Hong Kong, "colpevoli" i leader della protesta
Joshua Wong, Agnes Chow e Ivan Lam sono i tre più celebri oppositori di Hong Kong. Processati per aver organizzato una manifestazione non autorizzata nel giugno 2019, si dichiarano colpevoli e rischiano fino a cinque anni di carcere. Con il loro gesto sperano di attirare l'attenzione internazionale su un sistema di giustizia sempre più dominato dal Partito Comunista Cinese
Etiopia, continua la guerra tra il governo e il Tigray
Sono decine di migliaia gli sfollati e i profughi in fuga dal Tigray, centinaia i morti tra i civili. Il vero motivo del conflitto tra il Tplf e il governo centrale è il controllo dell’economia nazionale che i leader tigrini provano a riconquistare. Il tutto si inserisce in un contesto, quello africano, dove c’è un problema di governance, come messo in rilievo dall’Indice Ibrahim.
Brogli Usa: quel che Giuliani ha da dire (tintura a parte)
Della conferenza stampa tenuta dagli avvocati di Donald Trump, fra cui Rudolph Giuliani, già sindaco di New York, si legge solo una "notizia": la tintura per capelli di Giuliani che cola sulla sua guancia. Un dettaglio da gossip, con seguito di commenti crudeli, che nasconde il contenuto della sua lunga conferenza stampa. Sui sospetti di brogli elettorali che hanno portato Biden alla vittoria
Via dall'Afghanistan, via dall'Iraq. Usa meno credibili
Trump mantiene la promessa di terminare le "guerre infinite" e annuncia il dimezzamento del contingente militare americano in Afghanistan e la riduzione di quello in Iraq. Grave la situazione sul terreno in entrambi i teatri di conflitto. In Afghanistan i talebani cantano vittoria, in Iraq gli sciiti rompono la tregua. E in Siria, il rappresentante speciale Jeffrey fa un'ammissione scandalosa
I social network orgogliosi di censurare Trump
Ogni volta che Trump pubblica qualcosa su Facebook, gli admin avvertono i lettori che sta dicendo il falso sulle elezioni del 2020. Quasi ogni volta che pubblica qualcosa su Twitter, viene direttamente censurato. Gli amministratori delegati delle due compagnie, Mark Zuckerberg e Jack Dorsey, convocati in Senato per un'audizione, hanno ammesso la censura con orgoglio, nel nome della lotta alla disinformazione (di una sola parte).
Il premio Nobel per la Pace fa la guerra al Tigray
Abiy Ahmed Ali, premier dell'Etiopia, premio Nobel per la Pace per aver posto fine al conflitto con l'Eritrea, ha reagito con la forza alla spinta secessionista del Tigray, regione settentrionale confinante con gli eritrei. La crisi politica è iniziata due anni fa, ma da inizio novembre è diventata un conflitto vero e proprio. E si preannuncia già una grave crisi umanitaria.
Grazie a Trump: elette 17 pro life senza compromessi
Da queste elezioni emerge una vittoria poco evidenziata: (sino a venerdì) il numero di donne pro life alla Camera dei Rappresentanti è raddoppiato. Sono 17 (più altre 5 possibili ancora in corsa) le nuove guerriere a difesa della vita. La metà ha ribaltato i seggi occupati dai Democratici puntando sulla loro contrarietà all'aborto e al socialismo.


La Cina svolta e incentiva le nascite ma l'Ue fa spallucce
Dopo 400 milioni di nascite impedite a colpi di aborti forzati e "femminicidi" in culla, il 1° novembre in Cina si è iniziato il nuovo censimento: sotto il profilo demografico sta attraversando un momento difficile, segnato da arretramenti preoccupanti. Perciò pare che il partito sia vicino ad «una svolta storica», che lo vedrà proteggere «il diritto di avere figli». Ma l'Europa rimane comunque sorda.
Trump, a Washington marciano i "deplorables"
Mentre Trump continua la sua battaglia legale contro le presunte frodi elettorali di Joe Biden, a Washington i suoi sostenitori hanno manifestato per appoggiarlo. La Million Maga March (così è stata battezzata) ha attirato su di sé il solito scontro sui numeri, con i media che danno una stima esageratamente bassa dei partecipanti. Gli Antifa li attaccano. Ed AirBnb li boicotta.
Usa: sui 120 referendum si infrange l'onda progressista
Negli Stati Uniti, il 3 novembre, non si è votato solo per il presidente e per il Congresso, ma anche per 120 referendum, in 32 Stati. In queste consultazioni poco reclamizzate, gli umori e le tendenze politiche degli americani si rivelano molto più conservatori di quanto si creda, specie su tasse e lavoro.
Oltre Trump: il trumpismo è in salute e fa crescere gli Usa
“Comunque vadano le elezioni, alla fine, il trumpismo non è affatto stato sconfitto”, dice a La Nuova Bussola Quotidiana Lorenzo Montanari, vicepresidente, Affari Internazionali, di Americans for Tax Reform (Atr). L'eredità del presidente Trump è molto importante. Perché "ha fatto votare il Partito Repubblicano da operai e minoranze etniche, segmenti dell’elettorato che nessun candidato, dai tempi di Nixon, era mai riuscito a conquistare". All'atto pratico "l’eredità più grande del trumpismo è la riforma fiscale". Tant'è vero che nei referendum economici del 3 novembre hanno vinto le politiche "trumpiane". "La causa pro-life è l’altra grande eredità che lasceranno Trump e Pence"
L'Aventino anticomunista dei democratici di Hong Kong
Il regime comunista di Pechino ha imposto per la prima volta il licenziamento di quattro deputati d'opposizione nel parlamento locale di Hong Kong. Per protesta, tutti i deputati democratici hanno rassegnato le dimissioni, lasciando per la prima volta il Consiglio Legislativo senza un'opposizione. Ma il regime cinese tira dritto e ritiene che la sua sia una giusta applicazione della legge