Siria, l'intervento russo salva Bashar al Assad
Prosegue senza sosta il ponte aereo russo destinato ad aiutare l'esercito regolare siriano. Non è ancora chiaro se i militari mandati da Mosca abbiano già iniziato a combattere contro Isis e ribelli siriani. Quel che è già certo è che l'intervento russo ha cambiato completamente l'agenda della diplomazia. Gli Usa non pongono più come condizione preliminare la rimozione di Assad.
Terrorismo e corruzione, i vescovi africani in prima linea
I vescovi della Nigeria hanno diffuso un messaggio in cui sollecita governo, organizzazioni umanitarie e la Chiesa stessa a compiere uno sforzo per la ricostruzione e la riconciliazione, con un impegno particolare contro la corruzione e in favore delle vittime di Boko Haram e delle loro famiglie.
Aborti, violenze e lager: così si paga il secondo figlio
Il 25 settembre compirà 35 anni la famigerata legge del “figlio unico” che dal 1980 in Cina impone alle coppie di procreare una solta volta, imponendo l’aborto e pene pecuniarie e fisiche. E scoppia il caso di Chen (nome fittizio), la donna di 41 anni che nella provincia dello Yunnan aspetta un secondo figlio “illegale”.
Riad a guardia dei diritti che non riconosce
Incredulità, stupore e rabbia fra le famiglie dei condannati a morte in Arabia Saudita. Ora il loro aguzzino è stato nominato dall'Onu alla presidenza del comitato di esperti dei diritti umani. L'Arabia Saudita non riconosce nemmeno formalmente i diritti umani.
Pronto il governicchio di Tsipras. Scopo: sopravvivere
Quasi pronto il nuovo governo di Tsipras. Ma la Grecia non cambierà la politica adottata fino a oggi: accettare i prestiti, senza però accogliere del tutto le imposizioni sul bilancio, spendendo sempre più di quel che è in grado d'incassare. Il che vorrà dire, in soldoni, sopravvivere per i prossimi anni a spese dell'Europa.
Cuba e Venezuela hanno bisogno di un miracolo
Papa Francesco, a Cuba, ha lasciato un messaggio di speranza. Ma è stato anche molto attento a non parlare direttamente di politica, in un regime comunista che dura da 50 anni. Si è parlato anche, a Cuba, di riconciliazione nel Venezuela, la "Siria del Sud America", con 260mila cristiani uccisi in tempo di pace.
L'Isis non basta. Altre disgrazie per la Libia
Come se non bastasse l'Isis e la presenza di due governi che si contendono la legittimità, in Libia sta nascendo un terzo parlamento. E' un consiglio tribale che si ripropone di rappresentare i clan libici. Il nuovo organismo finirà per rendere ancora più caotica la situazione. E renderà più facile il compito ai jihadisti.
Tsipras rivince, per la Grecia sono nuovi guai
Sembrava dovesse essere la sua Caporetto, e invece Alexis Tsipras ha finito per pareggiare. Non col centrodestra di Nea Demokratia, che i sondaggi davano a pari con Syriza e gli ultimi exit poll di ieri pomeriggio addirittura in vantaggio di tre punti, bensì col proprio risultato dello scorso gennaio: a metà dello scrutinio era a circa il 35,5%, poco sotto il 36,34% delle scorse elezioni.
La polveriera turca rischia di esplodere
La Turchia, da cui arriva il grosso dell'ultima ondata di profughi in Europa, è diventata una polveriera pronta a scoppiare. Nell'Est e nel Sud dell'Anatolia è scoppiata di nuovo la guerra contro i curdi. In questa situazione, Erdogan si appresta alle elezioni anticipate di novembre con un piglio sempre più autoritario.
Le Damas de blanco che il Papa non potrà vedere
Scendono ogni domenica in piazza in silenzio, vestite di bianco, e puntualmente vengono arrestate per essere rilasciate dopo qualche ora. Sono le cattoliche Damas de Blanco: mogli, figlie e sorelle di detenuti rei solo di non essere comunisti. E che ci ricordano che a Cuba sui diritti umani non si fa un passo avanti.
I russi intervengono in Siria pensando al Caucaso
I russi stanno aumentando la loro presenza nella Siria occidentale, anche con mezzi di terra. Potrebbe essere il preludio di un intervento più ampio. L'obiettivo principale di Mosca è quello di proteggere le basi nel Mediterraneo e salvare il regime di Assad. Ma c'è un altro motivo: la crescita della jihad caucasica.
Yemen, la tragedia che non si vede
La guerra civile yemenita è entrata nel suo settimo mese, ha già provocato 4500 morti, di cui la metà civili. Al Qaeda rialza la testa e a farne le spese è la piccola comunità cristiana. Ma nessuno ne parla. Perché è il "cortile di casa" dell'Arabia Saudita e Riad, nel suo braccio di ferro con l'Iran e le milizie sciite locali, ha l'autorizzazione a fare tutto ciò che vuole.