- IL PUNTO
Famiglia non è un corpo sociale intermedio
- 25-02-2020
Intendere la famiglia come una aggregazione sociale – un corpo intermedio – è un errore di impostazione dalle notevoli conseguenze.
Intendere la famiglia come una aggregazione sociale – un corpo intermedio – è un errore di impostazione dalle notevoli conseguenze.
Le strategie messe in campo dalla Chiesa per far fronte all’attacco senza precedenti costituito dalle sfide alla bioetica sono deboli e alla prova dei fatti dannose: valorizzazione degli aspetti positivi di leggi ingiuste, difesa relativista dell'obiezione di coscienza, approvazione del male minore e appellarsi alla Costituzione.
Il lettore dell’Esortazione apostolica di papa Francesco sull’Amazzonia non si imbatte quasi mai in considerazioni specificamente derivate dalla Dottrina sociale della Chiesa. Eppure, tutti e quattro i “sogni” enunciati nell’Esortazione richiamerebbero per loro natura i principi di riflessione della Dottrina sociale della Chiesa.
Il Senato della Repubblica Francese ha approvato la legge sulla fecondazione artificiale per i single, ossia la nascita programmata di figli senza padre. L’aberrazione della decisione e di quanto ne seguirà è destinata ancora una volta a passare piuttosto inosservata, non solo nel mondo ma anche nella Chiesa. Non si è avuta notizia dalla Francia di alcuna forte mobilitazione cattolica in materia. Nessuno ha pensato di riempire qualche piazza o di “vendere cara la pelle”.
L’insistenza sulla “Madre Terra” è uno dei sintomi della perdita di memoria circa la Creazione, principio di fede e ragione che sempre più raramente viene ricordato quando si parla di matrimonio, famiglia, procreazione, società. E che tuttavia è necessario per la Dottrina sociale della Chiesa, perché solo la teologia della Creazione può proteggere da una visione delle cose segnata dal caos
Emilia Romagna, molti giornali applaudono alla sconfitta dell’estremismo. Ma la prima forma di estremismo è negare la legge di natura. Ne dovrebbero tenere conto quei cattolici che, pensando di agire da moderati, finiscono per collaborare con un sistema istituzionalizzato che è di suo estremista, perché fortemente contrario alla DSC
La Dottrina sociale della Chiesa, che vuole portare nella società la luce della trascendenza e garantire ad essa “piena cittadinanza” politica, ha bisogno della metafisica. Negare la metafisica comporta quindi negare la Dottrina sociale della Chiesa.
Il posizionamento della Santa Sede nei confronti dell’ONU sta evidentemente cambiando in modo sostanziale.
Proprio perché configurato a Cristo, di cui il celibato è segno, il sacerdote può vivere la “carità pastorale, partecipazione della stessa carità pastorale di Gesù Cristo”. In questa carità pastorale rientra anche il suo ruolo nella pastorale sociale.
Se la Chiesa fosse indietro di 200 anni non potrebbe affrontare i problemi nel modo dovuto. È il mondo ad essere semmai strutturalmente in ritardo rispetto al Vangelo
Questo Natale, come ha ampiamente documentato la Nuova Bussola, è stato funestato da profanazioni e bestemmie oltre che dalla distruzione di numerosi presepi nelle chiese. Non sono stati tanti i vescovi che hanno denunciato queste volgarità da parte di un ateismo ridotto ad azione terroristica. Spesso prevale ancora la convinzione che sia meglio evitare di condannare e di contrapporsi. Per fortuna, però, qualche alto esponente della Chiesa cattolica ha reagito. Tra di essi il vescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi.
“Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor”. “Astro del ciel” può riportare le questioni di Dottrina sociale dentro la sapienza della fede, dalla quale sono spesso tirate fuori per farne solo questioni umane, troppo umane.
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