Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LONDRA

Ritratto di un terrorista e dell'ignoranza occidentale

Ahmed Hassan era considerato uno studente modello, finché non è diventato il mancato attentatore della metropolitana di Londra, lo scorso settembre. Era entrato clandestinamente nel paese ed è rimasto impunito. Ora è in carcere e il giudice lo esorta a studiare meglio l'islam, "religione di pace".

Esteri 05_04_2018
Ahmed Hassan

A fissare la foto segnaletica di Ahmed Hassan si incontra uno sguardo strafottente, una smorfia che ricorda un sorriso beffardo, occhi scuri e imperscrutabili, capigliatura disordinata, irriverente. Ci si sente guardati dall'alto in basso. Ahmed era il classico "bravo ragazzo" per la signora della porta accanto. Educato, ben vestito, uno studente modello grato per le opportunità che lo Stato inglese gli offriva, aiutandolo e prendendosi cura di lui. A luglio 2017 è stato pure eletto "studente dell'anno" al Brooklands College. Gli avevano regalato un voucher Amazon di 20£. E Ahmed ha deciso di usare quella manciata di spiccioli per comprare i primi "ingredienti" per fabbricare la sua personalissima IED, "Improvised Explosive Device" - ordigno esplosivo improvvisato. Perché Ahmed poteva anche sembrare una brava persona, ma non lo era. 

E' stato lui a mettere la firma sul mancato attentato dello scorso settembre a Londra. Erano poco prima le 7.00 di venerdì 15 settembre 2017 quando uscì dalla casa dei suoi genitori adottivi a Sunbury e, a piedi, si avviò verso la metropolitana con una borsa della spesa. Aveva tutte le caratteristiche di una borsa innocente, e così è parsa alle persone che gli passarono accanto, compresi i tanti bambini in una mattinata scolastica. In realtà conteneva l'ordigno al quale aveva lavorato tutta l'estate. Quella mattina di settembre, Ahmed Hassan voleva che a morire fossero più persone possibili. In una delle linee più trafficate di Londra, l'ordigno sarebbe dovuto esplodere nell'ora di punta. Ma qualcosa andò storto. Forse lo studente modello non aveva studiato abbastanza, e quella che sarebbe dovuta essere un'esplosione progettata in modo tale che ogni frammento  - chiodi, bulloni, coltelli - fosse in grado di ferite mortalmente chi si trovasse nei paraggi (neanche troppo vicini), fu "solo" una grande palla di fuoco che corse lungo il soffitto della carrozza ustionando e ferendo 51 malcapitati presso la stazione di Parson Green. Nessun morto. Ma le cose sarebbero dovute andare diversamente dopo aver azionato il timer. 

Quando Ahmed abbandonò la stazione per il resto del suo piano, ovvero tentare di far perdere le sue traccie con ben quattro cambi di vestiti, diversi treni presi su e giù per la capitale e l'acquisto di un nuovo cellulare, fece due cose: resettò il suo Mac a pochi minuti dall'esplosione che aveva programmato e poi, un minuto dopo l'esplosione, controllò su un sito di notizie i risultati del suo lavoro. Nessun morto, fu questo quel che dovette constatare con estremo disappunto. Quando il giorno dopo l'attentato gli investigatori lo arrestarono gli trovarono 2.300 sterline in tasca. Ignoranti e squattrinati questi terroristi (sic!).

Ammanettato, Ahmed si mise pure a sbraitare con la polizia che aveva osato mettere a terra il suo zaino. Tremando, infatti, continuava a lamentarsi del fatto che contenendo il Corano, non poteva essere trattato così il suo zaino. Piaccia o meno, ma Ahmed Hassan era un terrorista clandestino in Inghilterra. Lo studente modello era entrato illegalmente nel Regno Unito nel 2015 dalla giungla di Calais. Disse di avere 16 anni, anziché 21, sperando così di poter godere di tutti i benefici che lo Stato offre agli immigrati minorenni. Per due anni ha tenuto una doppia vita, guidato dall'ideologia islamica, l'odio viscerale contro l'Occidente e un profondo desiderio di vendetta contro Gran Bretagna e America, colpevoli, a suo dire, della morte del padre in Iraq. Non era difficile che Ahmed imparasse anche lui la cantilena sui sentimenti di vendetta che l'Occidente ha piantato nel cuore dei terroristi. Sarà stato per questi, infatti, che nel 2016 ha preso parte per tre mesi ad un campo di addestramento Isis per imparare come uccidere. Perché alle motivazioni ci pensa direttamente l'islam.

C'era una canzone che fischiettava spesso, una nasheed - un motivetto cantato a cappella che fa riferimento a credenze islamiche e eventi attuali -, "siamo venuti a massacrarti a casa a tua". Perché odiare l'Occidente è un dovere religioso, un 'wajib', come ha dichiarato Ahmed agli inquirenti durante le indagini. La scorsa settimana, lo studente modello è  stato condannato, per tentato omicidio, al carcere a vita con un minimo di 34 anni di reclusione. Ahmed Hassan non avrebbe mai dovuto essere nel Regno Unito. Clandestino trattato come un "migrante bambino", categoria per la quale i nostri governanti si battono il petto, ha aggirato il sistema sfruttando ogni cosa a suo beneficio. E alla fine, come se non bastasse, gli è stata pure offerta una lezione gratuita di pedagogia, quella del giudice al momento della sentenza. "Lascia che ti dica una cosa. In carcere avrai tutto il tempo che vuoi per studiare il Corano. E capirai che, in realtà, il Corano è un libro di pace, che l'islam è una religione di pace. Il Corano e l'islam vietano qualsiasi estremismo. L'islam proibisce di infrangere la legge del luogo in cui si vive o si è ospiti. L'islam proibisce il terrorismo. [...] Hai violato l'islam e il Corano con il tuo gesto. Spero che un giorno lo capirai".

Ed ecco confezionato anche il gratuito compendio d'ignoranza e ingenuità dell'Occidente per i terroristi di domani.