"Il dolore non redime": la PAV anestetizza la Redenzione
Nel già controverso volume sul fine vita si capovolge il senso della Salvifici doloris negando che la sofferenza possa avere valore redentivo. Se così fosse, la Passione di Cristo sarebbe un incidente di percorso.
Giornata del malato, spunto di riflessione anche per la Chiesa
«Non è bene che l’uomo sia solo», è il tema della XXXII Giornata mondiale del malato. Una sottolineatura giusta e in linea con secoli di amore cristiano verso i malati. Ma che dovrebbe indurre a riflettere su come, anche nella Chiesa, si è affrontato il Covid.
La medicalizzazione del dolore vs il senso che viene da Cristo
La medicalizzazione della vita ha inglobato anche il modo di affrontare il dolore e la morte. O meglio, di non affrontarlo. L’anestesia è diventata anche culturale. Invece, la sofferenza è sempre stata una domanda di senso, che, nella sua prospettiva più elevata, trova risposta nella partecipazione alla Redenzione di Gesù.
Antonietta Meo, la bambina unita alla Passione di Gesù
La storia della piccola Antonietta Meo (Nennolina), di cui è in corso la causa di beatificazione. La malattia vissuta in spirito di totale offerta a Gesù. Al quale diceva di soffrire con gioia “perché so di stare sul Calvario con Te!”. Partecipando al mistero della Sua Redenzione.
Se elimina il sofferente anziché la sofferenza non è medicina
Una medicina che non si propone di eliminare la sofferenza, ma il sofferente, non è più l’arte del curare che è stata per 2000 anni. È la logica perversa che sta dietro anche ad altre forme di eutanasia, dell’abbandono terapeutico, della rinuncia alla cura. Una medicina asservita a normative che non riconoscono alcun valore alla vita umana sofferente.
Far amare l’Immacolata, il testamento di padre Kolbe
Nel suo “testamento spirituale”, pronunciato a Roma nel 1933, san Massimiliano Kolbe lasciò in eredità ai suoi confratelli la missione di diffondere la devozione all’Immacolata, via per Gesù, “fino agli estremi confini della terra”. Per riuscirci bisogna fondarsi su tre armi (preghiera, lavoro, sofferenza) e usare ogni mezzo, a partire dalla stampa.
Vita spirituale, Garrigou-Lagrange guida all’unione con Dio
La gloria eterna è il fine della vita cristiana, la sua sorgente è Gesù, il peccato ne è l’ostacolo. È questo il cuore degli esercizi predicati dal domenicano Garrigou-Lagrange nei suoi ultimi anni in terra e ora raccolti nel volume Vita spirituale. Una miniera di insegnamenti sulla preghiera, la sofferenza, l’amore puro, per conoscere Dio «come lui si conosce»…
«Mario, il tuo dolore può essere un passo verso la vittoria»
Tiene banco il caso di "Mario", marchigiano di 43 anni, da una decina tetraplegico a seguito di un incidente, e che oggi chiede il suicidio assistito. Ma chi soffre, come lui, deve sapere che «la sua vita ha valore. Così realizzerebbe anche che questo dolore, abbracciato e accolto, è un passo verso la vittoria» e all’incontro con un Amore eterno. Parla alla Bussola don Vincent Nagle, cappellano della Fondazione Maddalena Grassi.
VERSO IL SUICIDIO ASSISTITO, PRATICA CATTIVA CHE FARÀ CULTURA, di T. Scandroglio
Giovanni Paolo II: «Le epidemie e il dolore collettivo che può vincere il male»
Torniamo alla Salvifici Doloris, l'enciclica del papa santo che ci ricorda quanto dobbiamo temere il peccato più che la morte corporale. Motivo per cui Dio può permettere il male per salvarci, invitandoci ad accogliere la Croce per regalarci la letizia e l’amore della Resurrezione che può trasformare il mondo. «La sofferenza ha una forza enorme nella lotta cosmica fra bene e male». Perciò, «più le strutture di peccato sono grandi, maggiore è il bisogno della Chiesa di ricorrere ad essa».
«Così la sofferenza di questi giorni può salvare il mondo»
Alzano Lombardo è uno dei paesi più colpiti dal coronavirus della Bergamasca. Si contano oltre settanta morti in tre settimane. Qui suor Anna, don Filippo e don Daniele raccontano i frutti che possono dare la morte e il dolore vissuti in Dio. Un Vangelo che il mondo rifiutava, «ma che ora la Chiesa deve annunciare più che mai», perché «il letto della sofferenza è un altare su cui ripetere "Gesù, confido in Te"».
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Per amare? Ci servono i malati e pure la sofferenza
“Innamorati della vita”, edito da Ares, raccoglie le storie di diversi malati che raccontano quanto tutti desiderino vivere, anche nel dolore, se c’è qualcuno che ci vuole. E che insegnano ad apprezzare il quotidiano con le sue fatiche, facendo sorgere il desiderio di servire i nostri cari. Costi quel che costi. Perché solo accettando la sofferenza si gode del suo premio.
Giovanni di Dio, il santo che assunse la sofferenza su di sé
La Chiesa celebra oggi san Giovanni di Dio, che ebbe una vita avventurosa e pure dei disturbi mentali prima di farsi carico delle sofferenze altrui e fondare i Fatebenefratelli. Il suo esempio, come quello di altri santi, aiuta a comprendere che il dolore unito a quello di Cristo fa diventare l’anima come l’oro provato nel crogiuolo.