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IL LIBRO DI RIDOLFI

Cronache marziane da un mondo targato coop

"Nessuno meglio di chi vive in una Regione rossa avverte il soffocamento di un regime che pretende che i cittadini facciano la spesa alla coop, comprino il giornale alla coop, acquistino farmaci alla coop, si facciano barba e capelli alla coop, si curino i denti alla coop, affidino i loro risparmi alla coop".

Cultura 21_09_2016
La copertina del libro

Nella ridente (si fa per dire) cittadina tirrenica in cui vado al mare (ho vissuto e lavorato trent’anni in Toscana, mi è rimasto il vizio e qualche amico) c’è praticamente una sola possibilità di far la spesa: il supermercato Coop. Ci vado malvolentieri per via delle mosche. Dirlo ai vigili? Mah, una multa notturna per divieto di sosta sul lungomare deserto mi ha scoraggiato.

(Anche) per questo sono stato subito attratto da un libro dal titolo intrigante: Matteo Bomba e le Coop rosse, di Rodolfo Ridolfi, edizioni Del Girasole. L’autore non è un polemista qualsiasi, sa perfettamente di cosa parla. E’ stato esperto per la cooperazione presso il ministero del lavoro, dirigente nella presidenza del consiglio, sindaco di Marradi (in provincia di Firenze), consigliere comunale a Faenza (in provincia di Ravenna) e vicepresidente della regione Emilia-Romagna. Insomma, conosce bene e dall’interno le regioni «rosse». E ha scritto libri sul tema, anche con editori importanti (Mondadori, per esempio).

L’incipit della sua ultima fatica merita di essere riportato in ampio stralcio: «Nessuno meglio di chi vive in una Regione rossa avverte il soffocamento di un regime che pretende che i cittadini facciano la spesa alla coop, comprino il giornale alla coop, acquistino i farmaci alla coop, si facciano barba e capelli alla coop, si curino i denti alla coop, affidino i loro risparmi alla coop, nella coop sottoscrivano le polizze assicurative Unipol, per la costruzione della casa si rivolgano alla cooperativa, mangino alla mensa cooperativa, telefonino con “coop voce”, affidino le pulizie alla coop, si servano delle cooperative di professionisti, prendano i taxi e gli autobus delle cooperative, agli incroci si facciano pulire i vetri dai lavavetri coop, le ferie e i viaggi e il turismo rigorosamente coop, cantino e ballino in cooperativa e utilizzino perfino i servizi funebri coop».

Ne sa qualcosa, per esempio, il novantunenne Bernardo Caprotti, che, per aver descritto la sua lunghissima guerra (difensiva) tra la sua Esselunga e la Coop nel famoso libro Falce e carrello, ha pure dovuto pagare in giudizio il risarcimento morale. E che dire dell’accoglienza al migrante? «Più di 1.800.000 euro al giorno: tanto, nel 2013, ha speso l’Italia per garantire l’accoglienza», scrive Ridolfi. «E’ una torta luculliana che in Italia si spartiscono ormai da dieci anni veri e propri “colossi” del business dell’accoglienza».

L’autore non si limita solo alla filippica, ma snocciola nomi e cifre e date, con tanto di note e citazioni. E io pago (copyright Totò). «Trattenere gli ospiti molto più a lungo del previsto è uno dei “trucchi” utilizzati dai gestori di molti Cara».  Tanto, c’è Pantalone (copyright Goldoni). E fosse solo quello. Il giornalista Bruno Vespa ha recentemente dichiarato quante telefonate pressorie ricevette per non mandare in onda la puntata di Porta a Porta sul caso Forteto. Se volete saperne di più, leggete Ridolfi. Un capitolo del cui libro si intitola «Il cappellano delle coop rosse» (p. 108). Se volete sapere chi è, leggete il libro (dopo esservi muniti di pasticche per il mal di fegato).