Un Forum di Madrid per difendere il Sud America dal comunismo
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Il Forum di Madrid, di cui fa parte anche FdI, nasce come risposta politica al Forum di San Paolo, il coordinamento delle sinistre latine. Il Forum di Madrid si ripropone di contrastarle. Ne parliamo con Marcell Felipe, dissidente cubano, della Fondazione Inspire America. Dopo l'incontro con Mantovano "il ruolo dell'Italia può essere decisivo".
"Stiamo assistendo all'inizio di un cambiamento della politica europea nei confronti di Cuba”, ha detto Marcell Felipe, leader cubano, rappresentante della fondazione Inspire America, interpellato sul suo recente incontro con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, Alfredo Mantovano.
Inspire America è un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata nella promozione della libertà di Cuba. In un'intervista esclusiva con la Bussola, il suo fondatore ha assicurato che con questo incontro Mantovano ha voluto “inviare un messaggio di sostegno alla diaspora cubana, dimostrare che questo governo è con noi, che possiamo contare su di loro, non solo per la libertà di Cuba ma anche per aiutare la libertà dell'intero continente americano”.
Non solo, ma ha anche assicurato che l'incontro è servito a rafforzare i legami come membri del Forum di Madrid. Un'alleanza di partiti di destra promossa dal partito spagnolo Vox per opporsi al Forum di San Paolo e di cui fa parte Fratelli d'Italia. Alla riunione hanno partecipato attiviste cubane del movimento “Las Guerreras Cubanas”.
“Il ruolo dell'Italia può essere decisivo perché sta sorgendo una nuova generazione di leader, da Santiago Abascal a Giorgia Meloni, Ron DeSantis, con una nuova visione di cosa sia la lotta per la libertà e i diritti umani”, ha affermato, sottolineando che si tratta della “generazione Ronald Reagan che chiede libertà, che esige un nuovo futuro per Cuba e l’America Latina, liberi dai regimi dittatoriali”.
Il Forum di Madrid è nato attraverso la firma della Carta di Madrid, come una rete iberoamericana per contrastare l'avanzata del comunismo in America Latina, “sotto l'ombrello del regime cubano, del Forum di San Paolo e del Gruppo di Puebla, che si infiltrano nei centri di potere per imporre la loro agenda ideologica e destabilizzare lo stato di diritto”, si legge sul loro sito web.
“E' una sorta di contrattacco al Forum San Paolo ed è importantissimo, perché stiamo perdendo l'America Latina. Non per mancanza di interesse o volontà dei popoli latinoamericani, ma per l'abbandono della politica nordamericana nella regione e per l’infiltrazione del governo di Cina e Russia, e in misura minore anche dell'Iran. Il tutto ovviamente di pari passo con la dittatura castrista”, ha spiegato Marcell Felipe.
Interrogato sul pensiero delle “vene aperte” dell'America Latina per presunte ingerenze politiche ed economiche degli Stati Uniti, molto diffuso in Italia, ha spiegato che si tratta di un mito promosso dalla sinistra latino-americana. “Dagli anni '90, dal crollo dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno praticamente abbandonato l'America Latina e attualmente stiamo combattendo da soli contro quell'impero (Cina, Russia e Iran). Credo che sia giunto il momento di rafforzare un'alleanza transatlantica (Europa-Stati Uniti) per lottare affinché l'America Latina continui a essere di cultura occidentale, perché è sotto attacco da parte di persone che non sono interessate alla regione oltre a usarla come punto di partenza per attaccare gli Stati Uniti”.
In questo contesto internazionale, il leader di Inspire America ha dedicato particolare attenzione al Venezuela, perché ritiene che la libertà di Cuba potrebbe essere più vicina di quella del Venezuela. “Non appena Cuba sarà libera, la nostra priorità, oltre a ricostruire la nostra isola, deve essere quella di liberare il Venezuela e aiutare tutti gli altri Paesi dell'America Latina ad allentare quelle catene. Cuba, come popolo, ha questa responsabilità perché il governo cubano è stato quello che ha fatto tutto questo male nella regione e dobbiamo aiutare a liberare tutti quei popoli che oggi vivono sotto dittatura in America Latina".