Ucraina, guerra dimenticata
C'è una guerra alle porte d'Europa, che ha già provocato 7000 morti e più di due milioni di profughi: è il conflitto nell'Ucraina orientale. Domani, a Berlino, si terrà un mini-vertice di Germania, Francia, Russia e Ucraina per discutere del futuro della tregua in armi. Ma nessuna soluzione è a portata di mano.
Le ragioni dell'Est Europa che dice "no" al piano profughi
L'esortazione di Juncker ad “accettare le persone in fuga”, non è facile da accogliere per tutti allo stesso modo. Per l'Europa dell'Est soprattutto. C'è l'Ungheria che si vede vittima dei trafficanti di esseri umani e la Polonia che assegna la priorità ai profughi "dimenticati", quelli che arrivano dall'Ucraina.
UCRAINA, GUERRA DIMENTICATA di S. Magni
"Tavolo delle riforme"? Si torna allo Stato sabaudo
Tutto il dibattito sul "tavolo delle riforme", aperto all'interno del Pd, funziona come una spessa cortina fumogena sul reale intento del governo Renzi: tornare a uno Stato centralista che sopprime le autonomie locali e il principio di sussidiarietà, come ai tempi dei Savoia (e anche di più). Il caso di Roma, affidata a un prefetto, è un primo test.
Eutanasia, l'Inghilterra ci riprova
Oggi la Camera dei Comuni è chiamata a votare un progetto di legge sul cosiddetto suicidio assistito. Ricalca quello già bocciato nella scorsa legislatura e i limiti posti sono, come al solito, vaghi o comunque soggetti ad ampie interpretazioni. Forse neanche questa volta riuscirà a passare, ma ormai sappiamo che basta ritentare...
Vespa ha sbagliato, la Rai non può far finta di nulla
Ospitare negli studi della Rai i familiari di un defunto boss è servizio pubblico? Ruota attorno a quest’interrogativo il dibattito delle ultime ore sulla puntata di Porta a Porta (RaiUno), durante la quale Bruno Vespa ha rivolto domande in studio a Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote di Vittorio.
Bloccare le armi russe per Assad, l'autogol occidentale
Gli Usa chiedono e ottengono da Grecia e Bulgaria di non concedere lo spazio aereo ai cargo russi diretti in Siria. Dovevano portare aiuti, anche militari, al governo di Assad. Così facendo, i paesi della coalizione dimostrano ancora che è l'abbattimento di Assad il loro vero obiettivo, non l'Isis.
Vera accoglienza significa fermare la guerra
I vescovi della Siria e dell'Iraq ce lo dicono con insistenza: il nodo centrale di questa crisi non è l'accoglienza dei profughi ma fermare il conflitto alle radici. È ora che prendiamo sul serio questi appelli, perché l'aumento dei profughi significa anche perdere la speranza di un futuro per i cristiani in Medio Oriente.
Berlusconi vola da Putin e lascia la scena a Renzi
Gli atteggiamenti altalenanti assunti da Silvio Berlusconi negli ultimi mesi sono un po’ lo specchio dell’agonia del centrodestra italiano. Le ultime mosse di Berlusconi sono un chiaro segnale di smobilitazione. L’ex Cavaliere vola in Russia dal suo amico Putin per la seconda volta in poco più di due mesi.
Juncker annuncia il piano profughi
Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha presentato un piano di emergenza per distribuire 120mila profughi ai Paesi membri nell’arco di tempo di 24 mesi.
Tra i profughi, precedenza ai cristiani (anche se non si può dire)
Il premier australiano Tony Abbott ha deciso di accogliere 12mila profughi siriani. Ma è ugualmente nel mirino di opposizione e Ong. Perché due suoi ministri hanno osato dire che la priorità spetterebbe ai rifugiati cristiani, membri della minoranza più perseguitata al mondo. Adesso dire che si deve ospitare il perseguitato, se è cristiano, è considerato come "razzismo".
«Io obietto» Il caso Davis e le nostre leggi
La vicenda di Kim Davis, cancelliera della Contea rurale di Rowan, Kentucky, che è finita in galera per non aver firmato le licenze di matrimonio per quattro coppie, due delle quali formate da omosessuali, apre anche in Italia il dibattito sulla libertà di religione e il diritto all’obiezione di coscienza davanti a leggi dello Stato che si ritengono contrari alle proprie convinzioni religiose e di fede. Qui l'obiezione è un diritto.
Dio o niente, la lezione all'Europa del cardinale Sarah
Dio o niente. È questo il titolo del libro intervista del cardinale africano Robert Sarah che esce per i tipi di Cantagalli, cioè dell’editore più gettonato dai cardinali. Ciò che dice Sarah, è anzitutto, che la fede non è negoziabile: tutto sta o cade sulla nostra fede in Cristo. “Dio o niente”, cioè Dio è tutto e non si prende a pezzi.