Riprende la battaglia di Mosul, fuga dei jihadisti
E’ tornata a infuriare la battaglia di Mosul dopo settimane di pausa nei combattenti determinata dalle difficoltà dell’Esercito di Baghdad a sostenere la sanguinosa offensiva nei quartieri occidentali della città. Lo Stato Islamico batte in ritirata e i jihadisti iniziano a uscire da Mosul, o per arrendersi. O per combattere altrove.
Obama e il nuovo socialismo reale ambientalista
Da presidente degli Usa a leader della sinistra mondiale. Per Obama il passo è breve e lo sta compiendo. Al di là del provincialismo dimostrato dalla stampa italiana, il progetto va preso sul serio. Di fatto, dimostratasi fallimentare la pretesa di governare dall’alto la produzione in modo pianificato, la nuova sinistra punta all’ambiente, che per natura sua è un bene indivisibile, come luogo cui applicare quelle ricette che così cattiva prova di sé diedero nel campo dell’economia.
Comey silurato perché coprì Hillary Clinton
Non c'entra la Russia. Non c'entrano i presunti "favori" fatti dall'ex direttore dell'FBI Comey al candidato Donald Trump. C'entra eccome, invece, l'email gate, una montagna di illeciti fatti dalla Clinton su cui l'FBI non ha mai indagato. E su cui c'è il sospetto di inquinamento di prove.
Nadia, sfuggita all'Isis per raccontarne le atrocità
Pochi giorni fa ha avuto la consolazione di un incontro con il Papa: parliamo di Nadia, la yazida irachena riuscita a fuggire ai carcerieri dell'Isis che l'avevano schiavizzata, violentata e venduta. Oggi gira il mondo per far conoscere a tutti l'inferno del Medio Oriente.
Le ragazze di Chibok, prigioniere della loro fama
82 delle 276 studentesse nigeriane rapite a Chibok, il 15 aprile 2014, sono state liberate dai jihadisti Boko Haram, in uno scambio di prigionieri. Ma la loro non sarà vera libertà: saranno sorvegliate a vista dalla polizia, quasi in carcere. Perché sono diventate troppo famose e quindi troppo esposte al terrorismo.
Crisi politica in Croazia fa tremare i Balcani
In Croazia una nuova, gravissima crisi politica - con la rottura tra i due partiti di governo, HDZ e Most - mette a rischio la difesa dei principi che per i cattolici sono irrinunciabili, di vanificare i timidi segni di ripresa dell'economia, e di aggiungere tensione a una situazione già esplosiva nei Balcani.
Speranza o paura? Le due lezioni della Francia
Dietro l'elezione di Macron sta il potere che guida il processo di mondializzazione. E l'elettorato ha compreso che un paese europeo non può avere il "mondo" contro.
Macron straccia la Le Pen, ma l'astensionismo è da record
Stavolta, in Francia, non c’è stata alcuna nottata elettorale, non c'è stata alcuna partita. Il risultato è stato chiaro fin da subito: vittoria netta di Emmanuel Macron al secondo turno delle presidenziali. Il primo dato che balza all'occhio, però, è l'alto tasso di astensionismo, indice di sfiducia nei confronti di entrambi i candidati. Nessun entusiasmo per Macron, dunque: è la Le Pen ad essere risultata un'alternativa non percorribile.
Carestia, così muoiono i bambini nell'Africa orientale
Poche strutture, vecchie tradizioni (come il prezzo della sposa) ed epidemie: così in tempo di carestia i bambini muoiono come mosche in Somalia e nel resto dell'Africa orientale. Si tratta di una piaga che si porterà via, secondo le previsioni, circa mezzo milione di vite. E neppure per i sopravvissuti si prospetta un futuro roseo.
Myanmar, la violenza dietro la pace apparente
La Santa Sede e il Myanmar (ex Birmania) ripristinano le relazioni diplomatiche. La decisione avviene dopo l’incontro, simbolicamente ed emotivamente molto importante, fra Papa Francesco e Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, ex dissidente. Ma nel paese continuano le violenze dell'esercito soprattutto ai danni della minoranza Rohingya.
Siria, l'esperimento delle "aree di de-escalation"
Appena un mese fa, con l'escalation delle armi chimiche, pareva finita ogni speranza di pace. Ora invece, ad Astana, si giunge a un nuovo accordo sulla Siria. Si dovrebbero creare 4 aree in cui si rispetta un cessate il fuoco. Le potenze garanti (Russia e Iran per i governativi e Turchia per i ribelli) dislocheranno truppe sul terreno. Sarà difficile rispettare i patti, ma stavolta anche l'amministrazione Trump è coinvolta.
Libia, meglio non farsi illusioni sull'incontro Sarraj-Haftar
Meglio non farsi troppe illusioni sull’incontro tra il maresciallo Khalifa Haftar e il premier libico Fayez al-Sarraj. Sulla carta, Haftar ci guadagna quasi tutto, incluso un posto nel triumvirato che dovrà governare la Libia. In pratica, però, molte milizie potrebbero rimanere insoddisfatte. E l'Italia ha poco da festeggiare.