Voce dal sen fuggita: gli errori di Borrelli e Azzolina
Le parole possono a volte fare più male delle pietre. Ha fatto male ai cittadini e ai mercati la dichiarazione di Borrelli (Protezione Civile), secondo cui noi potremmo tornare a vivere solo nella seconda metà di maggio. Ha fatto male a studenti e insegnanti l'anticipo del decreto della Azzolina (Istruzione) sul fatto che tutti verranno promossi.
-“DATECI LA MESSA”. INDOVINA CHI SALE IN CATTEDRA? di Andrea Zambrano
“Dateci la Messa di Pasqua”. Indovina chi sale in cattedra?
"Non vedo l’ora che la scienza e anche il buon Dio sconfiggano questo mostro per tornare a uscire. Occorre anche la protezione del Cuore Immacolato di Maria. Dateci la Messa di Pasqua". A parlare è sicuramente un vescovo... o forse no? Scopriamolo insieme...
Offensiva centralista contro le Regioni che fanno bene
Lombardia e Veneto hanno dimostrato in queste settimane di avere visto meglio del governo centrale nell'affrontare la crisi da Covid-19. Ma da Roma è iniziata una guerra contro l'autonomia regionale, sostenuta dai grandi giornali, che nega l'evidenza e punta a un nuovo radicale centralismo statale.
L'Inps è andato in tilt. E non è un pesce d'aprile
Non era un pesce d’aprile. In migliaia e migliaia tentavano di collegarsi per richiedere il bonus da 600 euro destinato ai lavoratori autonomi e il portale è andato in crash. Per di più, svelando le identità di migliaia di utenti. Questo fallimento della burocrazia si aggiunge alle preoccupazioni per un'economia che attende una recessione storica
Gli altri Paesi stanno intervenendo e noi diamo "mancette"
Uno Stato così fortemente indebitato come l’Italia non può pensare di ripartire dopo un’emergenza epocale come questa soltanto distribuendo mancette e facendo beneficenza a chi non lavora.
Truppe Usa per l'epidemia, gli alleati le ritirano dall'Iraq
Mentre gli Stati Uniti mobilitano le truppe per far fronte all'emergenza sanitaria interna e bloccano tutti i movimenti dei contingenti all'estero, i membri principali della Coalizione presente in Iraq si accingono a ritirare i loro contingenti. Il motivo è sempre legato alla sanità. Ma anche a interessi divergenti sugli obiettivi in Iraq
Quella contro il virus è una guerra, comportiamoci di conseguenza
“Siamo in guerra” è il refrain. Quindi, in questa epidemia, comportiamoci come se fossimo veramente in guerra: i giovani e forti vanno a combattere, i fragili e gli anziani restano in quarantena. E occorre una preparazione sanitaria di base per tutta la popolazione. Solo così può anche ripartire il Paese
Governo nella bufera, urge guida più affidabile
Le numerose e roboanti uscite del premier in un momento in cui la gente chiederebbe soltanto notizie certe sulla pandemia hanno spinto il presidente Mattarella ad intervenire in prima persona, per farsi sentire vicino agli italiani. Il governo è sempre più spaccato sulle misure da adottare. I ceti più produttivi invocano un cambio.
IL VOLTO BARBARO DELL'EUROPA di Luca Volontè
L'abbraccio mortale di russi e cinesi
Da alcuni giorni medici russi e cinesi sono sbarcati in Italia, come forma di aiuto dei loro governi per combattere il coronavirus. Ma che senso ha questa presenza? Sull'aiuto russo il governo è reticente, su quello cinese si dimenticano molti fattori che dovrebbero far temere una operazione politica poco rassicurante.
Draghi scende in campo, ma Conte non mollerà mai
Il discorso di Draghi sulla possibile ricostruzione economica dopo la fine dell'epidemia suona come una discesa in campo per formare un suo governo di unità nazionale. I governi tecnici del passato non sono stati positivi, ma stavolta le premesse sono migliori e il momento lo richiede in ogni caso. Ma Conte vorrà farsi mettere da parte? No.
Il governo deve riconoscere le sue tremende responsabilità
Il governo Conte si richiama all'unità nazionale per tacitare le critiche e scarica sui cittadini la responsabilità della diffusione dell'epidemia. Ma il governo stesso deve prima di tutto riconoscere le sue responsabilità più gravi. Come il non aver fatto nulla dal 31 gennaio (quando ha proclamato l'emergenza) allo scoppio del primo focolaio
Dall'emergenza economica all'economia di guerra
La chiusura prolungata delle industrie pone le premesse per una carestia post-pandemia. I sopravvissuti al Coronavirus correranno seriamente il rischio di morire di fame. Esagerato? Lo dicono i rapporti riservati e le proiezioni sugli effetti del blocco pressoché totale delle attività.