La guerra pesa sulle bollette. Urge diversificare le fonti
Quanto dipendiamo dal gas? Quanto dipendiamo dal gas russo in particolare? E quanto sarebbe possibile renderci energeticamente indipendenti dalla Russia? Ne parliamo con Andrea Giuricin, economista, docente presso l’Università di Milano Bicocca di Economia dei Trasporti. Occorre diversificare le fonti: non è impossibile.
Il costo della guerra che l'Ue ci sta facendo pagare
I prezzi erano già alle stelle ed ora ci si mette la guerra. Le sanzioni che l'Europa ha messo in campo contro la Russia come risposta alla guerra in Ucraina, ci costano care. In settori in cui le politiche ecologiste avevano fatto lievitare le bollette. Aiutare il popolo ucraino non deve tradursi in scelte auto-lesioniste per gli europei.
Caro bollette, effetto di una strategia energetica suicida
Ieri sera, dalle 20 alle 21, circa 8mila comuni italiani hanno spento le luci sulle loro sedi amministrative e su alcuni dei monumenti principali. Lo hanno fatto per protestare contro il caro bollette. Il governo prova a metterci una pezza, con sgravi e sussidi. Ma è la strategia energetica che lascia a desiderare.
La ripresa che non c'è. Ma Draghi resta saldo al potere
I segnali della crisi economica sono molto gravi, con l'inflazione più alta dagli anni Ottanta, l'impennata dei costi dell'energia e le industrie che cessano l'attività per l'aumento delle spese. In altri tempi sarebbe caduto il governo. Al contrario, l'esecutivo Draghi regge bene, perché i partiti sono troppo lacerati al loro interno.
Le banche centrali ce l'hanno fatta. È arrivata l'inflazione
A forza di iniettare fiumi di liquidità creata dal nulla, è esplosa l’inflazione, la “medicina” che le Banche centrali stanno somministrando per abbattere il valore reale dei debiti fuori controllo. Il conto lo paga la classe media e medio-bassa, dai piccoli risparmiatori ai titolari di redditi fissi: salari, stipendi e pensioni. Il “socialismo finanziario” fa un ulteriore passo in avanti.
- LA RIPRESA CHE NON C'È di Ruben Razzante
La compagnia aerea: Ita, così giovane e già così in perdita
Ita è la nuova compagnia di bandiera dopo la fine di Alitalia. In due mesi e mezzo di vita ha perso 170 milioni di euro, più di 2 milioni al giorno. La quarta ondata di Covid ha quasi del tutto fermato i viaggi e il carburante è rincarato. I vertici dell'azienda ostentano ancora ottimismo, ma temono una class action degli ex dipendenti Alitalia.
Ma quale ripresa? È un lockdown mascherato
Esercizi commerciali aperti, ma vuoti. Sono gli effetti del terrorismo psicologico alimentato dai media, delle assurde regole su green pass, conteggio dei casi, quarantene, autosorveglianze. Siamo a un lockdown di fatto, come denunciano Confesercenti e le altre associazioni di categoria.
Omicron è meno pericolosa? Intanto ha atterrato il Natale
Omicron è una variante che, dai suoi stessi scopritori in Sudafrica, viene considerata più contagiosa, ma meno pericolosa rispetto alle precedenti. Ma la paura di Omicron sta provocando, sotto Natale, danni immensi al turismo.
Dopo la crisi pandemica, arriva il "socialismo benevolo". E non va tutto bene
I media italiani evidenziano con toni compiaciuti e adulatori la forte ripresa economica in atto nel nostro Paese. Ma non va tutto bene. Il settore turistico, alberghiero e, in generale, il mondo delle piccole e medie imprese e delle partite IVA sta attraversando ancora una fase di grande affanno. I conti pubblici sono ancor meno in equilibrio, con l'esplosione del debito pubblico. E per la ricostruzione? I piani europeo e italiano prevedono una fase di ripresa diretta dalla politica, con criteri dirigisti e paternalisti.
- NON CI SONO SOLDI PER CURARSI di Riccardo Cascioli
"Noi partite Iva strozzate" dallo Stato e dall'usura
Benché si parli di "boom" economico, sono sempre di più le saracinesche che chiudono. Le partite Iva sono le più colpite dal triplice attacco di chiusure, rincaro dei prezzi e tasse. Che oggi devono essere pagate, senza sconti. Molti rischiano di finire falliti o in mano agli usurai. Ne parliamo con Chiara Pazzaglia, associazione Partite Iva Milano, Monza e Brianza.
Il bolivar digitale non ferma l'inflazione in Venezuela
È entrata in vigore la nuova riconversione monetaria in Venezuela, con la quale il regime di Nicolás Maduro ha tolto sei zeri alla moneta per cercare di semplificare le transazioni. Le transizioni sono solo digitali, perché la banca centrale non può permettersi di stampare altre banconote. E i venezuelani hanno un potere d'acquisto sempre inferiore.
Turismo, nuova vittima della narrazione catastrofista
La narrazione catastrofista del Covid è tornata a mietere vittime e arrivano le disdette in vista delle vacanze di Natale. Le perdite per l’economia potrebbero arrivare a 10 miliardi. Un macigno per un settore che nel 2020 ha già perso oltre 100 miliardi.