Rohingya, il popolo dei profughi che nessuno vuole
Nel momento in cui il tema “immigrazione” e “profughi” è all’attenzione internazionale la situazione dei boat people rohingya è davvero paradossale. Sono una minoranza musulmana di un Paese ufficialmente buddista (Myanmar) sono sempre stati oggetto di pogrom e persecuzioni da parte del regime.
Il presepe non è reato. Sconfitta (per ora) la laicité
Il Presepe raffigura quanto di più innocuo e inoffensivo ci sia al mondo. Eppure, la cronaca dice il contrario. Il tribunale di Montpellier, ad esempio, ha recentemente assolto il sindaco di Béziers, Robert Ménard. E di quale reato era accusato? Tenetevi: per Natale aveva fatto il presepe nell’ingresso del Comune. Appunto.
La Moldova scende in piazza sognando l'Ue
Decine di migliaia di persone accampate in piazza a Chisinau per chiedere le dimissioni di governo e presidente. La causa è un gigantesco furto: 1 miliardo di dollari sparito dalle tre principali banche del paese. I manifestanti chiedono trasparenza e garanzia dei diritti. Sognano l'Ue, ancora vista come una terra di diritti e opportunità.
I sauditi usano i Fratelli Musulmani per entrare in Europa
Il Kaiciid è un ente saudita presente a Vienna che, teoricamente, intende promuovere il dialogo interreligioso. Dialogo e tolleranza... dei sauditi? Soprattutto emerge la collaborazione con il centro dei Fratelli Musulmani, teoricamente banditi da Riad, ma evidentemente utili per parlare agli europei.
Il futuro di Israele dopo il ritiro degli Stati Uniti
Gli Usa stanno lanciando chiari segnali di volersi ritirare dall'area euro-mediterranea, come dimostra anche il recente accordo con l'Iran sul suo programma nucleare. Quale sarà il futuro per Israele senza la protezione di Washington? Il muro-contro-muro potrebbe portare alla sua estinzione, quindi deve cambiare strategia, verso una riconciliazione con i vicini. L'Ue dovrebbe lavorare su questo percorso.
Anche il Regno Unito sceglie il suo Tsipras
Accoglienza degli immigrati, pacifismo, dialogo con l’islam radicale, ecologismo e nuovi diritti. E tanto vecchio statalismo. Non manca nulla nel programma di Jeremy Corbyn, il nuovo leader eletto del Labour Party britannico, l’uomo che ha già sepolto l'eredità di Tony Blair e sfiderà il premier Cameron nel 2020.
L'Isis è il primo gruppo terrorista con armi chimiche
A indagine non ancora ultimata, funzionari statunitensi confermano alla Bbc che l'Isis è dotato di armi chimiche e le sta già usando contro i curdi. La notizia conferma una serie di sospetti, emersi dall'estate del 2014 in poi. L'Isis sarebbe così il primo gruppo terrorista dotato di armi di distruzione di massa. La guerra lenta contro il Califfato registrerà una svolta?
Le ragioni dell'Est Europa che dice "no" al piano profughi
L'esortazione di Juncker ad “accettare le persone in fuga”, non è facile da accogliere per tutti allo stesso modo. Per l'Europa dell'Est soprattutto. C'è l'Ungheria che si vede vittima dei trafficanti di esseri umani e la Polonia che assegna la priorità ai profughi "dimenticati", quelli che arrivano dall'Ucraina.
UCRAINA, GUERRA DIMENTICATA di S. Magni
Ucraina, guerra dimenticata
C'è una guerra alle porte d'Europa, che ha già provocato 7000 morti e più di due milioni di profughi: è il conflitto nell'Ucraina orientale. Domani, a Berlino, si terrà un mini-vertice di Germania, Francia, Russia e Ucraina per discutere del futuro della tregua in armi. Ma nessuna soluzione è a portata di mano.
Bloccare le armi russe per Assad, l'autogol occidentale
Gli Usa chiedono e ottengono da Grecia e Bulgaria di non concedere lo spazio aereo ai cargo russi diretti in Siria. Dovevano portare aiuti, anche militari, al governo di Assad. Così facendo, i paesi della coalizione dimostrano ancora che è l'abbattimento di Assad il loro vero obiettivo, non l'Isis.
Juncker annuncia il piano profughi
Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha presentato un piano di emergenza per distribuire 120mila profughi ai Paesi membri nell’arco di tempo di 24 mesi.
Donne saudite al voto. Per la guida c'è ancora tempo
Il 12 dicembre, per la prima volta nella storia, le donne potranno votare in Arabia Saudita. Ma solo nelle elezioni municipali. Le donne saudite ci hanno dunque messo 83 anni per ottenere un limitato diritto di voto. Ma non si tratta di una conquista, ma di un'elargizione del loro sovrano a capo del regime islamico.