La Cina svolta e incentiva le nascite ma l'Ue fa spallucce
Dopo 400 milioni di nascite impedite a colpi di aborti forzati e "femminicidi" in culla, il 1° novembre in Cina si è iniziato il nuovo censimento: sotto il profilo demografico sta attraversando un momento difficile, segnato da arretramenti preoccupanti. Perciò pare che il partito sia vicino ad «una svolta storica», che lo vedrà proteggere «il diritto di avere figli». Ma l'Europa rimane comunque sorda.
Trump, a Washington marciano i "deplorables"
Mentre Trump continua la sua battaglia legale contro le presunte frodi elettorali di Joe Biden, a Washington i suoi sostenitori hanno manifestato per appoggiarlo. La Million Maga March (così è stata battezzata) ha attirato su di sé il solito scontro sui numeri, con i media che danno una stima esageratamente bassa dei partecipanti. Gli Antifa li attaccano. Ed AirBnb li boicotta.
Usa: sui 120 referendum si infrange l'onda progressista
Negli Stati Uniti, il 3 novembre, non si è votato solo per il presidente e per il Congresso, ma anche per 120 referendum, in 32 Stati. In queste consultazioni poco reclamizzate, gli umori e le tendenze politiche degli americani si rivelano molto più conservatori di quanto si creda, specie su tasse e lavoro.
Oltre Trump: il trumpismo è in salute e fa crescere gli Usa
“Comunque vadano le elezioni, alla fine, il trumpismo non è affatto stato sconfitto”, dice a La Nuova Bussola Quotidiana Lorenzo Montanari, vicepresidente, Affari Internazionali, di Americans for Tax Reform (Atr). L'eredità del presidente Trump è molto importante. Perché "ha fatto votare il Partito Repubblicano da operai e minoranze etniche, segmenti dell’elettorato che nessun candidato, dai tempi di Nixon, era mai riuscito a conquistare". All'atto pratico "l’eredità più grande del trumpismo è la riforma fiscale". Tant'è vero che nei referendum economici del 3 novembre hanno vinto le politiche "trumpiane". "La causa pro-life è l’altra grande eredità che lasceranno Trump e Pence"
L'Aventino anticomunista dei democratici di Hong Kong
Il regime comunista di Pechino ha imposto per la prima volta il licenziamento di quattro deputati d'opposizione nel parlamento locale di Hong Kong. Per protesta, tutti i deputati democratici hanno rassegnato le dimissioni, lasciando per la prima volta il Consiglio Legislativo senza un'opposizione. Ma il regime cinese tira dritto e ritiene che la sua sia una giusta applicazione della legge
Nagorno Karabakh, armeni costretti ad accettare la pace
La pace fra Armenia e Azerbaigian, negoziata dalla Russia, si conclude con una vittoria strategica dell'Azerbaigian. Pur non conquistando tutto il territorio del Nagorno Karabakh, la presa di Shusha e il controllo dei distretti al confine con l'Armenia pongono la regione sotto il controllo di Baku. Proteste della popolazione armena, il cui esercito è stato sfiancato dagli attacchi azeri
Se i Fratelli Musulmani gioiscono per Biden
Dopo che i media mainstream hanno annunciato la (presunta) vittoria di Joe Biden, i Fratelli Musulmani hanno esultato. L’organizzazione terroristica internazionale e gli organi di stampa ad essa legati vedono in un’eventuale presidenza Biden una nuova era Obama-Clinton, la stessa durante la quale furono fomentate le cosiddette “Primavere arabe”.
Luis Arce presidente, con i primi segni di autoritarismo
Domenica c’è stato l’insediamento del socialista Luis Alberto Arce Catacora a nuovo presidente della Bolivia. Il Mas continua a pesare, ma i numeri sono più risicati che ai tempi di Morales. Perciò la maggioranza ha cambiato le norme del parlamento per centralizzare il potere. La Nuova Bussola intervista il politologo Franklin Pareja.
Dopo la festa di Biden, le elezioni continuano e Trump può vincere
Il balletto delle dichiarazioni e delle celebrazioni per la vittoria di Biden continua ininterrotto da due giorni. Eppure le elezioni non sono ancora finite, Biden è ancora un candidato, per quanto molto avvantaggiato dai voti contati finora. Donald Trump è ancora il presidente degli Stati Uniti. E può ancora vincere le elezioni. Non è normale che altri governi riconoscano già un vincitore che non c'è ancora.
Dieci certezze nelle elezioni statunitensi
Nonostante la proclamazione mediatica della vittoria di Biden, non vi è ancora alcuna certezza su chi sarà il prossimo presidente degli Usa. Delle elezioni americane abbiamo però già dieci certezze, dal numero record di elettori (l'affluenza maggiore dal 1900) fino alla misconosciuta vittoria nel referendum pro life della Louisiana, che nessun broglio o riconteggio cancellerà
I media proclamano Joe Biden presidente degli Usa
Joe Biden ha vinto, è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Lo dicono le televisioni americane a reti unificate, lo ribadiscono i media di tutto il mondo, compresi quelli italiani. Arrivano le prime congratulazioni, ufficiali e non, da tutti i governi partner degli Usa. Ma Biden non ha ancora vinto. Lo spoglio non è ancora concluso e i ricorsi legali repubblicani sono appena iniziati
- DIECI CERTEZZE SUL VOTO USA di Marco Respinti
Biden presidente prima ancora della proclamazione
Il quarto giorno di spoglio dei voti delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti si conclude con un vantaggio risicato di Biden in gran parte degli Stati ancora contesi. Il candidato democratico ha ormai conquistato sicuramente 253 grandi elettori, gliene mancano appena 17 per vincere la Casa Bianca. Trump concederà la sconfitta? Intanto Ocasio Cortez chiede già le liste (di proscrizione) dei trumpiani