Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Antonio Maria Zaccaria a cura di Ermes Dovico

Esteri


Ecco perché Putin vuole conquistare l'Ucraina. E la religione è un pretesto
INTERVISTA/MARTA DELL'ASTA

Ecco perché Putin vuole conquistare l'Ucraina. E la religione è un pretesto

Il presidente russo Vladimir Putin, con il discorso del 21 febbraio, ha riconosciuto l'indipendenza delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. Ma non solo. Ha anche rimesso in discussione l'esistenza stessa dell'Ucraina, in quanto Stato indipendente e sovrano. A cosa mira, dunque? Visto il recente riconoscimento del Patriarcato di Kiev da parte del patriarca ecumenico Bartolomeo I, Putin vuole agire anche per una causa religiosa, per conto del Patriarcato di Mosca? Lo abbiamo chiesto a Marta Carletti Dell'Asta, ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana e direttore responsabile della rivista La Nuova Europa.

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La collusione. Quei politici dell'Ue soci in affari di Putin
GAS E POTERE

La collusione. Quei politici dell'Ue soci in affari di Putin

L'eurodeputato Witold Waszczykowski, ex ministro degli esteri della Polonia, ha proposto una risoluzione di condanna del conflitto di interessi di molti alti esponenti europei cooptati in aziende di Stato russe. La risoluzione è stata bocciata da PPE e S&D. Il che rivela una vasta rete di collusioni fra la politica europea e la Russia che ci rende ricattabili.


Crisi Ucraina, trattati stracciati e rischio contagio
DOPO IL DISCORSO DI PUTIN

Crisi Ucraina, trattati stracciati e rischio contagio

Con il riconoscimento delle autoproclamate repubbliche di Lugansk e di Donetsk, in Ucraina, il presidente russo Putin non solo ha violato l'accordo di Minsk, ma soprattutto il Memorandum di Budapest del 1994, per cui l'Ucraina aveva distrutto o consegnato a Mosca tutto il suo arsenale nucleare (ereditato dall'URSS), in cambio della garanzia dell'indipendenza e della sovranità da parte delle 5 potenze nucleari. Un precedente pericoloso per la sicurezza mondiale, con un'Europa divisa e preoccupata da sanzioni che danneggerebbero essa stessa e una Cina che prende appunti per regolare la faccenda Taiwan.
- QUEI POLITICI UE SOCI IN AFFARI DI PUTIN, di Wlodzimierz Redzioch


Ucraina: tra guerra di nervi e guerra del gas
LA VERA POSTA IN GIOCO

Ucraina: tra guerra di nervi e guerra del gas

Sullo sfondo della crisi appare sempre più evidente come l’obiettivo strategico degli USA di scavare un profondo fossato tra l’Unione Europea e la Russia giochi soprattutto sull’arma energetica. Non a caso gli allarmi lanciati da Washington per l’imminente invasione russa dell’Ucraina hanno preso il via due mesi dopo il completamento del nuovo gasdotto North Stream 2.


La Francia si ritira dal Mali che tratta con i jihadisti
LA DECISIONE

La Francia si ritira dal Mali che tratta con i jihadisti

Esteri 19_02_2022 Anna Bono

Macron ha annunciato il ritiro dal Paese africano delle truppe francesi ed europee, che mette in dubbio il futuro delle missioni. Alla base della decisione l’atteggiamento ostile del governo maliano, retto dai militari, che negoziano con i jihadisti e rinviano il ritorno alla democrazia.   


Ungheria e Polonia contro il super-Stato, ricorso respinto
UE

Ungheria e Polonia contro il super-Stato, ricorso respinto

La Corte di Giustizia dell’Ue ha respinto il ricorso di Ungheria e Polonia. I due Paesi dell’Europa centrale chiedevano di annullare il regolamento che permette all’Ue di sospendere i pagamenti provenienti dal bilancio europeo agli Stati membri in cui “lo Stato di diritto è minacciato”. È un passo ulteriore verso il super-Stato europeo

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Se la Clinton spiava veramente Trump
RUSSIAGATE

Se la Clinton spiava veramente Trump

Nonostante l’estrema discrezione mediatica, sta emergendo un nuovo scandalo negli Usa. La campagna di Hillary Clinton, nel corso delle presidenziali del 2016, avrebbe spiato Donald Trump per cercare di trovare prove, o almeno costruire una narrazione sui suoi rapporti segreti con il Cremlino. Questa l'accusa del procuratore Durham.


La Russia non invaderà l'Ucraina. Ecco perché
EX URSS

La Russia non invaderà l'Ucraina. Ecco perché

Benché dal dicembre scorso l’Amministrazione Biden, le 17 agenzie d’intelligence americane e il Pentagono continuino a lanciare allarmi per l’imminente invasione russa dell’Ucraina, le ipotesi che Vladimir Putin ordini la conquista dell’ex repubblica sovietica restano remote se non addirittura fantapolitiche.

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Ungheria al voto: l'ombra del complotto di Soros
ATTACCO A ORBAN

Ungheria al voto: l'ombra del complotto di Soros

Ungheria al voto il 3 aprile. Le ultime vicende svelano il complotto ai danni del Governo Orban da parte di media vicini alla Open Society di Soros. Evidenti i tentativi di screditare a livello internazionale il presidente ungherese e di gettare sospetti sulla democraticità del voto. 


Per Biden, la guerra in Ucraina è imminente
LA CRISI NELL'EX URSS

Per Biden, la guerra in Ucraina è imminente

In Ucraina “la guerra può scoppiare in ogni momento, da adesso”. È questo il messaggio tutt’altro che rassicurante lanciato ieri dalla Casa Bianca. E nell’intervista rilasciata alla Tv Nbc, il presidente Biden invita anche tutti i cittadini americani a lasciare il prima possibile l’Ucraina. Ma il governo di Kiev invita alla calma.


Ambiguità turca sul defunto leader dell'Isis
TERRORISMO

Ambiguità turca sul defunto leader dell'Isis

Il leader dello Stato Islamico, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, successore di Al Baghdadi dal 2019, si è suicidato, assieme alla famiglia, per non farsi catturare dalle forze speciali statunitensi, che avevano scoperto il suo nascondiglio. Si trovava in Siria, in un'area controllata dai turchi e a due passi dal confine con la Turchia. Possibile che Ankara non ne sapesse nulla? 


Il caso Allison, il fenomeno del borghese jihadista
RADICALIZZAZIONE

Il caso Allison, il fenomeno del borghese jihadista

Allison Fluke-Ekren, arrestata dall'Fbi, era comandante di un battaglione dell'Isis. Prima di iniziare la sua carriera di terrorista, era insegnante delle superiori in Kansas, appassionata di Medio Oriente. La radicalizzazione non è sempre frutto di emarginazione, ma un processo ideologico che coinvolge "tranquilli" borghesi e brave insegnanti.