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IL PUNTO SULLA GUERRA

Ucraina, la battaglia infinita di Bakhmut

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Nonostante il drone americano abbattuto sul Mar Nero, restano distesi i toni tra Russia e Stati Uniti. Intanto i russi avanzano nel Donbass. E proseguono l’accerchiamento di Bakhmut, dove si sta combattendo un’aspra battaglia che entrambi i belligeranti, per motivi diversi, hanno interesse a continuare.

Esteri 16_03_2023
Una vista di Bakhmut

Né Mosca né Washington sembrano voler alzare i toni dopo l’abbattimento del drone americano MQ9 Reaper sul Mar Nero, avvenuto dopo il contatto con un caccia russo Sukhoi 27. Il drone volava nello spazio aereo internazionale ma a circa 60 chilometri dalla base navale russa di Sebastopoli (Crimea), all’interno dell’area di interdizione decretata da Mosca dopo l’avvio delle operazioni belliche in Ucraina.

Mosca ha definito una “provocazione che conferma il ruolo diretto degli Stati Uniti nel conflitto” i voli dei droni da ricognizione americani che decollano dalla base siciliana di Sigonella e raccolgono informazioni sul dispositivo militare di Mosca che vengono almeno in parte trasferiti agli ucraini. Nonostante l’incidente abbia tutte le potenzialità per innalzare la tensione, tra USA e Russia i toni restano distesi: il Pentagono ha accusato i piloti russi di “atteggiamento poco professionale” rivelando che il drone era disarmato ed è stato fatto precipitare volutamente nel Mar Nereo e secondo alcune fonti i voli di questi velivoli a ridosso dello spazio aereo russo sarebbero stati al momento sospesi. Un colloquio telefonico tra il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin potrebbe aver chiarito le modalità necessarie ad evitare incidenti simili. I capi dei dipartimenti della difesa di Russia e Stati Uniti hanno discusso dell'incidente del drone americano sul Mar Nero.

Sul campo di battaglia i russi continuano ad avanzare in diversi settori del fronte ucraino del Donbass. Si tratta di progressi lenti ma senza interruzione dall’inizio dell’anno e che respingono le truppe di Kiev verso ovest conquistando aree densamente fortificate delle linee difensive costituite dalle forze di Kiev. I contractors del Gruppo Wagner continuano a conquistare località a nord e a sud di Bakhmut, la roccaforte che gli ucraini hanno deciso di difendere inviando rinforzi e attuando contrattacchi. Ieri è caduto in mano ai combattenti russi il villaggio di Zaliznyanskoye, avvicinandoli ulteriormente all’autostrada per Slovyansk e accentuando l’accerchiamento di Bakhmut, la cui guarnigione rischia di restare definitivamente isolata.

Dopo aver assunto il controllo dei quartieri orientali della città, ieri i russi sono riusciti ad avanzare a nord, all’interno della vasta area industriale metallurgica AZOM che comprende un’ampia rete di sotterranei simili a quello dell’acciaieria Azovstal di Mariupol espugnata dalle truppe di Mosca nella primavera dello scorso anno. Ma gli ucraini sono in difficoltà anche nei quartieri occidentali di Bakhmut dove i combattenti del Gruppo Wagner sarebbero ormai a ridosso del centro amministrativo, mentre le controffensive ucraine ad ovest e a sud della città sarebbero fallite.

Bakhmut non è stata ancora del tutto circondata e gli ucraini hanno concentrato circa 50 mila militari (inclusi molti volontari stranieri) sull’intero fronte di Donetsk per cercare di respingere le forze di Mosca in seguito all’ordine del presidente Volodymyr Zelensky di non ritirarsi da Bakhmut. Decisione che ha acceso un aspro dibattito tra i vertici politici e militari ucraini: Zelensky non intende cedere la città e ha ordinato di inviarvi rinforzi per lanciare un contrattacco mentre il generale Zaluzhny, alla testa delle forze armate di Kiev, da tempo sembra premere per la ritirata da un settore che in questi ultimi nove mesi ha visto sacrificare le migliori brigate dell’esercito. Con l’evidente obiettivo di mostrare compattezza, Zelensky ha ufficializzato oggi la decisione di continuare a difendere Bakhmut a seguito di un incontro con i comandanti militari. Ma l'analista militare ucraino Oleh Zhdanov ha messo in guardia contro una simile tattica: “Potremmo perdere qui tutto ciò che volevamo usare per le controffensive”, ha detto in un'intervista.

Del resto la determinazione ucraina a concentrare le forze disponibili sul settore di Bakhmut costituisce un successo per Mosca poiché sottrae risorse a possibili contrattacchi ucraini in altre aree e assicura ai russi la capacità di mantenere l’iniziativa. In quest’ottica prolungare la battaglia è nell’interesse di entrambi i belligeranti: Kiev può vantare il successo simbolico di non aver ceduto la città-roccaforte nel Donbass e Mosca può continuare ad avanzare moderatamente anche su altri fronti come a Kupyansk, Kremennaya e Lyman, nelle regioni di Lugansk e Kharkiv.

Gli ucraini soffrono perdite consistenti dovute anche alla penuria di munizioni e allo scarso addestramento di molti reparti composti da reclute con poche settimane di addestramento e gettati recentemente nella mischia.

Il bollettino quotidiano attribuito all’intelligence britannica ha rivelato il 14 marzo che nelle ultime settimane “la carenza di munizioni per l'artiglieria russa è probabilmente peggiorata, tanto che in molte zone del fronte è in vigore un razionamento estremamente stringente delle munizioni”. Tali carenze dovrebbero però imporre la rinuncia ad azioni offensive per perseguire meno ambiziosi obiettivi difensivi che richiedono un minore consumo e usura di armi e munizioni, quando invece i russi continuano a premere su tutti i fronti. Delle difficoltà degli ucraini si è occupato un ampio reportage del Washington Post, in cui si evidenzia che la qualità delle forze militare ucraine si è degradata in un anno di guerra poiché le perdite in morti e feriti hanno ridotto il numero di veterani esperti sul campo di battaglia. Molti funzionari ucraini dubitano della capacità di Kiev di organizzare la tanto attesa offensiva primaverile. Come scrive il WP, “cifre a parte, l'afflusso di coscritti inesperti, introdotti per colmare le perdite, ha modificato il profilo delle forze ucraine che soffrono anche di una carenza di munizioni di base, dai proiettili di artiglieria alle bombe di mortaio, secondo il personale militare sul campo”.

La cosa più preziosa in guerra è l'esperienza di combattimento”, ha detto un comandante di battaglione della 46a brigata d'assalto aereo, identificato con il solo indicativo radio Kupol, in linea con il protocollo militare ucraino. “Un soldato sopravvissuto a sei mesi di combattimento e un soldato uscito da un poligono di tiro sono due soldati diversi. Come cielo e terra. E ci sono solo pochi soldati con esperienza sul campo”, ha aggiunto Kupol. “Purtroppo sono già tutti morti o feriti”.

Resta poi da chiarire quanto l'aumento degli aiuti e dell'addestramento militare occidentale inciderà sulle capacità di contrattacco ucraine. Un alto funzionario del governo ucraino citato dal Washington Post definisce il numero di carri armati promesso dall'Occidente “simbolico” nei numeri e probabilmente tardivo nella tempistica.