Bloccare le armi russe per Assad, l'autogol occidentale
Gli Usa chiedono e ottengono da Grecia e Bulgaria di non concedere lo spazio aereo ai cargo russi diretti in Siria. Dovevano portare aiuti, anche militari, al governo di Assad. Così facendo, i paesi della coalizione dimostrano ancora che è l'abbattimento di Assad il loro vero obiettivo, non l'Isis.
Juncker annuncia il piano profughi
Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha presentato un piano di emergenza per distribuire 120mila profughi ai Paesi membri nell’arco di tempo di 24 mesi.
Donne saudite al voto. Per la guida c'è ancora tempo
Il 12 dicembre, per la prima volta nella storia, le donne potranno votare in Arabia Saudita. Ma solo nelle elezioni municipali. Le donne saudite ci hanno dunque messo 83 anni per ottenere un limitato diritto di voto. Ma non si tratta di una conquista, ma di un'elargizione del loro sovrano a capo del regime islamico.
Inglesi e francesi in Siria, sull'onda dell'emotività
Sull'onda dell'emotività, generata dalla crisi dei profughi di guerra, Francia e Gran Bretagna annunciano nuovi raid aerei in Siria. Le magre forze in campo non mutano e il risultato sarà dunque, molto probabilmente, ininfluente. In compenso, nella lista dei bersagli, non ci sarà solo l'Isis, ma anche il suo principale nemico: Assad. Guai in vista, per la Siria e per noi.
Siria, l'errore del regime change
E' solo ipocrisia fare sfoggio di compassione per i profughi siriani, mentre si continua ad attizzare la guerra civile in Siria. L'amministrazione Obama dimostra ancora una volta di voler rimuovere Assad dal potere. E così non fa altro che prolungare la guerra in corso. Si dovrebbe cambiare corso, a partire dalla rimozione delle sanzioni a Damasco.
Non si risolve la crisi dei profughi se si destabilizza la Siria
La crisi dei profughi ha provocato tante lacrime di coccodrillo, un'accoglienza frettolosa dei fuggitivi e una rinnovata voglia di intervento militare in Siria, soprattutto di Gran Bretagna e Francia. Ma contro chi si dovrebbe combattere? Si continua con l'errore di voler abbattere il regime di Bashar al Assad, l'unico elemento di stabilità nel paese.
«Aleppo, i martiri di una guerra che è artificiale»
«Migliaia di persone sono state assassinate in Siria. La convivenza tra esseri umani infestata con odio, sfiducia e violenza. Ho visto con i miei occhi azioni spaventose Ma davanti a questa tragedia, ho visto anche il carattere del popolo siriano e particolarmente dei cristiani. Una fede infrangibile, una testimonianza chiara e diretta di Gesù Cristo». Padre Rodrigo Miranda, sacerdote cattolico dell'Istituto del Verbo Incarnato, dal 2011 è stato parroco ad Aleppo.
Tanto azzardo per nulla. Tsipras rischia la dèbâcle
Tsipras scioglie il Parlamento greco e va alle elezioni nella speranza di guadagnare la maggioranza assoluta e, con questa, fare il bello e il cattivo tempo. Scelta davvero ardita e coraggiosa, peccato abbia fatto male i conti, o li abbia fatti troppo presto. Lo dicono i sondaggi, ma non solo.
Grande parata per nascondere guai più grandi
In una Cina minacciata dal fantasma del tracollo finanziario con 5 mila miliardi di dollari bruciati in pochi giorni nelle Borse e con una dirigenza sospettata di aver falsato per anni i dati reali su Pil e produzione industriale non c’è nulla di meglio di una gigantesca parata militare per flettere i muscoli e mostrare al mondo orgoglio e potenza.
L'avanzata dell'Isis verso l'Italia e il Vaticano
Boko Haram manda uomini e mezzi in Libia, a rafforzare gli uomini dell'Isis, grazie al controllo delle rotte del Sahara. La Libia, come viene sbandierato ai quattro venti dai jihadisti, è intesa solo come la porta del vero attacco: quello in Europa, specialmente quello contro il Vaticano.
Il voto "etnico" sulla corsa alla Casa Bianca
Il calendario delle primarie per designare gli sfidanti che l’8 novembre si contenderanno la Casa Bianca è ancora provvisorio (dovrebbero iniziare il 1° febbraio in Iowa), ma il clima politico è già rovente. Lo ha dimostrato il primo confronto televisivo tra i candidati repubblicani organizzato il 6 agosto scorso e soprattutto lo strascico di polemiche seguito al battibecco tra il misogino Donald Trump e la giornalista Megyn Kelly.
Padre Justyn: "Ucraina, non è guerra di religione"
“La Chiesa ha il duro compito di mettere la luce della fede in una situazione in cui l'uomo diventa facilmente una bestia". Parla padre Justyn Voyko, prete in prima linea nel conflitto ucraino. Un lungo conflitto che non è una guerra di religione, fra ortodossi russi e ucraini, o fra ortodossi e cattolici. Piuttosto la libertà di religione, in Crimea soprattutto, rischia di essere soppressa.