla Chiesa e alla fede cattolica. Le prove? Nei fatti di cronaca che hanno per protagonisti i musulmani.
La novità lepenista e i vecchi schemi politici
La vittoria del Fronte Nazionale nelle elezioni regionali francesi, benché sia solo al primo turno e benché sia in ambiti locali, non può essere sottovalutata da alcun punto di vista. Prima di tutto, segnala una tendenza a ribellarsi ai vecchi partiti, troppo arroccati nei loro cliché antifascisti e antirazzisti, pur nel mezzo dell'attacco terrorista.
Maduro sconfitto il Sud America vuole cambiare
Le elezioni parlamentari in Venezuela, a sorpresa, determinano la sconfitta del partito di Nicolas Maduro, il successore di Hugo Chavez, il padre del "socialismo del XXI Secolo". Nonostante le intimidazioni, un candidato ucciso e la censura dei media nazionali, l'opposizione democratica si aggiudica la maggioranza assoluta. Il Venezuela non è il solo. Prima c'è stata la vittoria di Macri in Argentina e ora si attende la Bolivia.